E’ possibile una perestrojka e una glasnost in Italia?

Recentemente il Consorzio Chianti Classico ha inviato una circolare per sondare tra i soci i quantitativi prodotti di vino Chianti Classico.

Bella cosa, ma penso che pochi risponderanno. Io ho risposto ed ecco i dati che rendo pubblici:

Su ettari 9,79 ho prodotto vino Chianti Classico nel 2013 Hl 355; nel 2012 Hl 350; nel 2011 Hl 420; nel 2010 Hl 103,60. Qualcuno si chiederà perchè ci sono queste altanelanze di produzioni. E’ normale, sono Bio-logico, a volte le annate perdono quantità per vari motivi che non sto qui ad elencare. In sostanza l’agricoltura non è razionale come una fabbrica, ma è soggetta alle condizioni climatiche (forse molti non se lo immaginano nemmeno…).

Comunque si evince come qui a Caparsa si produce da poco più di 10 Hl/Ha, fino ad un massimo di 42 hl/Ha. Tenete presente che il disciplinare prevede un massimo di 52 Hl/Ha

La mia esternazione, questo post, riguarda questo: non ho mai capito come diavolo molti altri produttori riescano a produrre, o dichiarano, sempre 52 Hl/Ha… naturalmente senza voler essere presuntuoso, e senza dare assolutamente responsabilità agli altri, sicuramente più bravi di me.

Però concedetemi qualche dubbio sulla trasparenza in generale, senza parlare di quella pubblica o partitica.

Io penso che oggi, non domani, o cambia la cultura dell’italiano, che ancora se c’è l’occasione agisce in modo troppo “furbetto”, fregandosi altamente della comunità, oppure siamo in un vicolo cieco dove uscirne non si può.

Molti anni fà un Presidente cambiò, o tentò di cambiare, un sistema politico nazionale con la perestroika, che letteralmente significa “ricostruzione” e identifica il complesso di rifirme economiche, in simbiosi con una maggiore trasparenza nella vita pubblica, definita glasnost (Cit. da Wikipedia)”. Oggi occorrerebbe che gli Italiani tutti cambino con una maggior trasparenza nella vita reale… e non pretendino solo che cambino gli altri. Dovremo farlo tutti insieme… ma come si può fare in Italia senza rischiare di passar da bischeri? .

4 pensieri riguardo “E’ possibile una perestrojka e una glasnost in Italia?”

  1. " o cambia la cultura dell’italiano, che ancora se c’è l’occasione agisce in modo troppo "furbetto", fregandosi altamente della comunità, oppure siamo in un vicolo cieco dove uscirne non si può".

    Si sbaglierebbe invece a dire che la nostra economia, la nostra società non è affatto fondata sulla legalità , sul rispetto delle regole scritte, bensì su una serie di consuetudini che costituiscono una sorte di "realtà parallela",invisibile, inconfessabile ma assolutamente reale ? L’equilibrio che ne deriverebbe sarebbe decisamente perverso.In italia il sistema fiscale, il mondo del lavoro e tutto quello che ci gira intorno sembra esserne afflitto, tanto che dovendo studiare delle riforme non si sa da che parte rifarsi, non tanto per l’inerzia di una classe dirigente che tenta di salvaguardare gli interessi di lobby varie quanto per l’impossibilità di portare alla luce meccanismi poco trasparenti che vedono spesso le stesse istituzioni compartecipare con gli imprenditori in questo equilibrio malato.Le ragioni di tutto questo potrebbero essere dovute ad una legislazione diciamo eufemisticamente inadeguata, forse volutamente, verrebbe il sospetto pensare, specialmente quando si osserva tutto quanto gira intorno all’agricoltura, forse si pensava che così si poteva favorire un comparto ritenuto "perdente". In realtà tutto il comparto, come molto del sistema italia risulta comunque lo si voglia vedere ingabbiato e sepolto vivo in un sarcofago dal quale non si sa se e quando potrà mai uscirne.

    Forse, come dici tu, l’unico modo per cominciare a cambiare tutto questo sarebbe con la trasparenza. Poteva essere utile, per esempio, in modo forse più simbolico che di reale utilità, mettere tutto on-line: dati di produzione, acquisti/vendite di partite di uva/vino di ogni azienda del CC . Glasnost, appunto.

    Chissà quanti però tireranno segretamente un sospiro di sollievo sapendo che questo non avverrà mai grazie alle norme sulla privacy.

  2. Ricevo comunicazioni di generale rassegnazione. Ma questo è declino. Nella rassegnazione anche questo Blog in cui cerco di raccontare situazioni, problemi, opinioni e emozioni sarebbe inutile e sterile. Occorre invece coltivare la speranza, sopratutto per i giovani. La guerra tra giovani e vecchi è iniziata o sta per cominciare: i giovani hanno solo una chance per vedere una luce nel tunnel dei vecchi, la trasparenza.

  3. Paolo, Se per caso ti riferivi al mio commento devo dire a gran voce che non mi sento affatto rassegnato, incazzato certamente sì 🙂 e poi odio l’ipocrisia.
    Penso che non c’è futuro senza presa di coscienza del presente anche se questo può essere talvolta un’esercizio spietato,e poi come si fa a pretendere trasparenza se ci si nasconde dietro al proverbiale dito ? Le ingenuità lasciamole a chi può permettersele per motivi di età.
    I giovani sono la speranza per il futuro ? Come potrei non essere pienamente d’accordo, ma non credo che obbligatoriamente si debbano scatenare guerre generazionali.
    Ciao

  4. Leggevo i commenti su FB in cui si afferma che è impossibile cambiare l’indole degli italiani…
    Per quanto riguarda la guerra generazionale a mio parere esiste, più o meno dichiarata. In particolare in Italia, dove gli anziani detengono tanto in termini materiali, quanto in termini di potere. E’ certo che non riguarda noi due che abbiamo 8 figli… 🙂

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