Vitis Vinifera di 2400 anni a Radda

La targhetta posta accanto alla provetta recita: “Acini carbonizzati di Vitis Vinifera” scoperti sul Poggio alla Croce a Radda in Chianti, ma non dice che quei minuscoli tre acini hanno 2.400 anni. Penso che una testimonianza del genere così antica nessun territorio vitivinicolo, può vantare. Infatti la testimoianza più antica sembra sia una sostanza secca proveniente da uva rinvenuta in una giara datata 7.000 anni in Iran, ma certo lì il vino non è oggi prodotto.

Non è quindi un caso che Radda in Chianti e il suo territorio ancora oggi dopo migliaia di anni sia al centro dell’attenzione dei vini del mondo. La vite quì ha continuato in molti modi a perpetuarsi, fino ai nostri giorni. Pensare che gli Etruschi coltivavano la vite, consumavano e vendevano il vino fino a farlo giungere in luoghi impossibili da pensare, è entusiasmante. Dopo almeno 2.300 anni ancora accade, documentato.

Al Museo di Castellina in Chianti.

Agriturismo

Da oggi Caparsa apre il nuovo agriturismo. Un casina di 80 metri quadri tra trattori, vigne e vini. Dopo 8 anni di sospensione di questa attività causata dalla troppa burocrazia e dall’impossibilità di dedicare tempo a questa attività per la nascita dei quarti e quinti figli, ma sopratutto per dedicare le energie al vino e alle vigne, si ricomincia.

I ricordi tornano a venticinque anni fa quando nel Chianti c’erano moltissimi turisti che si raccomandavano di trovar da dormire, i pochi e primi agriturismi pieni zeppi, gli alberghi non c’erano (a Radda la Miranda e il Semplici) e molti costretti a dormire in macchina… Roba di altri tempi: in pochi anni al seguito del successo degli agriturismi, camere, alberghi, Bed and Brekfast, Case Vacanze si sono moltiplicati a dismisura fino a sentire le continue lamentele di questi anni difficili, di tutti. Ma noi italiani quando impareremo a operare con lungimiranza e con misura?

 

 

Il Chianti Classico è ormai nei fatti una Denominazione di ricaduta?

Il nuovo Gruppo su Facebook “Vignaioli di Radda”, che in un sol giorno di vita ha raccolto oltre 150 adesioni, oppure le Aziende di Lamole, ma anche realtà più istituzionalizzate come i Viticoltori di Panzano in Chianti, e i Viticoltori di Castellina in Chianti, dimostrano come ormai nel territorio dei Monti del Chianti dove si produce il vino Chianti Classico esistono forze dove la zonazione è un dato di fatto.

Il fenomeno è un salto a piè pari nei confronti del Consorzio Chianti Classico, organismo che dovrebbe rappresentare tutte le realtà produttive ed economiche del territorio e del vino Chianti Classico dove si parla di zonazione da decenni, ma senza alcun risultato pratico. La zonazione di un vasto territorio dove si produce vino, con la quale si esaltano proprietà ben delimitate dei produttori, del suolo e dei vini, rappresenta un enorme valore aggiunto per chi vuol approfondire e capire, che non si accontenta più della generalizzazione. Insomma tutto un mondo di vino che crede nelle singole aziende e nella specificità dei territori e non si accontenta più di una denominazione che appare sempre più al servizio dei grandi imbottigliatori, della grande distribuzione e dei grandi mercati.

Per questro motivo, come insieme si valutava con Roberto Stucchi di Badia Coltibuono in occasione della riuscita manifestazione “Sangiovese Purosangue” a Roma la scorso week-end, la Denominazione Chianti Classico appare come una sorta di ricaduta, al di sotto dei singoli territori che nella loro diversità producono vini con linee gustative riconoscibili ed esclusive, ormai di fatto esistenti e riconosciute.

 

Il Convento di Santa Maria in Prato di Radda in Chianti

Il Convento francescano di Santa Maria in Prato a Radda in Chianti, dopo molti anni di restauro, è stato da alcuni anni lasciato in donazione gestionale al Consorzio Chianti Classico. Un luogo bellissimo, purtroppo solo occasionalmente usato dal Consorzio. È davvero un peccato. Da alcuni anni lì vive un casiere, un simpatico romano, che sarebbe molto interessato ad una gestione continuativa di alcuni locali. Non conosco i dettagli e i rapporti tra Comune, Consorzio Chianti Classico, Regione, ecc., so solo che soldi pubblici sono stati spesi e che usufruire al più presto senza ulteriori ritardi di questa struttura sarebbe auspicabile. Immagino tra l’altro gli oneri che vengono spesi per la gestione ordinaria (casiere, riscaldamento, energia, tasse) senza quasi alcun rientro. Costi che vengono onorati dai Soci del Consorzio.

 

 

Chianti Classico: si avvicina l’ora della verità

 

Il 15 gennaio è la scadenza ultima per le denunce vitivinicole, cioè le dichiarazioni di produzione.

Quest’anno questa denuncia sarà in pratica una riprova delle tante discussioni che si sono svolte all’interno del corpo sociale del Consorzio Vino Chianti Classico.

Infatti due erano le questioni centrali: l’abnorme giacenza di vino e la mancanza di trasparenza di molti produttori (per dire un eufemismo) che avevano fatto precipitare negli ultimi quattro anni i prezzi del vino “atto a divenire”, costringendo la maggior parte dei produttori a svendere con gravi danni economici.

L’ultima vendemmia ha registrato, secondo gli osservatori sul campo ma anche istituzionali, mancate produzioni dal 50% al 15% sui Monti del Chianti e in Toscana rispetto all’anno scorso, addirittura ai livelli del 1975. Anche le produzioni in Europa sono scese di molto (si parla del 10% circa).

Per quanto mi riguarda, nonostante produca in zona fresca e ricca di acque sotterranee, la produzione quest’anno si assesta a circa 40 Hl/ha di vino Chianti Classico a fronte di circa 50 Hl/Ha del 2011 con un calo di circa il 20% (un dato che vorrei riportare quì è quello del 2010 dove ho prodotto, dichiarandolo, circa 12,5 Hl/Ha) . Sarebbe interessante raccogliere le testimonianza dei viticoltori….

A questo punto le considerazioni sono facili:

a fronte di una reale scarsa produzione e una presumibile riduzione delle giacenze i produttori, ma sopratutto i grandi produttori e le cooperative, adotteranno comportamenti trasparenti e orgogliosi per risollevare la denominazione? Oppure si continuerà a fare una politica miope e senza lungimiranza come fin qui adottata?

Staremo a vedere dopo il 15 Gennaio 2013 e vi terrò aggiornati.

 

Riconoscimenti

Torno dopo i miei quattro giorni di vacanza estivi e scopro di aver avuto inattesi riconoscimenti. Una comunicazione di Slow Food, mi indica di aver ricevuto la Chiocciola (per la cantina e il modus operandi) e “Vino Slow” (il vino del cuore) per il Chianti Classico “Caparsino 2008 Riserva”. In effetti il Caparsino 2008 Riserva mi piace molto, sopratutto per motivi che al di la del gusto offre. Infatti, bevendolo, si raggiunge rapidamente una stato di finezza mentale, come pochi vini con cui ho avuto a che fare. E’ quindi l’essenza del vino stesso, potrei dire l’anima del vino, che mi convince anche a me. Per farlo ho dovuto scartare tanto vino, ho dormito poco pensando e ripensando e ho fatto cambiamenti di virgole fin poco prima dell’imbottigliamento di 5.333 bottiglie. Mi scuso se mi sono lasciato andare, ma ogni tanto quando ci vuole ci vuole… 😉

Quest’anno c’è nella guida Slow Wine la novità dello sconto del 10% sui vini di molti produttori, semplicemente presentando la guida al momento dell’acquisto in azienda o in vendita diretta, che accompagna il cambiamento che stiamo tutti noi piccoli assistendo: gli eno-appassionati hanno sempre più la voglia e la possibilità di “vivere” le realtà dell’ambiente, dei vigneti, degli uomini e del vino a differenza di soli pochi anni fa dove l’acquisto era spesso scaturito da giudizi svincolati dai contesti produttivi, giudizi provenienti solo da degustazioni di giornalisti o “esperti”. Grazie allora, un grande grazie per i suggerimenti della guida Slow Wine 2013.

Probabile forte diminuzione di produzione 2012

La situazione a fine Agosto nei vigneti lascia prevedere una quasi sicura forte diminuzione di produzione di uve da vino. Qualcuno parla fino al 50%. L’andamento stagionale sta letteralmente alleggerendo numerosi grappoli sopratutto in certe zone per composizione del suolo e per esposizione. Lo stress non è naturalmente uniforme, ma una qualche previsione di drastica generale diminuzione di produzione 2012 è da mettere in conto.

E se si fanno i conti con le alte giacenze dei vini delle annate precedenti, come ad esempio il Chianti Classico che ha condizionato al ribasso il prezzo del vino “atto a divenire” negli ultimi quattro anni, è facile prevedere un’impennata dei prezzi. Sempre se naturalmente….. Wink e non aggiungo altro.

Tra i giovani, un evento a Caparsa

Il 25 Maggio inizia un evento, inserito in occasione della manifestazione “Chianti Classico è” qui a Caparsa che spero sia gradito poichè può essere un’occasione per abbinare momenti vinosi con l’arte, un arte contemporanea giovane, realizzata da giovani e con molti giovani (vedi su Facebook).

Questo è quanto ha scritto in proposito l’organizzzatore, Federico Cianferoni, che poi è uno dei miei figlioli Laughing:

Lo scopo della mostra che presenteremo il 25 maggio alle 18 e che andrà avanti fino al 3 giugno è quello di scivolare tra le tematiche del vino e dell’arte, un piccolo percorso sì snoderà tra le sale della cantina e incontrerà le opere di artisti fiorentini.
Nella
prima sala si nasconderanno meravigliosi gatti in ceramica patinata realizzati da Cristina Casini: si confonderanno nell’ambiente, si immedesimeranno nella cantina diventando parte di essa (sarete capaci di trovarli?).
Successivamente si trovarà un sentiero fatto di immagini stampate su carta: fotografie di Alice Pastorelli che poteranno lo spettatore in un mondo fatto di paesaggi e ritratti, per poi passare alle fotografie di Paola Ressa, in bianco e nero, con una tematica più contemporaea, più astratta, per finire poi con due foto di Michele Leccese, stampate su alluminio, l’inizio di una serie chiamata Underground, con un carattere tendente al surrealista.
La parte finale si tratterà di dipinti.
A partire dal lavoro popart di Martina dell’Unto che culmina nella collaborazione con Annalisa Foglia e la realizzazione della MonnezzaLisa.
A seguire le grandi tavole di vernice smaltata di Leonardo Borri a tematica quasi futurista-surrealista con tratti di caricaturismo (nella serie “I Vecchi”). E infine le tele a stampa bianco/nera di Bernardo Criscuoli a ispirazione fumettistica.

Le opere sono inserite nel contesto della Cantina, diventando complementari a botti in legno, cemento e acciaio e oltre a poter acquistare i vini della nostra azienda è possibile comprare le opere d’arte.

Vi aspettiamo all’inaugurazione, e nei dieci giorni successivi, per venire a curiosare in cantina!

Ho fatto un sogno

Ho fatto un sogno. Attraverso una porta ho visto i produttori del vino Chianti Classico che si appropriavano di quei valori necessari per creare positività nel comune sentire e agire. Uniti in quel magnifico territorio dei Monti del Chianti per esprimere il frutto di un lavoro iniziato prima di noi, al tempo degli Etruschi e forse prima.

Uniti senza leggi, lacci e lacciuoli, dove l’egoismo del proprio orticello non esisteva, dove il senso della comunità prevaleva sui piccoli interessi personali e quindi le regole non servivano.

Il sogno continuava con un veloce e trionfale raggiungimento di traguardi qualitativi e mercantili, mai visti in un territorio di vino. Il vino Gallo Nero ai vertici mondiali dove l’efficienza, la solidarietà tra produttori, l’unicità di tutti i vini espressi in quei Monti era riconosciuta e apprezzata, raggiungendo quotazioni impensabili fino a qualche mese prima.

Ho fatto un sogno.