Istinti

L’istinto negli animali è fondamentale per la sopravvivenza, nell’uomo la scienza ha sostituito gran parte di questa virtù. La scienza e la tecnica hanno trasformato l’arte del fare il vino. In qualche modo solo la biodinamica e la biologica hanno conservato, o meglio tentano di conservare, un’idea di enologia in cui la spontaneità e l’istinto del vignaiolo/vinificatore ha un’importanza decisiva. L’Arte di far vino proviene anche da culture, ma spesso l’istinto del vignaiolo è decisivo per una buona qualità. Lo sviluppo di questa virtù dipende da continue osservazioni, giudizi, sintesi, conoscenze, esperienze, stati d’animo, decisioni nel tempo, che la sola tecnica non può offrire perchè… perchè sono convinto che non siamo fatti di solo materia…

13 pensieri riguardo “Istinti”

  1. Mezzo secolo fa, si pensava che il vino contenesse qualche decina di costituenti,con le tecniche odierne si sa sono qualche migliaio anche se spesso solo in forma di traccia. E’ ovvio che più si approfondisce la materia tanto più ci si rende conto che la produzione di vino in qualche modo elude, almeno in parte, il nostro controllo.La produzione di vino si è evoluta da un periodo neanche tanto lontano, specialmente in Toscana, in cui si produceva in maniera arcaica, senza spirito critico, perché "si è sempre fatto così" alla fase attuale dove, di nuovo si tendono a fare meno analisi,ripetto a dieci anni fa, e a fidarci di più del nostro istinto per produrre vini frutto di una nuova consapevolezza. Infatti oggi, a differenza di ieri si produce il vino utilizzando la tecnica filtrata attraverso la nostra sensibilità che non è altro che la Cultura. In sostanza questo può avvenire utilizzando anche l’agricoltura convenzionale, ma soprattutto attraverso la metodologia biologica che stimola il produttore viticoltore ad creare una forma di "simbiosi" con il suo Ambiente in maniera molto più efficace. L’agricoltura biodinamica almeno per me, invece allontana l’agricoltore da una reale comunicazione con l’Ambiente perché sostutuisce la sensibilità personale con una forma di fede, la quale tende a fare regredire l’irrinunciabile consapevolezza razionale moderna, che non impone necessariamente una sola visione materialistica del mondo, in forme di psuedo-misticismo magico…

  2. Sono molto d’accordo con quello che dici Cristiano, io non credo nei misteri del zodiaco per spiegare quello che non si capisce, con spiegazioni ancora più misteriose…
    Semplificando, la scienza, o più giustamente il percorso scientifico può o potrà spiegare tutto, perchè è un percorso di conoscenze, che si ferma davanti a quello che non può spiegare senza inventare altro (un altro quasi sempre più complicato che di riconoscere che qui si fermano le conoscenze).

    La poesia, la musica, mettiamo pure la relgione per chi li piace, sono spazi emottivi niente a che vedere con la conoscenza.

    E per riallaciarmi con quello che dice Paolo, sul piano professionale, io credo che tutti noi abbiamo delle conoscenze delle quali non siamo totalmente coscienti quando prendiamo delle decisioni.
    Per cui più hai conoscenze scientifiche e informazioni vere sulla tua coltura, più sei in grado di valorizzare anche "incoscientemente", i risultati delle tue osservazioni in campo.
    La conoscenza e l’osservazione costruiscono risultati che sono poi altre fonte di conoscenze.

    Anche per me le spiegazioni esoteriche, che cercano di sostituire l’ignoranza con ricette facilmente acquisite perchè mai verificabili, sono costrutori di oscurantismo.

    E Paolo non sono d’accordo con te, almeno io sono fatto solo di materia e l’anima non c’è l’ho, se ho delle intuizioni è solo il risultato di molecole di vino che circolano dentro il mio cervello! ;o)

  3. La biodinamica è vero che ha anche una visione spirituale e universale, ma in fondo non fa male a nessuno, quindi mille volte meglio la biodinamica che le molecole di sintesi…; penso però che la moda che si sta affermando in questo campo sia dannosa, sopratutto per gli stessi biodinamici. Se uno vuol seguire questa pratica la segua, ma senza ostentare questa pratica come la migliore in assoluto e quindi "staccarsi" dai continui confronti sia a livello di pratiche agronomiche sia a livello di risultati qualitativi del vino. Il movimento potrebbe infilarsi in una spirale autoreferenziale, che non fa certo bene.

  4. Forse bisogna fare dei distinguo, ora mi ritrovi a diffendere la biodinamia ;o)
    quella non esisterebbe senza l’antroposofia che è un tipo di religione, nata dalla teosofia etc etc, comunque gli antroposofi hanno dei riti, dei culti, insomma una cosa seria. Spesso chi pratica la biodinamia non conosce niente di antroposofia. Ma la storia delle corne o delle vesciche di animali nei quali fai mascerare i preparati 500 o 501 perche le corne hanno preso delle energie cosmiche che hanno concentrato in quelli organi, tutto questo non nasce da un percorso scientifico, ma dall’illuminazione di Steiner.
    La biodinamia è un metodo che obbliga chi non conosce un accha di agronomia a fare buona agricoltura, poi hanno buoni risultati agronomici che attribuiscono alla bio-dinamia, ma basterebbe fermarsi al bio per spiegare tutto.
    L’importanza della vita del terreno e le condizioni necessarie a migliorare la fertilità, gli equilibri tra insetti utili e nocivi, gli equlibri vegetativi…, fanno parte di tutti i corsi delle buone facoltà di agraria, per quelli che vogliono ascoltare….certo poi nella pratica la maggioranza sceglie di non usare questa parte degli studi, un po più complicata come applicazione, e lavorare con i prodotti chimici, correzioni facili di errori agronomici.

    Mi sono perso…

    Volevo dire che ci sono produttori biodinamici che fanno vini eccelsi, la deriva che rilevi nasce in delle frange biodinamiche ma anche bio e sopratutto quelli cosidetti naturali. Diversi di loro tra l’altro rifiutano il controllo ufficiale, obligatorio per essere "bio", inesistente per definirsi naturali….
    Ci ritroveremo con dei problemi perchè prima o poi la stampa si stancherà della moda dei vini ossidati o "strani" e farà di nuovo un amalgama tra bio e "ossidato"!
    Al prossimo vinitaly ci sarà un "padiglione" natural-bio-dinamico per la partecipazione al quale si richiede un autocertificazione, non si richiede di essere controllato bio!

  5. Si Antoine, se si comincia a discutere di biodinamica non se ne esce…che per vie traverse riescano anche a fare cose buone è indiscutibile, ma che la biodinamica riesca a fare sviluppare "l’istinto"nell’agricoltore non ci credo perchè è tutto codificato e stabilito dai loro dogmi che appunto escludono la comprensione. Invece credo che tutto vada messo in discussione…non vedo come ci fa ad esserci una crescita mentre si somministrano i preparati…Non credo che tutto della Natura sia spiegabile e difendo strenuamentei miei dubbi, che sono le uniche certezze in fondo, ma non posso rinunciare a cercare di capire, questo no ! Parlare con i biodinamicisti mi disturba, loro non sono disposti a discutere, è come parlare, né più né meno, con dei fanatici religiosi.

  6. @ Cristiano

    Quando qualche giorno fa discutevo con un mio collega produttore della mia zona sul fatto che bisognava rivedere parecchio di quello che avevo studiato all’università, lui mi ha risposto: "se invece di far spendere soldi a tuo padre per farti studiare agraria, avessi studiato filosofia, poi ti saresti messo a fare quello che fai adesso, allora sì che saresti stato di tendenza perchè partivi senza capire una cippa e probabilmente, seguendo i principi biodinamici come un talebano, oggi riusciresti sicuramente meglio di adesso, in tutto."

    PS
    La discussione era sorta dopo essere stati al SIMEI e aver visto l’uovo di cemento (e anche di legno) che, non avendo spigoli, non porta "negatività" al vino (così ci è stato detto).

    Mah….

  7. Ciao Gabriele!- un po’ credo che l’hai buttata lì come una battuta ma sollevi una domanda interessante ! Chi ha studiato materie umanistiche è portato ad essere più dogmatico rispetto a chi ha una preparazione tecnica ? Non saprei. Allo stesso tempo ti risponderei che sono più i Dottori Agronomi a vendere la biodinamica che non i "filosofi"…che poi sarebbe un po’ come se gli astronomi usassero la loro scienza e credibilità per vendere l’astrologia (e lucraraci)…una cosa francamente piuttosto discutibile dal punto di vista etico. No ?

  8. Ragazzi: biodinamica, astrologia, filosofia, umanesimo, bio, scienza, alla fine penso sempre al detto dei vecchi "La salute è la cosa più importante", e più che invecchio e più che questo mi convince sopra ogni altra cosa. In vita occorre fare il meglio possibile per avere un senso, uno scopo in questo viaggio, e bisognerebbe agire nel modo più virtuoso se ci si riesce; per avere qualche soddisfazione, soddisfazioni per il proprio "io". Il vino, comunque viene fatto (meglio col cuore), rimarrà sempre un’aiuto a questa nostra esistenza.
    (scusate di queste parole un po troppo….)

  9. Però non posso che tornare al quesito iniziale del post,istinto: quell primordiale impulso automatico atto a preservare l’essere vivente. Certo l’istinto è qualcosa che scavalca la ragione, ma quando è unito ad una sana e consapevole auto-coscienza può aprire la porta all’intuizione ed in maniera più alta anche all’ispirazione,elementi che bisogna osservare possono essere anche vissuti in maniera non del tutto consapevole.Scelte solo basate sulla razionalità, che escludono le ragioni del "cuore", sono secondo me spesso solo apparentmente tali perchè negano motivi inconsci e complessi determinati da "saggezze recondite ma sapienti"… Nel produttore vinicolo questa auto coscienza poi è un elemento evidentemente indipendente dalla possibilità di produrre, o meno, vini di qualità, pertanto ci sono produttori totalmente inconsapevoli delle qualità dei propri vini a prescindere da quella poi riconosciuta dal mercato e dalla critica. Ritengo pertanto che per riuscire a mantenere una visione distaccata, ma in qualche modo oggettiva, per quel che è possibile del proprio lavoro, occorrre utilizzare quel che gli orientali definiscono "il terzo occhio", quando (inevitabilmente) siamo costretti ad autovalutarci (ed anche un briciolo di autoironia.) Per converso i "biodinamici" rinunciano ad una parte di autocoscienza (e di ragione) per rituffarsi in un sonno primordiale dove almeno una parte del talento è volontariamente delegata ad ad aspetti fideistici.Ed In fondo ogni agricoltore (vitivinicolo o no), che sia dotato di fede o meno, è costretto sempre, ad accettare quello che il Cielo ci manda…perchè, come dici, la Salute è la cosa più importante…
    Ciao
    …ma che mi sono fumato oggi ?

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