Il bio- è a un buon punto!

Sto constatando come il bio-, l’idea sana della produzione alimentare bio- (-logica o -dinamica), sia ormai una realtà affermata sopratutto nel mondo del vino italiano.

E’ una grande sodddisfazione vedere come ormai il percorso verso logiche in cui la qualità si confonde con la salubrità nelle metodologie rispettose verso l’ambiente sia innegabilmente ad un buon punto. Ormai anche grandi aziende che conducono centinaia di ettari si sono infilate in questa logica; è bello e sano, e se qualcuno vede invaso un campo che si presume esclusivo per appartenenza politica o economica, si sbaglia di grosso.

L’obbiettivo di base delle produzioni bio- sono infatti quelle di diffondere una cultura di produzione e di consumo differente rispetto a quello che normalmente ci viene proposto: la quantità indiscriminata e il consumo fino a se stesso che finisce per creare una economia insostenibile.

E’ interessante osservare anche come ognuno percorre il percorso a modo suo, ma l’importante è IL PERCORSO, che sicuramente non si fermerà mai e conoscerà sempre nuovi aspetti.

Uno degli aspetti più rilevanti nel mondo del vino, affascinante, è il territorio. In Italia ormai si apprezza sempre meno (quasi!) uno stile di vino uniforme, di genere, come invece spesso avviene in molti Paesi del Mondo. Si comincia ad apprezzare i vini come espressione dei suoli, dei climi, dei produttori, delle metodologie agronomiche ed enologiche. Tutto questo aiuta molto l’idea Bio- poichè solo i vini di territorio godono della qualità e della sostenibilità nel territorio: è un circolo virtuoso.

 

La Natura sconosciuta

Da qualche tempo ricevo gruppi di giovani americani che studiano a Firenze, venti, ventidue anni. La cosa che mi ha colpito è che nel 99% non hanno mai visto una gallina viva. Conoscono solo le galline morte, al supermercato.

Questo fatto mi spinge ad alcune considerazioni: milioni di persone al mondo vivono senza nessuna sintonia con l’ambiente naturale, si vive solo in ambienti artificiali. Città, auto, computer e case, non lasciano spazio a nessun rapporto con la Natura. Questo può distorcere molto la visione delle cose nel nostro mondo. Le relazioni tra umani e esseri viventi sono strette e sono importanti per capire come e perchè della vita. Le relazioni e le interconnessioni tra batteri, funghi, microorganismi, uccelli, primati, pesci, insomma tutto quanto è vivente, sono di fondamentale importanza per la vita e per il senso della vita.

Non conoscere, non aver mai avuto modo di conoscere e capire gli esseri viventi, piante comprese, può essere dannoso e distruttivo.

Per quanto mi riguarda ho imparato come il rispetto e la consapevolezza dei milioni di ecosistemi interconnessi nel sistema complesso vigna e nel sistema complesso cantina sia di fondamentale importanza.

Abolite le Zone Svantaggiate

Le zone svantaggiatre, in agricoltura sono quelle caratterizzate da disparità strutturali e naturali.

I nostri nonni conoscevano bene la differenza tra queste zone e le zone agricole “privilegiate”, poichè per esempio le famiglie che lavoravano a mezzadria nei poderi svantaggiati stentavano, mentre nei poderi normali le famiglie potevano vivere dignitosamente. Ad oggi, poco è cambiato.

La pratica è evidente: chi cerca di produrre cibo in zone difficili, sassose o impervie, o declive o in situazioni di isolamento, quelle montagnose, quelle collinari esposte male, quelle insomma dove il costo di produzione di qualsiasi prodotto agricolo è alto, dove la produttività dell’ambiente è notevolmente inferiore alla media (magari il paesaggio bellissimo, ma viverci e lavorarci è dura..) è penalizzato. Queste zone che spesso hanno svantaggi specifici, e l’agricoltura è il solo mezzo per assicurare la conservazione dell’ambientre naturale, tutto questo non è più tutelato.

Oggi, con le recenti leggi, è stato abolito il riconoscimento di tali differenze.

AMEN, ma ricordiamoci tutti le conseguenze negative che potrebbe comportare questa decisione.

Il Comune di Radda in Chianti contro l’ambiente

Il Comune di Radda in Chianti impedisce l’installazione dei pannelli fotovoltaici per la produzione di energia pulita.

In prima persona sto sperimentando questa dura realtà. Dopo molte esitazioni per motivi finanziari, avevo deciso di installare un piccolo impianto di 6 KW (circa 35 metri quadri di pannelli), sul tetto della cantina e della diraspatrice per contribuire alla diminuzione dell’emissione di Co2. Il Comune di Radda me lo impedisce. Motivo: Caparsa non rientra in una “categoria di appartenenza” che consente l’installazione (?). La normativa nazionale prevede una semplice dichiarazione di inizio lavori (sopra 5 KW la PASS, sotto la SCIA), il Comune di Radda non la recepisce. Tra l’altro il vicino Comune di Castellina in Chianti, richiedendo l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Provincia, ha sempre autorizzato l’installazione degli impianti.

Perchè Radda si rifiuta di favorire la produzione di energia pulita? Perchè Radda antepone l’estetica alla protezione ambientale? Non sarà che mi si impedisce di realizzare l’impianto per meri, subdoli motivi burocratici?

Questo è un mistero, che davvero mi rende nervoso.

Il Papa: “E’ necessario rilanciare l’agricoltura”

 Il papa oggi nel discorso che ha preceduto l’Angelus ha parlato dell’agricoltura, della crisi di questo settore, lasciato da decenni nelle mani delle logiche bancarie, delle logiche del capitale, delle logiche di rapina ambientale e non più dei tempi dell’uomo e della natura. Il Papa oggi mi ha commosso, anche se non sono un credente.

E’ un emergenza, ma nessuno se ne occupa seriamente; una classe politica tutta intenta a preservarsi e intenta a seguire solo percorsi industriali. Eppure il sapere, la conoscenza e la cultura delle persone di questo settore è primario, ma oggi tutti lo hanno dimenticato. Dimenticato sotto tonnellate di carta burocratica, dimenticato dalla possibilità di acquistare il cibo nel mercato mondiale (per ora).

Ho visto e vissuto in prima linea uomini lavorare nelle vigne soffrendo, al gelo, al freddo, sotto la pioggia, di notte, ho visto uomini come Emilio, Terzo, il Regoli e altri morire dopo una vita trascorsa a lavorare nelle vigne, ho visto uomini morire schiacciati dai trattori. Chi beve una bottiglia di vino non si rende minimamente conto quanto lavoro, quante lacrime, quanta sofferenza per produrre quel santo liquido.

Si parla tanto, a volte troppo, tante chiacchiere spesso gratuite, presuntuose. Ma ogni tanto un ricordo, un attimo di raccoglimento, di silenzio, per chi ha dedicato un intera esistenza per produrre quel vino, ci vuole. E ci vuole una nuova politica agricola, urgente, per dare una speranza e continuità a questo Paese.

 

L’ennesiama burocrazia

Oggi ho perso la testa. Stamattina come da appuntamento mi sono recato alla CCIAA di Siena, ufficio ambiente, per ritirare una c***o di chiavetta USB che dovrebbe sostituire le denunce cartacee per lo smaltimento dei rifiuti, per un sistema di tracciabilità dei medesimi. E lì sono andato in escandescenze, con urla, e mi sono fatto anche ricevere dal dirigente, dietro scrivania con pili di foglie, imperturbabile, tanto lo stipendio lo prende lo stesso.

Per ottenere questa chiavetta avevo impiegato molte ore per compilare l’iscrizione al Sistri on-line e dopo pagamento di euro 120 con bonifico mi è stata comunicato che dovevo ritirare la chiavetta appunto alla CCIAA di Siena. Vado a Siena, ma vogliono per il rilascio della chiavetta copia della ricevuta del bonifico, già a suo tempo inviata per fax a Roma. Nulla daffare, sarei dovuto tornare. In ginocchio li prego di darmela lo stesso, altrimenti avrei perso un’altra giornata di lavoro con la promessa che l’avrei inviata per fax appena tornato a casa. Niente daffare. Allora mi inca**o. L’impiegata mi conduce dal capo ufficio che sostiene che il regolamento è quello, che senza ricevuta del pagamento era tutto inutile. Allora col capoufficio vado dal dirigente, lì il capo ufficio sostiene che non avevo pagato, alzo la voce, perdo le staffe, divento rosso dalla rabbia, sostengo che senza pagamento non averei potuto avere l’iscrizione al Sistri. Urla e strepiti. Alla fine telefono in banca e a mia moglie per cercare questo c***o di ricevuta di pagamento. Miracolosamente vine trovata, inviata per fax e mi danno la chiavetta. Contemporaneamente si scopre che avendo fatto l’iscrizione nei primi mesi dell’anno, era stata inserita una nuova tipologia di categoria, successiva, quella degli agricoltori per cui la domanda di iscrizione doveva essere cambiata…

Sono depresso.

Vado a casa inserisco la chiavetta, il software sistri salta, telefono al numero verde, dopo venti minuti rispondono, il software riesco a sostituito. Ma non funziona, nulla. Allora ritelefono, altri venti minuti di attesa, non ci capiscono nulla, aprono una pratica perchè la chiavetta non funziona.

Sono ancora depresso e ho litigato con mia moglie stasera.

 

Ora basta!

 Guardate questa foto, ne ho altre: i cinghiali hanno buttato a terra le viti alte (allevate apposta per prevenzione contro questi animali) e mangiato tutto…

Ora basta! Non si può andare avanti così. Noi agricoltori oltre a lottare contro il tempo, la peronospora, l’oidio, il mercato, la burocrazia, i figli, le macchine che si rompono, dobbiamo anche lottare contro i danni dei cinghiali, dei daini, dei caprioli e quant’altro.

L’immobilismo degli Enti Locali, della Provincia, della Regione, dello Stato, dei cacciatori e delle loro Associazioni hanno creato una distorsione ambientale tale che la proliferazione di questi animali non è più sopportabile.

Io dichiaro guerra. Guerra contro chi non capisce la situazione, guerra contro tutti. Il pennato ce l’ho e lo scaglierò contro chi per primo mi farà girare le balle. D’altra parte con qualcuno me la dovrò pur prendere…