Il grande successo dei corsi sul vino

Non si era mai visto un fermento così grande per i corsi del vino. I partecipanti sono disposti a pagare 5/600 euro per fare un corso di qualsiasi genere, ufficiali o no, sul vino. Corsi della FIS dell’ONAV, dell’AIS, dei giornalisti o di comunicatori o di sommelier, persone che cercano di spiegare, di insegnare, di divulgare la cultura del vino in Italia. Un grande business, tanti sono le persone desiderose di partecipare ai corsi. I corsi di vari livelli moltiplicano poi il giro.
Dopo l’abbandono della cultura del vino in Italia, dalla seconda guerra, oggi le cose stanno cambiando e con esso il consumo consapevole di qualità del vino in Italia. Le nicchie di produzioni di vino di territorio cominciano ad essere seriamente rivalutate. E’ un interesse che fino a poco tempo fa ci si poteva solo sognare.
L’unico dubbio che ho sui corsi è che molti partecipanti lo facciano nella speranza di avere un ruolo, un lavoro in questo campo. Spero solo che sia la passione che li spinge, che questo sia lo spirito giusto da affrontare e che i corsi non siano considerati uno strumento per arrivare a ruoli lavorativi nel vino che, oggi, sono già affollatissimi.
Ma staremo a vedere. I giovani crescono e porteranno sempre nuove idee e iniziative.

Tanti Auguri a tutti i corsisti!

C’è alcol e alcol e c’è vino e vino

Sono stato recentemente in Svizzera, ma non occorre andare tanto lontano per capire che la stragrande maggioranza dei consumatori non conosce le differenze tra le bevande alcoliche. L’attrazione fatale evidente non è nel consumo consapevole, ragionato e salubre di una bevanda alcolica, in particolare il vino, piuttosto è un consumo per dimostrare agli altri che non si beve l’acqua, oppure per godere dell’ebbrezza più perversa, oppure per evitare di affrontare i più svariati problemi, spesso quelli familiari. Si beve qualsiasi bevanda con alcol per arrivare a dormire la sera e per trascinarsi in una routine, necessaria per andare avanti. Gli alcol cattivi però sono devastanti, riducono le persone a zombi, si comunica con parole buttate lì, senza sentimenti, senza sostanza, tutti sembrano amici ma l’isolamento è dominante.

L’alcool buono, invece, stimola l’ingegno, stimola la creatività, le amicizie positive, la comunicazione può essere facilitata e migliora l’amore. L’alcol buono può allungare la vita e può migliorare il sesto senso, quello purtroppo perduto dall’Uomo Sapiens.

Il Presidente dell’Enoclub di Siena, quando l’ho conosciuto, mi confidò che era astemio. Astemio perché aveva sempre bevuto vini balordi, vini falsi, vini con alcol cattivo. Un giorno ebbe la possibilità di provare alcuni vini di qualità, salubri, intriganti. Da allora Davide Bonucci, ha cominciato ad amare il vino.

Quante persone sono astemie, non consumano vino, perché non hanno mai assaggiato vini nel modo giusto e consapevole e credono che il vino sia solo un liquido per andare fuori di testa?

Tanti, tanti, tanti e sono la maggioranza.

 

la ripetitività

Tornato dalla Stazione Leopolda per l’evento Chianti Classico Collection, dove ho trovato ottimi risultati per i miei vini presentati, mi sono chiesto quanto la ripetitività delle azioni umane siano opprimenti. Ho visto infatti molti volti conosciuti che dopo molti anni che ripetono le solite azioni esprimevano sofferenza. L’entusismo che si esprime nell’affrontare le novità sono sempre positive e trascinanti, mentre l’abitudine e la ripetitività esprimono un senso negativo. Questo accade sopratutto dopo una certa età. Partecipare per molti anni a eventi come la Chianti Classico Collection, ma sopratutto il Vinitaly, può provocare una sorta di insofferenza. Addiritura plateale tra alcuni giornalisti “costretti” a una maratona di degustazioni di oltre 230 campioni di vino alla Collection.

Come risolvere la questione? Innanzitutto credo che dare spazio ai giovani è la prima condizione, ma credo anche che il rinnovamento e la sperimentazione di nuovi modi di svolgimento degli eventi, possa restituire un po di entusiasmo in un comparto che, diciamo la verità, comincia a saper di vecchio (… oh! Mi ci metto anch’io è… ). L’esperienza della cena da Burde del lunedì, con una sorta di competizione tra alcuni vini di Montalcino e del Chianti Classico (Guelfi contro Ghibellini) può essere una delle tante idee che si potrebbe applicare per dinamizzare la presentazione dei vini nelle anteprime.

W l’Enoclub

Ieri ho partecipato ad uno dei numerosi eventi che organizza il Club: degustazioni della mitica annata 1985 di vini a Sangiovese, vini rari, in un ambiente incredibile a Firenze, dalla cui finestra brillavano le acque quiete dell’Arno e dove pietanze si alternavano alle degustazioni. Flaccianello, Cepparello, Montevertine, Sodacco di Montevertine, Carnato di Montevertine, Caparsino (il mio…), Villa Rosa, Sodi d S. Niccoò, Bellavista di Ama, S. Lorenzo di Ama, La Casuccia di Ama e Vin Santo Capezzana. Quindici persone più o meno esperte, “Nelle Nuvole” sicuramente al centro di molte attenzioni, e due produttori, io e Martino Manetti. Tante considerazioni, alcuni vini veramente Top, altri intriganti, altri ancora scontati. Il centro delle chiacchiere è stato però la considerazione che le parole non bastano a descrivere il “cuore” dei vini e spesso tutto è il contrario di tutto. Non esistono verità assolute. Non esiste una qualità assoluta, esistono però momenti storici i quali in molti modi influenzano il modo di fare e di apprezzare il vino. Oggi, tutti, intendiamo il vino in un modo, solo un paio di anni fa in un altro. Quindi il vino sempre specchio del comune vivere e sentire. Il Vino, la Natura, elargitori di serenità.

 

Nuove tendenze per bere il buon vino

Non parlo dei vini commerciali, parlo di quei numerosi vini che hanno qualità superiori e che per questo motivo costano un po di più. La crisi economica, insieme a un proibizionismo sempre più accentuato anche nel nostro Paese, sta modificando lentamente le forme del consumo ma sopratutto il modo della conoscenza di questi vini.

Si stanno affermando in tutto il mondo, e anche in Italia, associazioni e Club dove una cerchia di soci e simpatizzanti si ritrovano a cena, in una azienda vinicola, o a casa di qualcuno, spesso organizzati in programmi fitti fitti per scambi di bottiglie o per degustazioni alla cieca, o per degustazioni a tema.

Nel Nord europa questi club annoverano migliaia di membri, addirittura lo Stato mette a disposizione gratuita strutture dedicate, in Italia il numero è indubbiamente ridotto, ma significativo.

Davide Bonucci, presidente dell’enoclub di Siena, rappresenta in Toscana un’avanguardia di questa tendenza. In continuo movimento tra vignaioli, cene, bottiglie di ogni genere e annata, con la sua disinteressata passione, e con una comunicazione attenta e innovativa annovera nel club centinaia di appassionati di tutta Italia. Le iniziative, fin troppo numerose, lo stanno portando verso una conoscenza così profonda di questo mondo, che tanti giornalisti del settore più blasonati gli fanno un baffo…

 

Davide Bonucci

Quando si parla dei vini di Toscana, spesso il pensiero va alla Provincia di Siena dove nascono i più grandi vini del mondo: Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Vernaccia di San Gimignano, solo per citare i più famosi. Siena è una città dove un sistema, quasi medioevale, delle contrade è unico al mondo. Le 17 contrade rappresentano l’anima di questa Città, inaccessibile ai più. Le contrade gestiscono il territorio della città in ogni senso. Siena. Città molto particolare.

I senesi sono dunque unici e Davide Bonucci è espressione verace di questa Città. Qualcuno lo definisce “diciassettino”, che sta a significare che non ha una partecipazione impegnata con una sola contrada (la sua contrada è la chiocciola), ma con tutte.

Davide qualche anno fa non beveva vino e la sua conoscenza era limitata a vini scadenti. Quando per caso ha cominciato ad assaggiare vini buoni, un nuovo mondo si è aperto. Rapidamente si è buttato nella ricerca della conoscenza di questo liquido, talmente rapito da questa ricerca che oggi è diventato uno dei principali attori della divulgazione della cultura del vino della Provincia di Siena diventando anche Presidente dell’Associazione Enoclub di Siena, che annovera oltre 170 soci/amici.

Il suo attivismo è impressionante, ogni mese organizza incontri con produttori, degustazioni alla cieca o dedicate, pranzi o cene per gli scambi di idee e commenti sui vignaioli e sui vini in degustazione, partecipa a numerosi eventi istituzionali del vino dedicando moltissimo tempo. Rapidamente ha sviluppato un palato così raffinato da far invidia. Il suo operato è condizionato dalla consapevolezza che il vino può essere considerato come opere d’arte unica per cui spesso associa artisti, come Alessandro Grazi, alle sue iniziative. Conduce poi questi siti internet:

sito-blog collettivo: http://enoclubsiena.blogspot.com/ (dove può scrivere qualunque socio)

blog: http://davidebonucci.simplicissimus.it

E il forum: http://enoclubsiena.blogspot.com/

Svelo qui un segreto: in cantiere c’è una collaborazione col Consorzio Chianti Classico presso il Convento di S. Maria a Radda in Chianti, recentemente ristrutturata dalla Fondazione del Chianti. Se il progetto andrà in porto, ne vedremo delle belle!

Auguri Davide

 

Vino per la Fondazione Corti: Enoclub Siena

Durante la due giorni di Radda nel Bicchiere, il 5 e 6 giugno 2010, verrà presentata un’iniziativa benefica a favore della Fondazione Corti. Si tratta di una confezione in legno composta da tre grandi vini rossi di Radda in Chianti, realizzata con il coordinamento dell’Enoclub Siena, le etichette dell’artista senese Alessandro Grazi, in collaborazione con alcuni tra i più importanti produttori chiantigiani. La cassetta contiene queste bottiglie: Montevertine 2007, Chianti Classico Riserva Doccio a Matteo 1999 Caparsa, Chianti Classico Riserva Il Campitello 2004 Monteraponi. Tre bottiglie preziose, di produttori di qualità e in annate ottime, con etichette ad hoc in edizione limitata, numerata ed autografata. L’iniziativa è rivolta ai soci e simpatizzanti dell’Associazione Enoclub Siena, promozionalmente aperta a tutti durante il periodo della manifestazione di Radda. Alla qualità del vino, al valore artistico e collezionistico delle etichette, si aggiunge il fine umanitario: una quota parte del ricavato, al netto delle spese sostenute, verrà devoluta in beneficienza alla Fondazione Corti, attiva nel sostegno economico e tecnico-logistico del St. Mary’s Hospital Lacor di Gulu, nel Nord dell’Uganda. La Fondazione Corti, l’Enoclub Siena, i tre produttori e Alessandro Grazi hanno messo insieme le loro forze in questa curiosa sinergia per realizzare un progetto prezioso, utile, genuino, che li unisce in maniera ideale e concreta.
La cassetta costerà 95 euro (offerta minima, tutto quello che eventualmente verrà offerto in più andrà alla Fondazione Corti). Ogni confezione includerà un DVD esplicativo dell’attività del St. Mary’s Hospital Lacor.

ttp://www.fondazionecorti.it/italia/?lng=ita
http://www.artedidee.it/artista.asp?id=1
http://vino.forumfree.it/
http://www.montevertine.it/ita/azienda.html
http://www.caparsa.it/
http://www.monteraponi.it/

Per Info:
Associazione EnoClub Siena
Cell.  331 1078464 (Davide Bonucci)
enoclubsiena@gmail.com