W l’Enoclub

Ieri ho partecipato ad uno dei numerosi eventi che organizza il Club: degustazioni della mitica annata 1985 di vini a Sangiovese, vini rari, in un ambiente incredibile a Firenze, dalla cui finestra brillavano le acque quiete dell’Arno e dove pietanze si alternavano alle degustazioni. Flaccianello, Cepparello, Montevertine, Sodacco di Montevertine, Carnato di Montevertine, Caparsino (il mio…), Villa Rosa, Sodi d S. Niccoò, Bellavista di Ama, S. Lorenzo di Ama, La Casuccia di Ama e Vin Santo Capezzana. Quindici persone più o meno esperte, “Nelle Nuvole” sicuramente al centro di molte attenzioni, e due produttori, io e Martino Manetti. Tante considerazioni, alcuni vini veramente Top, altri intriganti, altri ancora scontati. Il centro delle chiacchiere è stato però la considerazione che le parole non bastano a descrivere il “cuore” dei vini e spesso tutto è il contrario di tutto. Non esistono verità assolute. Non esiste una qualità assoluta, esistono però momenti storici i quali in molti modi influenzano il modo di fare e di apprezzare il vino. Oggi, tutti, intendiamo il vino in un modo, solo un paio di anni fa in un altro. Quindi il vino sempre specchio del comune vivere e sentire. Il Vino, la Natura, elargitori di serenità.

 

3 pensieri riguardo “W l’Enoclub”

  1. Nelle Nuvole è il nickname di una signora che scrive molto nei siti vinaioli, si. Naturalmente lavora nel campo del vino, ma non posso io svelare con chi. Io l’ho conosciuta lì.
    Comunque, a parte questo, la batteria di vini ci ha offerto diverse considerazioni, che riporto in sintesi:
    Davide Bonucci scrive: "Il Caparsino di Paolo l’ho trovato grandissimo, ematico da far paura. Montevertine capolavoro di fluidita’. Radda impera, non me ne vogliano quelli degli altri terroir, ma lo sapevamo gia’".
    Poi, tutti daccordo per il Top: Il Sodaccio di Montevertine, ma Nelle Nuvole dice:
    "Vincente per acclamazione un vino che non si fa più non mi soddisfa. Personalmente ho trovaro il Monte Vertine vincente sulla distanza. Se la devo dire tutta anche il Brunello Vigna del Fiore 1985."
    Ci sono stati vini sotto l’aspettativa (Flaccianello, Ama, Sodi), qualcuno argomentava che spesso dipende dal "percorso" che la singola bottiglia ha e Davide scrive a proposito:
    "Il ragionamento sulle condizioni estreme va bene se si ragiona di vini appena usciti. Dopo un certo numero di anni, quelle condizioni estreme, appunto, "condizionano". Lo si e’ visto bene con Ama, Flaccianello e Sodi" allora Nelle Nuvole argomenta:
    "La delusione dei vini che hai nominato non è dovuta tanto alle condizioni estreme di conservazione quanto alla volontà di produrrre dei vini stilisticamente diversi, più pronti, più centrometristi che maratoneti". Davide controbatte così: "Sui Sodi, posso dirti con certezza che quella bottiglia in particolare era particolarmente sottoperformante. Ne apriremo un’altra alla prima occasione."
    Alla fine Francesco Sarri dice: "Sodaccio 85 uber alles !!! anima enoica chiantigiana da bere a canna ( notare il tecnicismo ) e da accompagnare al cibo in maniera splendida. Caparsino commovente … la più bella sorpresa della degustazione."
    Devo dire la verità: sono stato e sono davvero contento…

  2. Beh Paolo,
    la stagione 1985 te la ricorderai vero? Tutto filò nella miglior maniera, dopo il super freddo di gennaio che decimò gli ulivi (specialmente quelli che da noi li chiamano "toscani", meno tolleranti alle basse temperature del nostrano Romagnolo) e da me le drupacee; una stagione estiva super e una vendemmia storica…non ricordo di aver bevuto un ’85 toscano cattivo…ma nemmeno quei pochi romagnoli che si trovano ancora (si contano sulle dita di una mano)…
    Nelle Nuvole la conosco oramai da un anno è una vera "signora" in tutto e per tutto…

    🙂

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