La madre di tutte le battaglie: la lotta ai cambiamenti climatici

La Cia, Confederazione agricoltori Italiani ha fatto ieri un caraggioso titolo per il suo giornale: “La Toscana a secco” http://www.ciatoscana.eu/home/estate-a-secco/ (La foto è ripresa da facebook)

La mia riflessione riguarda tutta quella popolazione, più povera, che non si rende conto del dramma dei cambiamenti climatici che condiziona pesantemente le produzioni agricole, soprattutto artigianali.

L’abitudine di acquistare i generi alimentari al supermercato senza quel sano rapporto diretto con i produttori di cibo, ha provocato uno scollamento con la realtà. La realtà  supera di molto la fantasia e le industrie agroalimentari cavalcano il fenomeno dei cambiamenti climatici facendo apparire che tutto sia sempre uguale e a portata di mano.

Un recente articolo apparso su intravino.com che riguarda la produzione e la trasformazione della pigna di agave per la produzione di tequila, fotografa la situazione internazionale di un singolo prodotto agricolo ma che può essere replicata per qualsiasi altro prodotto alimentare http://www.intravino.com/primo-piano/tequila-e-sai-cosa-bevi-o-forse-no-intravino-indaga/

Oggi l’industria (e il capitale che rappresenta) produce in qualsiasi modo quello che la natura non riesce più a produrre: il cibo, spesso spacciato per espressioni tradizionali delle culture popolari.

Le masse si adeguano, oggi quasi inconsapevolmente, poiché non hanno i soldi per permettersi la qualità  e/o per la difficoltà  di reperire le produzioni tradizionali e culturali causa scarsità  di produzione.

I cambiamenti climatici possono rappresentare una vera e propria occasione per le industrie agroalimentari e il capitale di dominare i piccoli artigiani di cibo che non riescono più a produrre nel modo che sempre hanno conosciuto (vedi le ragioni delle recenti nuove politiche poco ambientaliste di Trump negli USA).

Le domande che mi faccio sono: i cambiamenti climatici sono dunque una ghiotta occasione per l’industria? La lotta ai cambiamenti climatici sono la madre di tutte le battaglie dei Millennials?

Credo che si, il futuro del Pianeta Terra dipenderà  dalle scelte future delle popolazioni più povere che con i suoi grandi numeri condizionano le politiche economiche ed ambientali.

I vini di territorio sono rivoluzionari


Pochi anni fa i territori vitivinicoli erano di esclusivo appannaggio di poche persone.
La maggior parte dei vini conosciuti erano espressione degli enologi. Pochi giornalisti veicolavano le informazioni e avevano il potere di esaltare a loro discrezione le realtà vinicole.
 Con l’avvento di internet e le tecnologie, i piccoli produttori, che sono gli alfieri di questa tipologia di vino, ma anche numerosi appassionati di ogni genere, stanno vivendo una vera rivoluzione.
I vignaioli stessi che vivono e lavorano nelle zone vitivinicole, SONO il territorio, l’indole e il carattere delle zone geografiche. E’ anche attraverso Facebook, Twitter, Blog, che oggi si riconosce l’identità di un territorio: la comunicazione diretta rende un valore aggiunto sconosciuto fino a qualche tempo fa.
Naturalmente nel vino delle diverse zone geografiche ci sono le influenze dei Suoli, del Clima, dei Cloni della vite, della Storia, della Cultura e della Tradizione, ma oggi possiamo dire anche che la comunicazione tecnologica può esaltare di più o di meno, secondo la qualità dell’insieme dei vignaioli di un determinato luogo, il valore di una tipologia di vino.
Questo è un concetto rivoluzionario, poiché costringe a far unione. E l’unione è forza.