Le Necessità, una riflessione

Come ogni vigniolo sà, le migliori uve si raccolgono dalle viti che hanno necessità di reagire contro le avversità, se vogliono sopravvivere. E le viti son toste! Terreni aridi, condizioni meteo spesso estreme, bastonate per grandine o attacchi fungini, ecc. fanno reagire positivamente la viva vite.

Spesso confronto con gli esseri umani quanto ho detto: quando l’uomo è in condizioni troppo agiate e il benessere è troppo, perde stimoli, si abbandona, si lascia andare all’ozio; quando invece le difficoltà sono tante, quando la necessità di lottare con le unghie e con i denti per rimaner vivo è di vitale importanza, ecco che la vita offre quello stimolo, quell’energia adatta a sopravvivere meglio, ci si dà daffare, si apprezza e si riesce a essere anche felici in qualche momento.

La situazione Italiana attuale si può sintetizzare così?

5 pensieri riguardo “Le Necessità, una riflessione”

  1. Ulla Paolo mi fai paura!!
    Ahi Ahi Ahi…. il vecchio giudeo-cristianesimo in agguato, bisogna soffrire per tirare fuori le qualità, spero che il confronto tra le sofferenze della pianta e la qualità del vino e quelle dell’uomo non abbia una scala quantitativa!
    Anche perchè i vini migliori si fanno comunque nelle annate con un certo equilibrio tra necessità di acqua e fornitura di acqua, nelle annate esagerate si fanno vini interessanti, esagerati, ma migliori è talmente soggettivo…

    Prego per te ;o)

  2. Oe’, mica sono un prete! A parte gli scherzi, in questo post parlo di "necessità", non di sofferenza che, solo con quella, si può raggiungere il paradiso…. 😉
    La necessità fa virtù, in ogni forma di vita. La sofferenza fa soffrire e basta (è di molto meglio godere!).

  3. Caro Paolo, ho scoperto in un momento di sofferenza questa canzone di Alessandro Mannarino andate a sentirla:-)da muccaio ti posso dire che se si sta bene in generale viene + facile….tutto. Un saluto e se rinasco….

    Quanno un giudice punta er dito contro un
    povero fesso nella mano strigne artre tre dita
    che indicano se stesso.
    A me arzà un dito pe esse diverso
    me fa più fatica che spostà tutto lUniverso.
    So na montagna… se Maometto nun viene…
    mejo… sto bene da solo, er proverbio era
    sbajato. So lodore de tappo der vino che
    hanno rimannato ndietro so i calli sulle
    ginocchia di chi ha pregato tanto e nun ha mai
    avuto e ce vo fegato… ahia…
    So come er vento… vado ndo me va…
    vado ndo me va ma sto sempre qua.

    E brindo a chi è come me ar bar della rabbia e
    più bevo e più sete me vie
    sti bicchieri so pieni de sabbia.

    So er giro a voto dellanello cascato ar dito
    della sposa che poi lha raccorto e me lha
    tirato e io je ho detto: mejo… sto bene da
    solo… Senza mogli e senza buoi
    e se me libero pure dei paesi tuoi sto a
    cavallo… e se me gira faccio fori pure er
    cavallo tanto vado a vino mica a cavallo.

    So er buco nero der dente cascato ar soriso
    dela fortuna e la cosa più sfortunata e
    pericolosa che mè capitata nella vita è la
    vita, che una vorta che nasci, giri… conosci…
    intrallazzi… ma dalla vita vivo nunne esci…
    uno solo ce lha fatta… ma era raccomannato…
    Io invece nun cho nessuno che me spigne
    mejo…n se sa mai… visti i tempi!

    Ma se rinasco me vojo reincarnà in me stesso
    co la promessa de famme fa più sesso
    e prego lo spirito santo der vino dannata
    di mettermi a venne i fiori pe la strada
    che vojo regalà na rosa a tutte le donne che
    nun me lhanno datacome a dì: tiè che na so
    fa na serenata!
    E brindo a chi è come me
    ar bar della rabbia o della Arabia
    e più bevo e più sete me vie
    sti bicchieri so pieni de sabbia.

    Ma mò che viene sera e cè il tramonto
    io nun me guardo ndietro… guardo er vento.
    Quattro ragazzini hanno fatto nastronave con
    npò de spazzatura vicino ai secchioni, sotto
    le mura dove dietro nun se vede e cè naria
    scura scura.
    Ma guarda te co quanta cura
    se fanno la fantasia de stavventura
    Me mozzico le labbra
    me cullo che me tremano le gambe de paura
    poi me fermo e penso:
    però che bella sta bella fregatura…

    E brindo a chi è come me ar bar della rabbia
    e più bevo e più sete me vie
    sti bicchieri so pieni de sabbia.

  4. Paol analisi ottima e per me punto basilare ..non posso pensare ad una sola cosa senza averla sudata ,lavorata quasi strappata con identi.La vita è una eterna sfida..chi non lotta …non sà quello che si perde .Ora vado a vangare un po’ . Questa si che è vita!!ciao GP

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