Un esempio di sperpero: Terre Fiorenti

E’ Natale, lo so e bisogna essere buoni. Ma quel che mi è capitato Venerdì, Sabato e Domenica in quel di Firenze in occasione della partecipazione di Caparsa a Terre Fiorenti, nel Palazzo della Provincia di Firenze, in Via Cavour 5, nella Sala Delle Carrozze, a due passi dal Duomo di Firenze è l’esempio di come le istituzioni vivono questo periodo storico, lontane dalle vere realtà produttive.

L’iniziativa è stata promossa dalla provincia di Firenze, riservandola alle aziende fiorentine del Chianti e del Chianti Classico. Pochissimi giorni prima ho ricevuto avviso dal Consorzio Chianti Classico della possibilità alla partecipazione anche per le aziende della Provincia di Siena (Boh! Quì già dovevo ammoscarmi). Ok, allora partecipo: dalle 10 la mattina alle 20 per tre lunghi giorni (non l’avessi mai fatto!). .

Venerdì nessuna presenza, Sabato qualche scarsa partecipazione solo dopo le 17 insieme all’evento di Leonardo Romanelli (giornalista enogastronomico fiorentino), domenica partecipazioni inesistenti salvo qualche amico che grazie anche alle mie comunicazioni social li ho incontrati: Degustazioni e Vendite tendenti a 0. In effetti avremo fatto una decina di degustazioni e venduto 4/5 bottiglie in tre giorni e non credo che gli altri abbiano fatto di meglio. Ma questa non è la parte dolorosa.

Provo ad elencare alcuni fatti inquietanti:

Il Consorzio Chianti non faceva pagare alcuna quota di partecipazione , il Consorzio Chianti Classico euro 100,00

La commistione dei due Consorzi è malsano dal punto di vista della chiarezza sulla differenza tra vino Chianti e vino Chianti Classico (dover sempre sottolineare il fatto che nel territorio del Chianti è proibito produrre Chianti è veramente deprimente)

Insiema al bicchiere per la degustazione nemmeno un ciclostilato con l’elenco, l’indirizzo, il telefono o i territori delle aziende partecipanti: solo il bicchiere a 5 euro

Nessuna seria comunicazione, solo una paginina internet dal 17 Dicembre. Comunicazioni Social nemmeno lontanamente. Addirittura non lo sapeva nemmeno Andrea Gori, Sommelier informatico di Firenze estremamente attivo  e sensibile in rete.

La sera della domenica qualcuno che si è reso conto del flop ha fatto lavorare una signorina all’entrata che a voce annunciava ai passanti: “volete fare una degustazione?”: vi lascio immaginare i risultati.

Dpomande finali a cui già mi sono risposto: Senza cuore, senza sentimenti, senza idee, senza passione, quasi a caso, come è possibile organizzare questo tipo di eventi? Fior di quattrini dei cittadini per che cosa? Insomma, un flop sulle spalle di tutti.

Considerazioni sulle Commissioni di Assaggio vino Chianti Classico

Le commissioni di assaggio della Denominazione Chianti Classico si riuniscono per valutare i vini per il rilascio dell’idoneità. Esistono tre tipologie di vini Chianti Classico che devono essere giudicati da 6 persone e un presidente (Valoritalia), prima di essere messe in commercio o per essere acquistate da commercianti: Base, Riserva, Gran Selezione.

Spesso accade che vini presentati da piccole aziende di territorio, note e molto rappresentative, si vedano respingere i campioni per motivazioni come “scarico di colore”, “esile”, “odore non netto”, “sapore di brettanomiceto”, e altro.

Mi domando se questi commissari, che ricevono senza dubbio il “gettone di presenza”, siano sufficientemente qualificati per riconoscere i vini dal punto di vista territoriale e non solo tecnico. Senza dubbio ci sono professionisti seri e competenti, ma il rischio che alcuni cerchino di trovare un momento di gloria e competenza è forte.

Oppure, come avviene alla luce degli eventi di cronaca attuale, come è possibile essere completamente sereni sul fatto che ci possa essere equità e non un, anche occasionale, pilotamento dei poteri forti in Valoritalia (Qui le 32 sedi sparse in Italia) società di controllo su autorizzazione del MIPAAF  sui vini Do e IG? Guardandoci cosa succede intorno non ci sarebbe da stupirsi, come i romani non si sono stupiti di quanto accade nella loro Città.