Vinitaly 2011: un flop la degustazione collettiva del Chianti Classico ?

 

La degustazione collettiva, consortile, presso lo stand del Consorzio Chianti Classico al Vinitaly, mi pare che quest’anno non abbia raggiunto la sufficienza. Prima considerazione: non si riusciva a capire l’esistenza di questa possibilità, l’evento non era segnalato a dovere, tutto si svolgeva in sordina al primo piano. Seconda considerazione: ho avuto solo cinque degustatori a fronte di una spesa di euro 276,00, ho praticamente pagato (oltre a 24 bottiglie messe a disposizione) ben 55 euro a degustazione! Sarebbe interessante sapere le performance degli altri… (mi sono già arrivate all’orecchio la voglia di rinunciare per il prossimo anno). Terza considerazione: è arrivata in questi giorni una circolare del Consorzio in cui si chiede una opzione di partecipazione per uno stand autonomo all’interno del Consorzio al Vinitaly 2012, in previsione di un allargamento del medesimo (a euro 3250 + iva). Alla luce di queste considerazioni, mi sembra che i segnali siano quelli di non incentivare questo tipo di degustazioni dove tutti possono degustare in pace, valutare senza condizionamenti e democraticamente i vini del Chianti Classico, ma di incentivare fortemente la moltiplicazione in stand autonomi, pur all’interno dello stand del Consorzio, con tutte le conseguenze economiche immaginabili…

 

7 pensieri riguardo “Vinitaly 2011: un flop la degustazione collettiva del Chianti Classico ?”

  1. difatto, io non partecipo più si dice che sono pocchi soldi…
    Comunque credo che tutti si arrampicano sui specchi con VINITALY, e le fiere in generale, il mercato crolla, i produttori che imbottigliano per salvarsi dal mercato dello sfuso, e ottenre visibilità aumentano, se 15 – 20 anni fa dal laghetto di pesca siamo passati prima la lago, e poi al mare tutti con la canna dentro l’acqua, quando qualcuno pesca con la rete con quello che li abbiamo venduto sottocosto…. difficile che trovi ancora il pesciolino!

    Chi lavora, credo sia chi è bravo a contattare i clienti prima, e fa tutto su appuntamento.

    Ma la domanda che si ingrandisce ogni anno è vale la pena? O investo in un altro modo?

    Per cui uno stand del consorzio organizzato come un laghetto di pesca sportiva, accanto alle reti di altri soci…. é difficile da organizzare…. anche per il consorzio stesso!

  2. Le cose son molto complicate. Quando leggo che Gianni Zonin rilascia queste dichiarazioni:
    "Se metto in fila tutte le mie viti faccio 7 mila chilometri e copro la distanza da qui all’Argentina. Ma è proprio questo che mi permette di sfatare il preconcetto del "piccolo è bello", molto radicato in Italia. Al contrario, quando uno ha davvero il vino nel sangue, è solo la quantità che permette di migliorare la qualità" mi sembra proprio che ci sia un tentativo con chi crede in questo, con accordi tra vari soggetti, per far scomparire i piccoli produttori.
    Se questo fosse vero, fiere come Vinitaly, rischiano di scomparire per far posto solo a chi ha qualche migliaia di km di vigneto (diserbato).

  3. mettiamo i nostri filari in fila anche noi, a punti e trattini come il linguaggio "morse" che dice vaff…. con un sacco di erbacce resistenti, e un sacco di idee ancora più resistenti delle erbacce!!!

  4. Sono "capitato"allo stando del consorzio con un importatore tedesco e abbiamo degustato al piano di sopra scegliendo i vini da una lista e veniva contemporaneamente consegnato un catalogo: non mi è parso scorgere il tuo vino nella lista e quindi non lo abbiamo degustato,(mentre il vino era riportato nel catalogo.) Per inciso se avessi potuto degustarlo lo avrei fatto, ma forse sono stato io a non capire come funzionava il tutto o forse non vedere il tuo vino sulla lista, è possibile!
    Credo che la possibilità di degustare i vini in degustazione comparativa sia uno strumento importantissimo ed utilissimo per gli importatori che vogliono farsi una panoramica della denominazione, ma va organizzata in maniera più comprensibile e soprattutto necessita riuscire a capire quali siano i vini prodotti integralmente in azienda e quali invece quelli acquistati sul mercato dello sfuso, la differenza è assolutamente fondamentale.
    Ciao

  5. ..e poi ,permettimi di aggiungere..chissà cosa avverrà di ”quelle famose 24 bottiglie”…forse sono rimaste a verona..o forse si berrà caparsa in qualche casa.. ”di organizzatori”….

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