Sappiatelo: nei vini con le bolle c’è più solforosa

Con questo post probabilmente mi attirerò le ire dei produttori dei vini con le bollicine.

Ma è un dato di fatto che per produrre certi corretti vini bianchi con le bollicine occorre un contenuto di solforosa libera alta in confronto ai vini rossi che, contenendo i tannini, non hanno bisogno di concentrazioni molto alte di solforosa.

Intendiamoci: è solo informazione. Se penso ad alcuni vini francesi come i fantastici Souterns, ma anche moltissimi italiani, ma con contenuti di solforosa molto alta, me ne frego o per lo meno ne sono consapevole.

Ma siamo sicuri che a parità di prezzo a volte non sia più salutare vino rosso, invece che vino sparkling?

Pubblicità progresso, la mia.

Interessante anche sapere che, oltre all’indubbio successo dei vini con le bolicine nel mondo, ci sono mercati che preferiscono, anzi secondo le previsioni preferiranno sempre più, il vino rosso fermo come la Cina.

 

Vini beverini VS Vini grossi: 2-0

                                                             

La competizione tra vini leggeri, beverini, meglio con le bollicine e vini importanti, concentrati, molto alcolici vedono al momento vincitori i primi per tre a zero come Brasile-Cile 3-0.

Le tendenze cambiano, i momenti di bere vino anche. I vini con le bollicine si bevono a tutte le ore, si bevono negli “spritz” (spumante, aperol, ghiaccio, limone) in compagnia, come aperitivo, al bar. I vini rossi, strutturati, concentrati, speziati, si berrebbero con una buona bistecca, una grigliata, durante i pasti; ma mangiare al ristorante costa, l’impegno nel preparare una buona cena è troppo. Ecco che allora, semplicemente, le quotazioni di vini spumanti sono alle stelle, mentre le quotazioni dei vini rossi Docg alle stalle. Errori ne sono stati fatti molti con i soliti giornalisti compiacenti: concentratori, tannini, osmosi inversa, hanno creato mostri di vino, che dopo due bicchieri ti stendono per troppa consistenza e invadenza.

Occorrerà tornare a vini rossi più semplici, fini, con gradazioni alcoliche moderate. Ma andatelo a dire agli assaggiatori “professionisti” che negli ultimi diieci anni hanno solo premiato i vini ciccioni, extra-large, ipercalorici, iperalcolici. Come faranno a cambiare rotta e giudicare secondo parametri molto diversi da quelli finora conosciuti?