Vini beverini VS Vini grossi: 2-0

                                                             

La competizione tra vini leggeri, beverini, meglio con le bollicine e vini importanti, concentrati, molto alcolici vedono al momento vincitori i primi per tre a zero come Brasile-Cile 3-0.

Le tendenze cambiano, i momenti di bere vino anche. I vini con le bollicine si bevono a tutte le ore, si bevono negli “spritz” (spumante, aperol, ghiaccio, limone) in compagnia, come aperitivo, al bar. I vini rossi, strutturati, concentrati, speziati, si berrebbero con una buona bistecca, una grigliata, durante i pasti; ma mangiare al ristorante costa, l’impegno nel preparare una buona cena è troppo. Ecco che allora, semplicemente, le quotazioni di vini spumanti sono alle stelle, mentre le quotazioni dei vini rossi Docg alle stalle. Errori ne sono stati fatti molti con i soliti giornalisti compiacenti: concentratori, tannini, osmosi inversa, hanno creato mostri di vino, che dopo due bicchieri ti stendono per troppa consistenza e invadenza.

Occorrerà tornare a vini rossi più semplici, fini, con gradazioni alcoliche moderate. Ma andatelo a dire agli assaggiatori “professionisti” che negli ultimi diieci anni hanno solo premiato i vini ciccioni, extra-large, ipercalorici, iperalcolici. Come faranno a cambiare rotta e giudicare secondo parametri molto diversi da quelli finora conosciuti?

 

 

7 pensieri riguardo “Vini beverini VS Vini grossi: 2-0”

  1. Si può anche aggiungere che i vini beverini si vendono bene, che costanno meno e possono anche essere molto buoni, dopo tutto è il piacere che hai quando li bevi che conta, non i giudizi… noi si sta lavorando a diminuire le rese, ad aumentare i costi, non solo con la diminuzione delle rese, ma anche con tutto quello che hai già denunciato, burocrazia, difficoltà di amodernare le aziende per regole imposte da tutti gli enti a partire dal comune, (c’è chi ha dovuto attendere 12 anni per una concessione edilizia di cantina, in Francia per esempio, i zone di produzioni belle quanto il chianti bastano 3 mesi, e siamo sullo stesso mercato….) insomma ci si scervella su come aumentare i costi e i vini leggirni a costi più bassi si vendono bene….. bisogna fare studi universitari e dottorati per capire dove si sbaglia?

  2. E’ vero che questa crisi, che poi tanto crisi non é (mi sembra solo una crisi di un sistema insostenibile), impone cambiamenti impensabili solo 18 mesi fa. Il modo di fare vino e il gusto si adegua così ai tempi, velocemente. Purtroppo sul fronte della burocrazia niente è cambiato: 1 a lavorare e 10 a controllare o a comandare nei fogli di carta. Il bello è che questi, i 10 che poi sono la maggioranza, continuano a esercitare un subdolo potere burocratico non per il bene della collettività, ma per il bene individuale, egoistico di chi esercita questa burocrazia. E forse non lo sanno nemmeno…

  3. Paolo e sti’cazzi dei giornalisti….noi facciamo il vino cosi’…vi piace….no…??…. ce ne faremo una ragione… ….non vi rendete conto che i gusti stanno cambiando che gli enoappassionati credono molto meno alle guide….e di conseguenza le guide un pochino piu’ lungimiranti adesso vanno dietro ai consumatori…e’ in atto una rivoluzione di gusti e costumi…i plalati si sono un pochhino affinati….si cerca territoria;ita’ freschezza tipicita’……ora il vignaiolo vero deve saper vendere il suo vino che infondo non e’ altro che l’essenza della sua azienda e della sua filosofia produttiva……il resto e’ aria fritta….

  4. I giornalisti sono una categoria molto marginale su tutto il processo, dal vigneto al vino, ma purtroppo hanno il potere della comunicazione (spesso per i loro profitti).
    Personalmente ho gravi lacune per vendere il vino e in una annata come questa, così difficile per la produzione specie per i metodi bio, ci metto pure questa lacuna… ma l’integrità degli ideali, la passione, la lotta dura contro i daini, i caprioli, i cinghiali, la peronospora, l’oidio, il ritardo della stagione e la recessione sono alti.

  5. Buongiorno Paolo.
    Condivido questa visione, anche perché capita molto più spesso di dover abbinare un vino, specie d’estate, a piatti leggeri, freschi, poco impegnativi. Che facciamo, mettiamo un Brunello insieme a una frittata con le zucchine, o un Barolo con spaghetti al pomodoro e basilico?
    Anche e non ultimo per questioni di "dieta" e di calorie, mica tutti i giorni abbiamo a che fare con agnello alla brace, lasagne al ragù e così via; certo, in questi casi stapperemo qualcosa di più "pesante" e muscoloso, che regga il confronto…

  6. Ieri parlavo con un tipo che diceva che il boom dei vini spumanti e più "leggeri" dipende dalla recessione, che limita il potere degli acquisti dei consumatori: appena le situaziuoni economiche migliorano, le tendenze cambieranno e torneranno verso vini "importanti".
    Io non ci credo molto che sia così…

  7. …speriamo di no, davvero.
    Anche perché, se dovessimo arrivare al punto da acquistare SOLO i vini in cartone, significherebbe che avremmo toccato il fondo ?!

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