C’è alcol e alcol e c’è vino e vino

Sono stato recentemente in Svizzera, ma non occorre andare tanto lontano per capire che la stragrande maggioranza dei consumatori non conosce le differenze tra le bevande alcoliche. L’attrazione fatale evidente non è nel consumo consapevole, ragionato e salubre di una bevanda alcolica, in particolare il vino, piuttosto è un consumo per dimostrare agli altri che non si beve l’acqua, oppure per godere dell’ebbrezza più perversa, oppure per evitare di affrontare i più svariati problemi, spesso quelli familiari. Si beve qualsiasi bevanda con alcol per arrivare a dormire la sera e per trascinarsi in una routine, necessaria per andare avanti. Gli alcol cattivi però sono devastanti, riducono le persone a zombi, si comunica con parole buttate lì, senza sentimenti, senza sostanza, tutti sembrano amici ma l’isolamento è dominante.

L’alcool buono, invece, stimola l’ingegno, stimola la creatività, le amicizie positive, la comunicazione può essere facilitata e migliora l’amore. L’alcol buono può allungare la vita e può migliorare il sesto senso, quello purtroppo perduto dall’Uomo Sapiens.

Il Presidente dell’Enoclub di Siena, quando l’ho conosciuto, mi confidò che era astemio. Astemio perché aveva sempre bevuto vini balordi, vini falsi, vini con alcol cattivo. Un giorno ebbe la possibilità di provare alcuni vini di qualità, salubri, intriganti. Da allora Davide Bonucci, ha cominciato ad amare il vino.

Quante persone sono astemie, non consumano vino, perché non hanno mai assaggiato vini nel modo giusto e consapevole e credono che il vino sia solo un liquido per andare fuori di testa?

Tanti, tanti, tanti e sono la maggioranza.

 

Il Convento di Santa Maria in Prato di Radda in Chianti

Il Convento francescano di Santa Maria in Prato a Radda in Chianti, dopo molti anni di restauro, è stato da alcuni anni lasciato in donazione gestionale al Consorzio Chianti Classico. Un luogo bellissimo, purtroppo solo occasionalmente usato dal Consorzio. È davvero un peccato. Da alcuni anni lì vive un casiere, un simpatico romano, che sarebbe molto interessato ad una gestione continuativa di alcuni locali. Non conosco i dettagli e i rapporti tra Comune, Consorzio Chianti Classico, Regione, ecc., so solo che soldi pubblici sono stati spesi e che usufruire al più presto senza ulteriori ritardi di questa struttura sarebbe auspicabile. Immagino tra l’altro gli oneri che vengono spesi per la gestione ordinaria (casiere, riscaldamento, energia, tasse) senza quasi alcun rientro. Costi che vengono onorati dai Soci del Consorzio.