INVITO

Da oggi, inizia una settimana di vacanza per le scuole, molte persone si muoveranno per andare in vacanza.

Per gli amanti del vino, della cultura che esprime, del benessere fisico e mentale che può dare un buon bicchiere di vino, invito a recarsi negli angoli più nascosti in Italia, dove si produce questo nettare. Invito a conoscere le persone, i vignaioli e i luoghi del vino. Invito ad assaporare i gusti diversi, ad allenarsi, degustando e visitando, invito a riconoscere le verità del vino e non solo le apparenze. Questa è la nostra cultura, una cultura antica di migliaia di anni, conoscerla significa dare possibilità a tanti piccoli produttori di continuare il proprio lavoro.

Buon viaggio

Unità nel territorio

Credo che non ci sia scampo: se i piccoli produttori vogliono andare avanti devono unirsi nei territori per proporre, appunto, i vini di territorio. Solo andando verso proposte unitarie, che possono identificare facilmente il territorio nelle sue sfaccettature dei vari produttori, grandi o piccoli che siano ma con azioni comuni, come la partecipazione in stand collettivi al Vinitaly o altre manifestazioni del genere, ci può essere quel valore aggiunto e interesse. Procedere in ordine sparso è dispendioso e dispersivo.

Ad esempio. immaginiamo al Vinitaly 2012 uno Stand dove ci sono solo i vini dei produttori di Radda in Chianti (il Consorzio Chianti Classico pare che non lo può fare), pensate che non abbia successo? Inoltre i costi per la partecipazione sarebbero sicuramente inferiori e molto concorrenziali, mi dispiace dirlo, in confronto allo stand del Consorzio…

Assaggiare i vini di Radda, o non so, di Lamole, di san Casciano o di Greve in Chianti, non sarebbe più interessante? Io penso di si.

 

Vinitaly 2011: un flop la degustazione collettiva del Chianti Classico ?

 

La degustazione collettiva, consortile, presso lo stand del Consorzio Chianti Classico al Vinitaly, mi pare che quest’anno non abbia raggiunto la sufficienza. Prima considerazione: non si riusciva a capire l’esistenza di questa possibilità, l’evento non era segnalato a dovere, tutto si svolgeva in sordina al primo piano. Seconda considerazione: ho avuto solo cinque degustatori a fronte di una spesa di euro 276,00, ho praticamente pagato (oltre a 24 bottiglie messe a disposizione) ben 55 euro a degustazione! Sarebbe interessante sapere le performance degli altri… (mi sono già arrivate all’orecchio la voglia di rinunciare per il prossimo anno). Terza considerazione: è arrivata in questi giorni una circolare del Consorzio in cui si chiede una opzione di partecipazione per uno stand autonomo all’interno del Consorzio al Vinitaly 2012, in previsione di un allargamento del medesimo (a euro 3250 + iva). Alla luce di queste considerazioni, mi sembra che i segnali siano quelli di non incentivare questo tipo di degustazioni dove tutti possono degustare in pace, valutare senza condizionamenti e democraticamente i vini del Chianti Classico, ma di incentivare fortemente la moltiplicazione in stand autonomi, pur all’interno dello stand del Consorzio, con tutte le conseguenze economiche immaginabili…

 

Una grande felicità

 Oggi sono contento. Il sole, una primavera perfetta per le viti e la “messa” uniforme. Oggi ho anche letto sulla rivista “Gambero Rosso” di Aprile nr. 253 (Euro 4,90, in edicola) una scheda veramente luisinghiera per i miei vini, ma sopratutto per i vini di Radda in Chianti (Volpaia, Val delle Corti, Monteraponi, Poggerino, Pruneto) che confermano questo territorio ai vertici della vitivinicultura italiana. Articolo che riguarda “l’anteprima del Chianti Classico”. Tra “Le promesse” c’è Volpaia (Coltassala ’07) e Caparsa (Doccio a Matteo ’07 Riserva), tra le “scommesse” c’è Poggerino, Val Delle Corti e Pruneto, tra i “Migliori della botte” c’è Monteraponi. La mia scheda recita così (spero di non invadere i diritti!):

“Personaggio fuori dalle righe Paolo Cianferoni, con un’idea di vino molto territoriale, che rifugge dalle mode e  che resta legato ai vitigni autoctoni. A parte gli aspetti ideologici, quello che convince è l’insieme. La Riserva Doccio a matteo 07 è di un colore rubino fitto e brillante; grande finezza e complessità con incredibile aromi di tabacco, frutta rossa e viola. Potente in bocca progressivo e armonico del come l’altra Riserva Caparsino, con tannini fitti e setosi e lungo finale di classe.” 

Cosa vuol di più un piccolo vignaiolo, oggi?

 

 

L’appagamento

 

Ho letto un interessante intervento di un signore che si chiama Mario Rossi su vinoalvino. Sostiene che molti proprietari di case vinicole hanno una “radicata vanità” e che è una “categoria sempre in perenne bilico tra l’essere e l’avere”. Inoltre, questa categoria ricerca “grandi appagamenti e altre intense soddisfazioni”.

Vero, verissimo. Non tutti, naturalmente. Ma molti di essi incarnano una visione della vita che si basa sulle apparenze, sulla vanità, piace essere primi attori. La partecipazione a eventi mondani, che ormai si moltiplicano nel mondo del vino non solo italiano ma internazionale, non si basa quindi su un serio disegno di marketing, per tentar di vendere il vino, ma piuttosto ad un impegno in cui il proprio “io” viene appagato. Questo lo hanno capito in molti e quindi ecco che si crea il business per “l’appagamento del proprietario vinicolo”.

 

Istruzioni per l’uso

Siccome sento che si vendono bottiglie di vino Chianti Classico a 2,5 euro oppure si cercano bottiglie di vino a meno di 1 euro, queste le istruzioni per tutti i produttori per vendere a questi prezzi, con profitto:

– far lavorare operai a nero, possibilmente clandestini offrendo paghe da fame

– dichiarare produzioni fittizie, per poi caricare vino comprato a nero

– dichiarare “prodotto all’origine”, comprando vino sottocosto (tanto fino al 49% è lecito…)

– dare il diserbante

– non pagare i fornitori (se no si abituano male)

– non pagare ditte per lo smaltimento dei rifiuti (e che siamo scemi?), nè medici competenti del lavoro (tanto chi lavora son tutti clandestini…), nè LAS, nè LAA, ecc. Se poi si trova un bravo ragioniere, non si paga neppure l’Iva: si và a credito!

– chiedere il contributo pubblico “tipo PSR” per l’incentivo ai sistemi di qualità. (E con un pò di buona volontà se ne trovano anche altri).

– Non avere figli, che quelle son tutte spese in più.

Ecco fatto, facile no?

 

Il Vinitaly è ottimista

Andando sul sito del Vinitaly, il comunicato stampa ufficiale non lascia dubbi:

il vino italiano è primo nel’export agroalimentare italiano, performance di + 59,6% export in Russia, + 28,6% in Canada, + 12,5 in Svizzera e dulcis in fundus la Cina +109 %. Toni rassicuranti, toni quasi entusiastici.

Speriamo bene, qualche dubbio ce l’ho per i vini Toscani, ma speriamo bene. Vedremo se il mercato riprende… non vorrei che sia solo un incremento per troppo pochi.

Lista Paesi Eu che riconoscono i diritti dei Piccoli Produttori di Vino

Gianni mi ha inviato un documento dell’Agenzia delle Dogane datato 7 maggio 2004 in cui si elenca i 25 Paesi che riconoscono l’esonero dei Piccoli Produttori di Vino in fatto di DAA elettronico. Questo documento è disponibile in internet sotto il sito dell’agenzia delle dogane, sotto accisa, poi “Normative sulle accise”, e poi “2004”!!!!!.

Quindi, ai miei fatti, c’è un documento di sei anni fa, che nessuna organizzazione ha pubblicizzato, e oggi 2011 avrei dovuto sapere che dal 1 Gennaio 2011 spedire vino in Finlandia non si può senza Daa elettronico… ma roba da pazzi!

Comunque chi per chiarezza è un piccolo produttore di vino legga il il documento che è qui: http://www.agenziadogane.gov.it/wps/wcm/connect/ab3bb1004421f03da333bb4e7aaa0be0/lista_paesi_ue.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=ab3bb1004421f03da333bb4e7aaa0be0

e mi riferisca se ci capisce qualcosa!

 

Questione di prezzo

Quando si offre un euro a bottiglia di vino, quando il prezzo del vino sfuso non vale nulla, quando i prezzi di marketing, di burocrazia e di ricarico rappresentano oltre l’80/90% del costo finale, quando in una situazione così il produttore tenta di sopravvivere questi è destinato a soccombere.

Tanti discorsi naturalistici, di vigna, di personalità del vignaiolo… ma poi se la speculazione ha il sopravvento, che fare per resistere? Sciopero. Sciopero. Sciopero. Bisognerebbe non produrre, fermarsi un po e riflettere, insieme, cosa fare.

 

Esonero obblighi per i Piccoli produttori di vino

 Ecco gli ultimi sviluppi della situazione, dopo aver sollecitato il Consorzio Chianti Classico sulla questione DAA elettronico (vedi anche qui e qui e qui ).

Il Consorzio ammette che ci sono forze come gli autotrasportatori e ditte che nascono come funghi che si oppongono al risolvimento della questione, in quanto hanno tutto l’interesse a far pagare i propri servizi. Anche Paesi produttori di vino concorrenti, la Francia, impedisce che la legge italiana sia rispettata.

Tecnicamente i Piccoli Produttori italiani non sono presenti nel sistema informatico delle dogane europee e molti Paesi, sopratutto chi non ha accisa uguale a zero, non vogliono “forzare” il sistema elettronico per l’inserimento di questi Santi Piccoli Produttori Italiani. Ecco perchè è spesso impossibile sdoganare il vino in questi Paesi, a meno che non si sborsi cento, centocinquanta euro a qualcuno, autotrasportatore o ditta che si vuole, PRIMA DELLA SPEDIZIONE. Nel mio caso essendomi trovato ignaro di questo dovrei far ritornare il vino qui in Italia (Euro 250 + Iva), far emettere da una ditta specializzata un DAA elettronico (Euro 150  + Iva) e rinviare nuovamente in Finlandia. Questo giochino costerebbe in totale 900 euro + Iva (spedizione, ritorno, nuova spedizione e DAA elettronico) più le bestemme, se mi si permette.

Comunque, a seguito della segnalazione del mio caso alla Dogana di Roma del Consorzio Chianti Classico ho ricevuto una interessante risposta della Dr.ssa Lanuzza che dovrebbe permettere la soluzione del problema, ma credo proprio che una vera soluzione sia solo una volontà POLITICA per agevolare tutti i Santi Piccoli Produttori di Vino Italiani. Ecco quanto scrive la Dottoressa:

OGGETTO : Risposta sollecito Helpdesk NCTS – Esonero degli obblighi dettati in materia accise per “piccoli produttori di vino ”

Con riferimento a quanto rappresentato dalla nota in oggetto, inerente alla mancata accettazione da parte di un paese comunitario ( Finlandia ) di una partita di vino scortata da documento di accompagnamento cartaceo, si fa presente quanto segue :

Ai sensi dell’art. 37 del Testo Unico Accise, approvato con D.Lgs 504/95, gli stabilimenti di produzione di vino con produttività annua media non superiore a 1000 ettolitri, sono dispensati, fintanto che l’accisa in Italia resterà pari a zero, dagli obblighi previsti dalla normativa relativa alla circolazione delle accise. Pertanto, diversamente dalle ditte titolari di deposito fiscale le quali, dal 1 -1- 2011, devono emettere i DAA esclusivamente in forma telematica (e- AD), nei trasferimenti intracomunitari possono spedire in regime sospensivo a soggetti abilitati, muniti di codice accisa, utilizzando il Documento Agricolo previsto dal regolamento CE 436/2009.

Con circolare, n 1412/2004 è stato pubblicato l’elenco dei 25 Paesi del’Unione Europea che riconoscono ai piccoli produttori di vino l’esonero dai vincoli di circolazione e di deposito previsti dall’art 40 della direttiva 118/98. L’elenco degli Stati che prevedono le agevolazioni in esame, ha come finalità quella di consentire alle varie amministrazioni nazionali di essere informate del fatto che per le spedizioni di vino che giungono da tali paesi, il prodotto non sarà scortato dalla documentazione prevista dal regime delle accise ma da quella stabilita dalle norme comunitarie del settore agricolo. ( Documento Agricolo – Allegato III del Regolamento 884/2001 ). Le spedizioni in partenza dagli Stati che, invece, non prevedono le forme di agevolazione fiscale consentite ai piccoli produttori dal citato art 40 della direttiva 118/98 CEE saranno, ovviamente, accompagnati da DAA o da DAS secondo le disposizioni dettate in materia di accise.

Pertanto, per i trasferimenti intracomunitari,i piccoli produttori di vino, di cui all’art.37 del T.U. accise, possono continuare ad avvalersi del documento cartaceo

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previsto dal regolamento CE 436/2009 /CE.

Ai fini del richiesto intervento,ove ancora sussista la problematica dopo le precisazioni di cui sopra,si renderebbe necessario acquisire il dettaglio del movimento non andato a buon fine.

Ulteriori problematiche dovranno, comunque, essere trasmesse per il tramite dell’Ufficio delle Dogane territorialmente competente.