Pensierino della Notte

Riflessione di questa sera, dopo aver bevuto un paio di bicchieri di Caparsino Riserva 2010 (quando si parla di effetti psicotropici del vino….) sui cambiamenti climatici.

Bella la Natura, ma è crudele sia per motivi intrinsechi sia per cause umane. Se si analizza un arco temporale molto lungo le catastrofi naturali sono sempre avvenute e dopo sono avvenute le rinascite: vulcani o meteoriti o cambiamenti climatici fanno della Natura nel Tempo una forza in cui la vita cerca ad ogni costo di sopravvivere.
Noi umani stiamo commettendo tanti errori: con le nostre mani stiamo riuscendo in un arco di tempo molto breve a creare una condizione difficile per la nostra stessa sopravvivenza. E se un giorno la razza umana si dovesse estinguere, la Natura troverebbe le soluzioni alternative, magari in un tempo lungo, ma il tempo è relativo.
A mio avviso l’unico modo per gli umani di riuscire a sopravvivere a lungo in questa era dove i cambiamenti climatici sono a nostro sfavore sarà quello di compensare con soluzioni efficaci ciò che è stato distrutto o meglio, alterato. Saremo in grado di cambiare se si riuscisse a trovare le soluzioni compensative, come un cervello che se carente su alcuni funzioni altre parti compensano l’handicap.
Un grido di speranza?

Il vino di stagione

Per mangiare e vivere bene occorre  consumare il cibo di stagione. Ogni stagione, ogni annata, segna con le influenze climatiche e non solo, gli indirizzi che favoriscono più un determinato cibo che un’altro.
Il compito dell’uomo, del contadino, è (o è stato!) proprio quello di riuscire a cercar di prendere il meglio dell’annata per assecondare ciò che l’annata esprime.
Anche il vino non è immune da questa caratteristica: ogni anno la vite reagendo diversamente, porta il vignaiolo ad assecondare le differenze. Dunque il vignaiolo difficilmente riesce a standardizzare la quantità e il numero delle bottiglie prodotte (a meno che non ricorra al mercato), oppure la qualità, oppure è costretto a saltare alcune annate, oppure produce vini che si riesce a fare solo in determinate condizioni e annate. In poche parole le produzioni sono scostanti.
Purtroppo mi rendo conto che tutto questo fa fatica ad essere compreso, sopratutto in Italia. I mercati vogliono il solito numero di bottiglie, la solita qualità e sopratutto lo stesso prezzo. Insomma non si riconoscono i tempi e i modi della Natura. Mi dicono in proposito che in Francia usualmente cambia il prezzo secondo le differenze, mentre in Italia questo non è tollerato. Forse perchè si riconosce lì il valore del vino artigianale rispetto a quello industriale e quì no? Non saprei, ma probabilmente è perchè pochi sanno spiegare tutto questo.
Per quanto mi riguarda, l’annata 2014 l’ho interpretata producendo 500 litri di Sangiovese con metodo Champenoise (uscita prevista 2017/18) e producendo 5000 litri di Rosato, produzioni che non credo riuscirò a ripetere facilmente. Oppure l’annata 2010, quando a causa della peronospora larvata ho perso il 75% di produzione riuscendo però a produrre un Chianti Classico Caparsino Riserva eccellente

Piccoli pensieri di un vignaiolo

Il mondo è difficile da interpretare, ma anche il mondo del vino per chi lo vive lo è.

Questa notte non ho dormito, i pensieri correvano senza sosta nel tentativo di trovare il bandolo della matassa per lavorare con i tempi, la natura, le opzioni e le mille variabili del vino che ho in cantina. Ieri con Federico Staderini abbiamo cercato di intuire le migliori combinazioni per fare il meglio, per razionalizzare, per imbottigliare, per unire o separare. E’ incredibile quanto l’opera umana possa condizionare il vino, e come sia importante scegliere e decidere per continuare a fare questo lavoro: non posso fare quello, posso fare così, ma anche così, però se faccio così non posso ottenere questo o realizzare questo…

E allora non si dorme pensando alle soluzioni, notti insonni, il cervello gira come una trottola anche se si è stanchi, fino ad arrivare a nessuna conclusione.

Certe scelte si affideranno al “lì per lì”. Impossibile pianificare. Impossibile fermarsi, il mondo va per conto suo, noi, io, dobbiamo solo inseguire il tempo per rimanere in questa Natura che sta impazzendo (Vedi la foto della Forsythia in fiore il 14 Novembre 2014).

La Natura sconosciuta

Da qualche tempo ricevo gruppi di giovani americani che studiano a Firenze, venti, ventidue anni. La cosa che mi ha colpito è che nel 99% non hanno mai visto una gallina viva. Conoscono solo le galline morte, al supermercato.

Questo fatto mi spinge ad alcune considerazioni: milioni di persone al mondo vivono senza nessuna sintonia con l’ambiente naturale, si vive solo in ambienti artificiali. Città, auto, computer e case, non lasciano spazio a nessun rapporto con la Natura. Questo può distorcere molto la visione delle cose nel nostro mondo. Le relazioni tra umani e esseri viventi sono strette e sono importanti per capire come e perchè della vita. Le relazioni e le interconnessioni tra batteri, funghi, microorganismi, uccelli, primati, pesci, insomma tutto quanto è vivente, sono di fondamentale importanza per la vita e per il senso della vita.

Non conoscere, non aver mai avuto modo di conoscere e capire gli esseri viventi, piante comprese, può essere dannoso e distruttivo.

Per quanto mi riguarda ho imparato come il rispetto e la consapevolezza dei milioni di ecosistemi interconnessi nel sistema complesso vigna e nel sistema complesso cantina sia di fondamentale importanza.