Vino libero, Vino occupato

Ieri sono andato all’IKEA ed ho scoperto L’Associazione Vino Libero. E davvero sono rimasto imbambolato a leggere e rileggere il manifesto che troneggia sul dispenser di vino a bicchiere. La prima cosa che ho pensato è che, io produttore BIO, mi sia perso qualcosa. La seconda è che, leggendo la tabella comparativa tra i vini convenzionali , vini bio e vini liberi, il Biologico sia una presa di culo. Nella tabella comparativa si legge chiaramente che il vino convenzionale può contenere fino a 150 mg/l di solforosa, quelli bio fino a 100 mg/l e quelli liberi fino a 90 mg/l (questo leggendo la prima linea, poi ci sono altri quattro linee di esempi, ma sempre sullo stesso tono). In pratica si distrugge l’immagine del vino (e non solo) Bio.

La terza cosa che ho pensato è che sono proprio bischero: pago fior fiore di soldi per essere controllato per avere la certificazione BIO, senza contare la burocrazia necessaria, per poi essere superato a sinistra da una semplice comunicazione pubblicitaria (con la domanda che sorge spontanea: chi controlla il vino libero?).

Allora, siccome ad esempio io non arrivo mai con i miei vini a 60/65 mg/l di solforosa, perchè non lanciare l’Associazione vino felice dove stabiliamo che la solforosa non raggiunge i 60 mg/l ?

Sorpasso a destra con scappellatura a sinistra….