Le dogane europee non fanno passare il vino dei piccoli produttori

Aggiornamento del precedente Post.

Dopo molte telefonate in dogana, uffici vari, sembra proprio che i piccoli produttori di vino, che sono esentati a presentare documento amministrativo di accompagnamento (DAA) elettronico per esportare nei Paesi EU, non sono presi in considerazione. I loro vini stanno tornando indietro PERCHE’ si vuol favorire solo la grande distribuzione che può emettere il DAA Money mouth.

In Dogana italiana mi hanno suggerito di protestare….Cry

intanto il vino che ho spedito in Finlandia (150 bottiglie) pare che debba tornare indietro, ingiustamente secondo le norme, ma in pratica è così.

Come si fa a prendersela con l’EU? Yell

17 pensieri riguardo “Le dogane europee non fanno passare il vino dei piccoli produttori”

  1. Ma il regolamento C.E. che da facoltà agli stati membri di prevedere la figura del piccolo produttore l’hai citata? Intendi bene però… è una facoltà dello stato membro e l’Italia lo ha fatto. Altri stati non la prevedono ma per un fatto di reciprocità DEVONO applicare il regolamento.
    Se così non fosse dobbiamo interessarci direttamente a Roma

  2. In ogni caso ricordo che il numero di accisa non è "cedibile" ad altri, è proprio dell’azienda alla quale è stato dato dall’agenzia delle dogane. Non si fa un D.A.A. per altri…

  3. Ho inviato il regolamento CEE e l’adozione della nomativa, fornita dal Consorzio, da parte dell’Italia che esonera i piccoli produttori (fino 1.000 Hl) dalla presentazione telematica della bolla di accompagnamento. Ma sembra che purtroppo molti Stati membri o non sanno o non appliacano la deroga italiana, oppure fanno finta di niente. Mi pare una situazione, classica, dove come sempre il piccolo è penalizzato.
    E’ un diritto per il piccolo produttore italiano emettere bolla di accompagnamento, il DOCO, come si è sempre fatto. Mi trovo quindi in disaccordo con Antoine quando afferma che "Ma io avevo pensato forse alla fine conviene sicriversi all’accisa e fare come i grossi…. ". Se si fa così non si risolve nulla e i diritti saranno sempre calpestati.

  4. Gianni, ho inviato mail di protesta agli uffici doganali italiani, ho telefonato alla dogana territoriale di mia competenza (Arezzo), ma non possono fare nulla se non interviene qualcuno a Roma… bisognerà rivolgersi a Silvio?

  5. Non ne faccio un dramma, ma una battaglia si. Oggi capita a me, domani a te. In ogni caso lo bevo anch’io, con te, se torna indietro!

  6. Hai raggione, alla fine però dipenderà comunque dal mercato che avrai trovato, se sono 150 bottiglie fai una battaglia se son 3000 forse la fai per il principio, ma cerchi anche di andare avanti….
    Intanto questo pomerriggio ho già mandato un mail al Brandani chiedendoli di leggere questo blog… magari lo conttati anche te e vai su su …

    Comunque tutti i francesi piccoli e grossi fanno l’accisa non deve essere cosi terribile, sul piano dei diritti vorrei capire, per i piccoli della scelta italiana chi li difende? non sei calpestato? chi li rapresenta? nemeno la dogana "nostra"…

    Alla fine tutto lo sfogo lo facciamo sui blog…. e meno male che gli ordini dai paesi stronzi son piccoli…!?

  7. Ci ho pensato tutta la mattina a questa accisa, potando l’ultimo pezzetto e ricevendo qualche telefonata sul problema.
    Secondo me rimanendo pragmatico, siamo fritti!
    l’Italia è un paese nel quale l’accisa è zero, dunque non avrebbe ragione di essere un sistema di raccolta di quell’imposta, lo stato dando la possibilità di NON avere l’accisa sul piano interno non ci regala niente tutt’al più non rompe l’anima a chi non va sul mercato internazionale, e non cambia niente sul piano burocratico di raccolta di un imposta inesistente. Il nostro problema è che siamo come produttori di vino un po un eccezione nel mondo produttivo per cui anche chi è piccolissimo deve andare sull’internazionale ( e nessuno ci ha pensato a fondo) MA
    Non è cosi per la Francia o altri paesi, dove l’accisa esiste per cui tutti piccoli e grandi devono assolvere questa tassa, per cui mettono in piedi un sistema per raccogliere la tassa che (forse) è funzionale anche per i produttori del paese.

    E noi vorremmo che questi paesi cambino il loro sistema di raccolta imposte perchè siamo un eccezione nel sistema di imposizione interno al NOSTRO paese…. Con tutte le raggioni che possiamo avere sulla diffesa del diritto del piccolo produttore italico, io comincio a pensare che praticamente sarà dura….

  8. @ Antoine: mi sono accorto che è dura…
    @ Daniele: sono ancor più sconcertato nello scoprire che anche chi imbottiglia oltre 1000 Hl e che deve fare il DAA elettronico sia in difficoltà, le tue parole lo confermano. Ho ricevuto anche su Facebook, da Barbara, una anologa inca..atura di chi ottempera il procedimento elettronico che qui riporto:
    "pensa Paolo che non si può chiudere e inviare alla dogana il DAA telematico se non inserisci la targa del mezzo che effettua il carico. dopo di che dalla dogana ti inviano un codice che serve per completare il DAA. il tutto magari mentre l’autista aspetta. e se per caso ci sono problemi con la connessione Internet salta tutto. ovviamente il programma per la compilazione mica te lo forniscono gratis. ma non dovevano semplificare tutto?"
    Considerando che nelle campagne italiane spesso non arriva nemeno l’ADSL, mi pare una questione importante da affrontare, da chi di dovere.
    Non si può continuare a caricare sulle spalle di chi produce, grosso o piccolo che sia, tutta una serie di incombenze che autolimentano solo chi le dirige. E poi si dice che l’europa non corre… oper forza corrono solo i burocrati!

  9. Paolo anch’ io ho spedito poche bottiglie in Danimarca lo scorso aprile però con un doco con la dicitura piccolo produttore perchè inferiore ai 1000hl.dici che se ricapitami conviene fare un "cancer"- tipica espressione modenese per definire una cosa strana- elettronico? in bocca al lupo ciao GP

  10. Vi capisco molto bene … anche io per riuscire ad avere il vino ho dovuto faticare parecchio … però alla fine mi sono servita di un’azienda di trasporti di vino in provincia di Siena, mette a disposizione accisa, fa il DAA e mi ha anche fatto il trasporto … boh … magari se li chiamate vi possono aiutare loro …

  11. Ho spedito un partita di vino in Belgio nel mese di luglio pari a 5hl tra bottiglie e sfuso con il classico doco e non ho avuto nessun problema,forse sara’ un caso?comunque dobbiamo preuccuparci.

  12. Massimiliano, ad oggi le cose si sono normalizzate, credo. Le dogane comunitarie, anche grazie alle varie sollecitazioni e anche a questo blog, si sono adeguate Comunque è bene scrivere sulle bolle di acc. e fattura:
    "Si dichiara di essere piccolo produttore e di avvalersi del documento di accompagnamento cartaceo previsto dal reg cee 436/2009 CE, in esonero dai vincoli di circolazionen e di deposito previsti all’art. 40 della direttiva 2008/118/EC del 16/12/2008."
    Ma occorrerà star sempre bene con gli occhi aperti…

  13. Ciao
    noi siamo una piattaforma che permette di vendere il vino dei produttori italiani all’estero (www.winexplicit.com) sia perchè lo vendiamo sia perché svolgiamo servizi di trasporti.

    In merito al problema del DOCO, facciamo il DAA per conto dei produttori che hanno questo problema.
    Però a mio avviso il problema non è tanto normativo ma è tecnico. Da quando si emette il DAA elettronico non è più possibile ricevere merce scortata con DOCO e segnalare la registrazione dello stesso, perché il sistema delle dogana non lo permette.
    In sostanza non è cambiata la legge: è la nuova telematizzazione che non prevede la gestione del DOCO.
    Noi abbiamo risolto il problema facendo così: il produttore ci manda la merce con il DOCO, siamo noi a emettere il DAA elettronico per il paese di destinazione in Europa.

    Un saluto
    Claudia

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