Agriturismo

Da oggi Caparsa apre il nuovo agriturismo. Un casina di 80 metri quadri tra trattori, vigne e vini. Dopo 8 anni di sospensione di questa attività causata dalla troppa burocrazia e dall’impossibilità di dedicare tempo a questa attività per la nascita dei quarti e quinti figli, ma sopratutto per dedicare le energie al vino e alle vigne, si ricomincia.

I ricordi tornano a venticinque anni fa quando nel Chianti c’erano moltissimi turisti che si raccomandavano di trovar da dormire, i pochi e primi agriturismi pieni zeppi, gli alberghi non c’erano (a Radda la Miranda e il Semplici) e molti costretti a dormire in macchina… Roba di altri tempi: in pochi anni al seguito del successo degli agriturismi, camere, alberghi, Bed and Brekfast, Case Vacanze si sono moltiplicati a dismisura fino a sentire le continue lamentele di questi anni difficili, di tutti. Ma noi italiani quando impareremo a operare con lungimiranza e con misura?

 

 

Gli errori si pagano

 

Nella vita si commettono tanti errori, e il vignaiolo ne commette continuamente, almeno io è sicuro.

Si dice che dagli errori si impara o che dal fondo non si può che risorgere e crescere. Però in ambiente di lavoro gli errori si pagano. A volte gli errori sono originati da stanchezza, da depressione, a volte da autopunizioni, a volte superficialità o sottovalutazione o rutine. Provo ad elencarne qualcuno che mi è capitato quest’anno.

Vetro del trattore, in briciole, perchè rimasto aperto mentre caricavo sassi, Euro 800,00

Orologio da polso, perchè tirando botte sul tappo di silicone dei tonneau per chiuderli, i colpi l’hanno scassato, Euro 120,00

Vino nuovo 2012 perso nella fogna, 4 Hl il top, perchè nell’operazione di sgrandatura del tino che effettuo di notte per la pressatura delle vinacce non si è accesa la pompa colpevolmente rimasta spenta, Euro ???? (dai 400 ai 5.000 euro, impossibile il calcolo economico, ma mentalmente un disastro).

Tino di acciao Inox da 8 Hl, distrutto, si è afflosciato su se stesso, perchè travasando il vino non avevo tolto il tappo superiore per cui la depressione di aria ha causato il danno, Euro 1.600.

Gronde del tetto, urtate col muletto per scaricare i pallet di bottiglie, Euro che cazzo ne so.

Potrei continuare ma è meglio fermarsi qui. Infatti si potrebbe aggiungere le damigiane e i bicchieri rotti, i perni del trattore persi, ecc., per non dire due trattori a ruote completamente distrutti qualche anno fa (decine di migliaia di euro…).

Insomma, forse questo è uno sfogo, ma oggi mi sento così e così…

 

Utilità della Stazione Meteo in viticoltura

Sono un pò orgoglioso di presentare la mia nuova Stazione Meteo digitale. Ammetto di essere un po’ pazzo, in quanto di questi tempi potrebbe essere meglio star fermi, ma la mia vecchia Stazione Meteo computerizzata, installata una quindicina di anni fà, non funzionava più bene o per lo meno cominciava ad essere obsoleta. Ho quindi deciso di acquistarne una nuova, la quale si sintonizza col mio computer telefonandogli. Qualsiasi persona che conosce il numero di telefono della centralina e possiede il software, può scaricare i dati di Caparsa che registra: temperatura, umidità relativa, bagnatura fogliare e pioggia. Questi dati sono utili per intervenire con i trattamenti in vigna con una certa precisione, indispensabile sopratutto per il bio e per il risparmio del denaro. Funziona un pò come quando si va dal medico e ci ordina delle analisi, che noi poi gli portiamo, li legge spesso moooolto velocemente e conferma, oppure no, quello che già pensava di sapere.

Ecco sì, i vignaioli a volte diventano come medici…

Comunque, per curiosità la temperatura più alta registrata a Caparsa nell’ultimo mese e mezzo è di 39,4° C il 01/07/2012 alle ore 16. Di seguito il grafico; come si può notare l’escursione termica tra notte e giorno è davvero notevole. Un buon augurio per una produzione 2012 di eccellenza!

 

Considerazioni a distanza sulla guida Slow Wine di Slow Food

Due considerazioni sulla guida Slow Wine di Slow Food. Da fonti non attendibili la guida ha stentato molto in Italia, mentre ha riscosso un buon successo all’estero con le versioni in Inglese e Tedesco.

Come azienda premiata nell’ultima edizione e a distanza di mesi dall’uscita, ho potuto constatare come a livello commerciale al dettaglio non ci sia stato nessun risultato concreto, mentre ho ricevuto una decina di visite in cantina proprio per la segnalazione della guida. Un aspetto davvero innovativo. Bello. Questo dimostra proprio come l’attenzione dei lettori sia particolarmente attenta alle persone e ai luoghi descritti, mentre però c’è una più limitata attenzione ai vini. D’altra parte questo approccio è centrale nelle intenzioni degli autori. La differenza dalla guida del Gambero Rosso è notevole, ancora si vedono persone che, con il libro sottobraccio del Gambero, la consultano alla ricerca dei vini con i tre bicchieri presso le enoteche o i negozi, senza dare troppo importanza agli uomini e alle vigne.

Un altro punto da evidenziare è che Slow Wine, puntando sulle piccole realtà a differenza di altri, non può e non arriva a certi “rientri”. Penso ad esempio agli eventi organizzati negli States, dove tra quota di partecipazione, costi di viaggio e permanenza, i piccoli produttori ci devono riflettere ben bene prima di parteciparvi non solo per motivi finanziari, ma anche per motivi di lavoro in quanto non ci si può assentare più di tanto in azienda.

Ho scritto queste brevi considerazioni poichè sono molto vicino emotivamente alle idee che hanno ispirato la guida… e allora… forza con le idee! 🙂

 

Tra i giovani, un evento a Caparsa

Il 25 Maggio inizia un evento, inserito in occasione della manifestazione “Chianti Classico è” qui a Caparsa che spero sia gradito poichè può essere un’occasione per abbinare momenti vinosi con l’arte, un arte contemporanea giovane, realizzata da giovani e con molti giovani (vedi su Facebook).

Questo è quanto ha scritto in proposito l’organizzzatore, Federico Cianferoni, che poi è uno dei miei figlioli Laughing:

Lo scopo della mostra che presenteremo il 25 maggio alle 18 e che andrà avanti fino al 3 giugno è quello di scivolare tra le tematiche del vino e dell’arte, un piccolo percorso sì snoderà tra le sale della cantina e incontrerà le opere di artisti fiorentini.
Nella
prima sala si nasconderanno meravigliosi gatti in ceramica patinata realizzati da Cristina Casini: si confonderanno nell’ambiente, si immedesimeranno nella cantina diventando parte di essa (sarete capaci di trovarli?).
Successivamente si trovarà un sentiero fatto di immagini stampate su carta: fotografie di Alice Pastorelli che poteranno lo spettatore in un mondo fatto di paesaggi e ritratti, per poi passare alle fotografie di Paola Ressa, in bianco e nero, con una tematica più contemporaea, più astratta, per finire poi con due foto di Michele Leccese, stampate su alluminio, l’inizio di una serie chiamata Underground, con un carattere tendente al surrealista.
La parte finale si tratterà di dipinti.
A partire dal lavoro popart di Martina dell’Unto che culmina nella collaborazione con Annalisa Foglia e la realizzazione della MonnezzaLisa.
A seguire le grandi tavole di vernice smaltata di Leonardo Borri a tematica quasi futurista-surrealista con tratti di caricaturismo (nella serie “I Vecchi”). E infine le tele a stampa bianco/nera di Bernardo Criscuoli a ispirazione fumettistica.

Le opere sono inserite nel contesto della Cantina, diventando complementari a botti in legno, cemento e acciaio e oltre a poter acquistare i vini della nostra azienda è possibile comprare le opere d’arte.

Vi aspettiamo all’inaugurazione, e nei dieci giorni successivi, per venire a curiosare in cantina!

Un evento tranquillo

Ecco, tra qualche giorno in Versilia, a Lido di Camaiore l’11 e il 12 Marzo ci sarà “Terre di Toscana”, un’occasione di ritrovare la propria tranquillità in una degustazione dei più rappresentativi vini e produttori Toscani. Vorrei sottolineare questo aspetto: la quiete del luogo dove si svolge la manifestazione: senza problemi di parcheggio, senza file, con la professionalità degli organizzatori e la passeggiata in riva al mare, insomma tutto il contrario di quanto di solito le analoghe manifestazionin offrono.

Anche il patron, Fernando Pardini, a vederlo emana subito questo spirito di tranquillità, umiltà e tanta passione tanto è vero che il titolo della sua pagina recita: “L’AcquaBuona, in rete dal 1999 per amor di Terra” . Sottolineo: “Amore di Terra”, poichè spesso si dimentica che la Terra è la madre dei vini e dei suoi vignaioli…

Non mi dilungo, aggiungo che questa è una delle poche manifestazioni a cui partecipo. Porterò la mia nuova annata 2008 Caparsino Riserva e Doccio a Matteo Riserva ma sopratutto il sorprendente “Bianco di Caparsino 2010, Igt Toscana”, realizzato col Trebbiano e la Malvasia Bianca, non filtrato, forse unico nel suo genere, dove si dimostra come non è importante il vitigno, ma il cuore e la terra per fare “pezzi unici”… Laughing

Buon Anno

Quest’anno non ho fatto auguri. Via Facebook, per esempio, ne ho ricevuti molti ma generalmente non ho risposto. Da un punto di vista gli auguri mi sembrano spesso una forzatura, un obbligo, una convenzione. Come sarebbe bello dare e ricevere auguri lontano dalle date stabilite. Come in Alice nel Paese delle Meraviglie dove si celebra il noncompleanno 364 giorni l’anno…

Attraverso questo spazio però gli auguri li faccio, auguri a tutti per affrontare quel che ci attende con serenità, nella speranza di vedere a giro più sorrisi, compreso io che mi sorprendo sempre più con una faccia non troppo serena.

Vecchia ricetta del Chianti Classico

C’è un interessante piccolo trafiletto nella guida “Slow Wine 2012”, a pagina 764, che (sperando non vada incontro ai diritti d’autore), riporto in parte:

“Il disciplinare di produzione del Chianti Classico è stato modificato nel giro di pochi anni. Nel corso degli anni il celebre metodo del Barone Bettino Ricasoli di associare il Sangiovese col canaiolo, ciliegiolo, colorino, trebbiano e malvasia toscana, si è afflievolito a favore di un taglio moderno, con l’utilizzo di vitigni internazionali, indotto da un mercato che richiedeva vini più consistenti. Attualmente il disciplinare non prevede l’utilizzo di uve a bacca bianca nel vino. Crediamo che la territorialità di un vino si possa affermare ed esprimere al di là del corredio varietale. E’ nelle mani del viticoltore che si esalta il luogo di origine attraverso un’agricoltura rispettosa e sensibile verso la tradizione di un territorio”. E si citano alcuni vini di Castellinuzza e Piuca, Podere Erbolo, Reggine e Caparsa, “vini che trovano spazio nell’ambito delle IGT o dei vini da tavola, snaturati quindi sul fronte appellativo.”

Che dire di meglio? Chi ha orecchi per intendere, intenda.