Le dogane europee non fanno passare il vino dei piccoli produttori

Aggiornamento del precedente Post.

Dopo molte telefonate in dogana, uffici vari, sembra proprio che i piccoli produttori di vino, che sono esentati a presentare documento amministrativo di accompagnamento (DAA) elettronico per esportare nei Paesi EU, non sono presi in considerazione. I loro vini stanno tornando indietro PERCHE’ si vuol favorire solo la grande distribuzione che può emettere il DAA Money mouth.

In Dogana italiana mi hanno suggerito di protestare….Cry

intanto il vino che ho spedito in Finlandia (150 bottiglie) pare che debba tornare indietro, ingiustamente secondo le norme, ma in pratica è così.

Come si fa a prendersela con l’EU? Yell

Campioni di Vino

Tutti vogliono i campioni di vino: giornalisti, enoteche, distributori, rappresentati, fiere, concorsi, proloco, iniziative promozionali, enti locali, associazioni di volontariato, associazioni sportive, camionisti… Poi ci sono i vini per le degustazioni, le più svariate, organizzate ormai in ogni angolo della Terra. Poi ci sono i regali ai parenti e agli amici. Tutto gratis. Occorre davvero una grande abilità per dare un senso logico ad un numero così elevato di richieste. Non è facile davvero. A occhio il cinquanta percento delle bottiglie “regalate” è come averle buttate via. Addirittura sò di numerosi casi che qualcuno ha il coraggio di rivendere (a nero) le bottiglie acquisite in vari modi, e questo veramente non va bene.

Probabilmente per l’industria vinicola su centinaia di migliaia o addirittura milioni di bottiglie il numero di quelle perse incide poco, ma per i vignaioli che imbottigliano 20-30.000 bottiglie e ne “regalano” mille la questione è gravosa. I problemi dei vignaioli sono anche questi…

 

Il vino è mobile

   Il vino è come una “piuma al vento”. La similitudine con la celebre canzone del Rigoletto di Giuseppe Verdi mi è sopraggiunta leggendo il post di Rizzari e Gentili.

Infatti, a parte i vini da battaglia, a parte i vini “fotografati” cioè prodotti per  resistere alle tempeste e ai maremoti, i vini buoni, i vini fini, risentono incredibilmente di ciò che gli succede intorno. Provo ad elencare:

il tipo di bicchiere, la lavastoviglie, il cencio per asciugare i bicchieri, il tempo se nuovoloso, sereno, alta o bassa pressione, la pioggia o la bassa umidità relativa, e poi la storia della bottiglia se tenuta in cantina, sullo scaffale, sotto un riflettore, il trasporto o il tappo di sughero che spesso influenza senza saper di tappo, e poi l’umore di chi usufruisce del nettare, se in cazzato, se felice, se sereno, in compagnia, l’età, con quale pietanza si abbina. E poi il tempo dopo la stappatura, dieci minuti, sessanta minuti a volte ventiquattro ore…

Insomma, il vino buono è mobile come può essere una donna e per questo, è bello e attraente!

Festa del Blog del Vino

 Non è solo una festa di un Blog. E’ la festa di tutti i blog degli appassionati di Vino. Percorsi di Vino, di Andrea Petrini, festeggia tre anni di costante e quotidiana passione, in quel di Roma il 30 Gennaio 2010. Tutti possono partecipare alla festa presso L’Incannucciata di Dino De Bellis (via della Giustiniana 5, Roma) il 30 Gennaio 2010. Per i particolari e le prenotazioni andate QUI.

Solo pochissimi anni fa i blog non avevano grande impatto sull’opinione pubblica. Oggi i tempi sono cambiati, ognuno di noi in prima persona può giudicare e commentare, creando dibattiti pubblici (democratici) in cui finalmente la trasparenza e la velocità sono le novità evidenti dell’era internet. Sopratutto i giovani possono usufruire di questa tecnologia molto più facilmente dei “vecchi”, anche se questi ultimi non certo favoriscono questo canale: in Italia ricordo i  problemi delle basse velocità di navigazione, dei prezzi alti, di moltissime località non raggiunte dall’ADSL, il controllo burocratico degli accessi (solo da pochi giorni il Wi-Fi è libero…) come a dire “Il potere siamo noi e Voi siete solo “popolo” che deve rimanere ignorante…”

Quindi la Festa di Andrea Petrini è anche un simbolo di un mondo che sta cambiando, alla faccia di chi non ci crede. Naturalmente sarò presente.

 

 

L’effetto psicotropo del vino

Affrontai l’argomento nel 2008 nel post dal titolo “Coca e Droga”. Affermavo che c’è una grande differrenza tra il vino e le droghe: la cultura. Inoltre il vino è l’unica “droga” che coniuga energia con sostanze essenziali per la vita (aminoacidi, vitamine, polifenoli, sostanze anti-ossidanti, ecc.) e… felicità. Se la droga “vino” è ben prodotta poi, può favorire la comunicazione e la socialità tant’è vero che fiolosofi greci e romani ne facevano largamente uso. Mentre le altre droghe hanno fondamentalmente una funzione annebbiante, il vino può avere effetti sbrinanti benefici.

Vorrei qui di nuovo riportare quello che Cristiano Castagno scrisse in risposta al mio post (con qualche piccola correzione per migliorare la leggibilità):

L’effetto psicotropo del vino è qualcosa che si ha pudore a parlarne. Sono convinto che vini diversi hanno effetti diversi. Troppi vini, celebrati per la presunta superiorità organolettica poi alla prova del bicchiere sono deludenti: dopo un paio di bicchieri viene sonno e magari qualche postumo negativo, zona fegato. Vini davvero superiori invece anche dopo aver vuotato la bottiglia, mangiando comunque qualcosa, in compagnia specialmente, aprono la mente e rispettano anche il metabolismo ma questi sono aspetti normalmente del tutto ignorati dalla critica enogastronomia ma assolutamente fondamentali! Credo che bisognerebbe rivoluzionare il modo di valutazione dei vini e diffidare di persone che hanno la presunzione di valutare, spesso con giudizi definitivi, decine e decine di vini in batteria e che in fondo rispecchiano il bisogno di consumismo della nostra società. Probabilmente qualche droga tipo coca (foglie non polvere), cannabis (come kif o charas, non certo come la “skunk”) e altre in altre culture, a noi precluse, possono rappresentare quello che per noi è il vino, frutto genuino della cultura e sacramento dionisiaco di piacere e non solo assunzione di alcol come oggi si sta cercando di inculcare nell’immaginario collettivo.

 

Alla faccia del territorio

E’ già arrivata: la macchina che dealcolizza il vino di 1,5 – 2 Gradi. Finalmente è possibile trasformare il vino molto aloolico, in un vino meno alcolico, oggi di “moda”, addirittura lasciando inalterarte le altre proprietà.

La mia è naturalmente ironia. Dopo la macchina ad osmosi inversa, che irrobustisce il vino, ecco un’altra diavoleria. Si parla di territorio, di espressione della vigna e dell’uomo, ma sempre più la tecnica incide su questo mondo.

Ennesima pazzia burocratica

Oggi ho ricevuto avviso di multa fino a 1200 Euro per aver ritardato l’invio del riepilogo INTRA alla dogana. L’INTRA è un sistema statistico delle dogane.

Cercando di fare il vino ma anche la burocrazia, quando si spedisce il vino in Europa occorre inviare questo benedetto riepilogo per fax entro 5 giorni del mese successivo. Avendo, nello specifico, inviato il fax con ritardo scusandomi cercando di far capire che vendemmia, burocrazia da svolgere, cinque figli da mandare a scuola e tanto altro che non sto qui ad elencare, una dimenticanza delle centinaia di scadenze che frustrano veramente chi lavora, ci può stare. Nulla da fare…..

Lo Stato peggio della Mafia?

 

Il Papa: “E’ necessario rilanciare l’agricoltura”

 Il papa oggi nel discorso che ha preceduto l’Angelus ha parlato dell’agricoltura, della crisi di questo settore, lasciato da decenni nelle mani delle logiche bancarie, delle logiche del capitale, delle logiche di rapina ambientale e non più dei tempi dell’uomo e della natura. Il Papa oggi mi ha commosso, anche se non sono un credente.

E’ un emergenza, ma nessuno se ne occupa seriamente; una classe politica tutta intenta a preservarsi e intenta a seguire solo percorsi industriali. Eppure il sapere, la conoscenza e la cultura delle persone di questo settore è primario, ma oggi tutti lo hanno dimenticato. Dimenticato sotto tonnellate di carta burocratica, dimenticato dalla possibilità di acquistare il cibo nel mercato mondiale (per ora).

Ho visto e vissuto in prima linea uomini lavorare nelle vigne soffrendo, al gelo, al freddo, sotto la pioggia, di notte, ho visto uomini come Emilio, Terzo, il Regoli e altri morire dopo una vita trascorsa a lavorare nelle vigne, ho visto uomini morire schiacciati dai trattori. Chi beve una bottiglia di vino non si rende minimamente conto quanto lavoro, quante lacrime, quanta sofferenza per produrre quel santo liquido.

Si parla tanto, a volte troppo, tante chiacchiere spesso gratuite, presuntuose. Ma ogni tanto un ricordo, un attimo di raccoglimento, di silenzio, per chi ha dedicato un intera esistenza per produrre quel vino, ci vuole. E ci vuole una nuova politica agricola, urgente, per dare una speranza e continuità a questo Paese.

 

Davide Bonucci

Quando si parla dei vini di Toscana, spesso il pensiero va alla Provincia di Siena dove nascono i più grandi vini del mondo: Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Vernaccia di San Gimignano, solo per citare i più famosi. Siena è una città dove un sistema, quasi medioevale, delle contrade è unico al mondo. Le 17 contrade rappresentano l’anima di questa Città, inaccessibile ai più. Le contrade gestiscono il territorio della città in ogni senso. Siena. Città molto particolare.

I senesi sono dunque unici e Davide Bonucci è espressione verace di questa Città. Qualcuno lo definisce “diciassettino”, che sta a significare che non ha una partecipazione impegnata con una sola contrada (la sua contrada è la chiocciola), ma con tutte.

Davide qualche anno fa non beveva vino e la sua conoscenza era limitata a vini scadenti. Quando per caso ha cominciato ad assaggiare vini buoni, un nuovo mondo si è aperto. Rapidamente si è buttato nella ricerca della conoscenza di questo liquido, talmente rapito da questa ricerca che oggi è diventato uno dei principali attori della divulgazione della cultura del vino della Provincia di Siena diventando anche Presidente dell’Associazione Enoclub di Siena, che annovera oltre 170 soci/amici.

Il suo attivismo è impressionante, ogni mese organizza incontri con produttori, degustazioni alla cieca o dedicate, pranzi o cene per gli scambi di idee e commenti sui vignaioli e sui vini in degustazione, partecipa a numerosi eventi istituzionali del vino dedicando moltissimo tempo. Rapidamente ha sviluppato un palato così raffinato da far invidia. Il suo operato è condizionato dalla consapevolezza che il vino può essere considerato come opere d’arte unica per cui spesso associa artisti, come Alessandro Grazi, alle sue iniziative. Conduce poi questi siti internet:

sito-blog collettivo: http://enoclubsiena.blogspot.com/ (dove può scrivere qualunque socio)

blog: http://davidebonucci.simplicissimus.it

E il forum: http://enoclubsiena.blogspot.com/

Svelo qui un segreto: in cantiere c’è una collaborazione col Consorzio Chianti Classico presso il Convento di S. Maria a Radda in Chianti, recentemente ristrutturata dalla Fondazione del Chianti. Se il progetto andrà in porto, ne vedremo delle belle!

Auguri Davide

 

Io non sono preciso

 Non sono preciso, sono uno a cui piace fare tutto, molte cose pratiche riesco a farle, perdo le cose, gli appuntamenti, e a volte la testa.

Non sono preciso, ordinato. Il mio barbiere quando mi taglia i capelli, mi dice che ci vuole un taglio senza precisione, se no non sarei io.

Non sono preciso nel fare il mio mestiere di vignaiolo, spesso vado ad intuito, impulsi, senza pianificazioni, senza tante analisi, applico l’esperienza e basta.

Il mio vino è così, variabile, volubile, impreciso, soggetto a cambiamenti nel tempo e all’aria.

Comunque io sono così, il mio vino è così. O così o rivolgetevi ad altri. (Foto: Ville Tuomola)