I mesi invernali

I mesi invernali per i piccoli produttori come me sono davvero depressivi economicamente, poichè le vendite stagnano mentre le spese rimangono e addirittura lievitano. Questo inizio 2013 appare ancora più triste, la depressione generale è palpabile. Se si trattasse di decrescita felice, sarei felice; ma sembra più una decrescita infelice. Infelice perchè anche la speranza, motore della vita in genere, è bassa e si arriva spesso alla rassegnazione. Le prossime elezioni dovrebbero rappresentare una scintilla di speranza, come sempre è stato, ma non sono sicuro che sia così. Si parla solo di tasse e i discorsi non si scostano quasi mai dalla materialità. Occorre convincersi, ed io per primo, che il futuro è investimento del passato ma anche del presente, per cui… meglio beverci sù… anche se arriva l’Atto di Contestazione dall’Ufficio delle Dogane di Arezzo per “ritardata presentazione della distinta relativa ai trasferimenti intracomunitari di vino per il mese di settembre 2009, avendola presentata in data 02.12.2009, anzichè entro il quinto giorno successivo al termine di ciascun mese”, sanzione da 258,00 a 1549,00 euro, ma per una definizione agevolata dell’illecito di euro 94,75 pari a 1/3 della sanzione.

Il Chianti Classico è ormai nei fatti una Denominazione di ricaduta?

Il nuovo Gruppo su Facebook “Vignaioli di Radda”, che in un sol giorno di vita ha raccolto oltre 150 adesioni, oppure le Aziende di Lamole, ma anche realtà più istituzionalizzate come i Viticoltori di Panzano in Chianti, e i Viticoltori di Castellina in Chianti, dimostrano come ormai nel territorio dei Monti del Chianti dove si produce il vino Chianti Classico esistono forze dove la zonazione è un dato di fatto.

Il fenomeno è un salto a piè pari nei confronti del Consorzio Chianti Classico, organismo che dovrebbe rappresentare tutte le realtà produttive ed economiche del territorio e del vino Chianti Classico dove si parla di zonazione da decenni, ma senza alcun risultato pratico. La zonazione di un vasto territorio dove si produce vino, con la quale si esaltano proprietà ben delimitate dei produttori, del suolo e dei vini, rappresenta un enorme valore aggiunto per chi vuol approfondire e capire, che non si accontenta più della generalizzazione. Insomma tutto un mondo di vino che crede nelle singole aziende e nella specificità dei territori e non si accontenta più di una denominazione che appare sempre più al servizio dei grandi imbottigliatori, della grande distribuzione e dei grandi mercati.

Per questro motivo, come insieme si valutava con Roberto Stucchi di Badia Coltibuono in occasione della riuscita manifestazione “Sangiovese Purosangue” a Roma la scorso week-end, la Denominazione Chianti Classico appare come una sorta di ricaduta, al di sotto dei singoli territori che nella loro diversità producono vini con linee gustative riconoscibili ed esclusive, ormai di fatto esistenti e riconosciute.