Il vino è come una “piuma al vento”. La similitudine con la celebre canzone del Rigoletto di Giuseppe Verdi mi è sopraggiunta leggendo il post di Rizzari e Gentili.
Infatti, a parte i vini da battaglia, a parte i vini “fotografati” cioè prodotti per resistere alle tempeste e ai maremoti, i vini buoni, i vini fini, risentono incredibilmente di ciò che gli succede intorno. Provo ad elencare:
il tipo di bicchiere, la lavastoviglie, il cencio per asciugare i bicchieri, il tempo se nuovoloso, sereno, alta o bassa pressione, la pioggia o la bassa umidità relativa, e poi la storia della bottiglia se tenuta in cantina, sullo scaffale, sotto un riflettore, il trasporto o il tappo di sughero che spesso influenza senza saper di tappo, e poi l’umore di chi usufruisce del nettare, se in cazzato, se felice, se sereno, in compagnia, l’età, con quale pietanza si abbina. E poi il tempo dopo la stappatura, dieci minuti, sessanta minuti a volte ventiquattro ore…
Insomma, il vino buono è mobile come può essere una donna e per questo, è bello e attraente!
Si sicuramente il " Vino " la " Bottiglia "devono essere trattati con tutti i carismi del momento e delicatamente per qualsiasi evento una semplice cena e non tutti sono all’altezza ( chi stappa dietro al banco e non davanti a te, fa fare il botto al tappo ecc..) ad un compleanno senza parlare del Capodanno, ( facciamo un strappo alla regola ) la bottiglia o le bottiglie devono avere tutto il nostro rispetto visto quello che la si paga ma a parte questo ,certo non bisogna essere maniacali fino alla paranoia come quelli che per aprire una bottiglia di Barolo, Barbaresco, Amarone o Sagrantino incominciano una settimana prima dalla cantina e salgono su giorno per giorno scalino per scalino per non far prendere al " Vino " dei sbalzi di temperatura eccessivi e compromettere il prodotto…. Beh amici buona bevuta con qualsiasi vino Italiano ,diamo una mano ai nostri produttori e alla nostra Italia….
Curioso, abbiamo scritto cose su argomento simile praticamente insieme. Quando si dice che c’è comunanza di vedute… addirittura telepatia! 🙂 Non ti avevo letto prima, eh…
http://enoclubsiena.blogspot.com/2011/01/il-timido-inverno-del-sangiovese.html
Ci si vede domenica, Paolo. Tutti a Roma, la marcia dei raddesi! 😀
Sergio, ritengo che le esagerazioni non vadano bene in un senso o nell’altro.
Non bisogna essere maniacali, nè negligenti.
La consapevolezza e quindi la conoscenza delle variabili in gioco possono aiutare quanto basta per bere meglio.
Per esempio annusare un bicchiere prima di versarci il vino è un semplice gesto che può aiutare moltissimo.