Vendemmia 2018: le finestre operative molto strette

L’annata 2018 si è caratterizzata da frequenti piogge, umidità relative molto alte e caldo. Ancora una volta il Sangiovese, che solitamente qui a Caparsa a Radda in Chianti si raccoglie ad Ottobre, è stato raccolto nella quarta decade di Settembre, con un anticipo di due settimane.

Le finestre operative molto strette, tra una pioggia e l’altra, hanno messo a dura prova il vignaiolo e i suoi collaboratori. Soprattutto nelle coltivazioni bio i lavori per il controllo delle erbe infestanti con le lavorazioni meccaniche e poi i trattamenti contro le malattie della vite si sono caratterizzate da brevi periodi operativi che, se mancati o disattesi per qualsiasi motivo, hanno causato problemi.

Inoltre questa estremizzazione climatica, che forse chi vive in città non ha ben focalizzato, oltre a colpire le colture con più frequenza con la grandine,  favorisce la diffusione di insetti finora sconosciuti in molte zone. Parlo della Drosphila Suzuki, una mosca cinese, ed altri insetti che “bucano” gli acini e che favoriscono il marciume acido e la Botrytis Cynerea.

E’ occorso dunque intervenire con tempistiche giuste nelle finestre del tempo, che significa operare  con caparbietà e molto lavoro, al limite della sopportabilità. Siamo così riusciti a portare in cantina uve sane e ben mature anche grazie al bel tempo della seconda metà di Settembre proprio nel periodo vendemmiale.

W il 2018, W i vini di Radda in Chianti, W il Sangiovese

Radda in Chianti Superstar per il Gambero Rosso

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Si può essere daccordo oppure no sulle scelte, ma il Gambero Rosso ha premiato con i tre bicchieri ben 10 vini di aziende di Radda in Chianti nella prossima guida 2017, su 80 tre bicchieri in Toscana. Borgo Salcetino, Brancaia, Castello di Albola, Castello di Radda, Castello di Volpaia, Montevertine, Monteraponi, Poggerino, Istine, Val delle Corti.

Un record, credo.

Igt Toscana: un altro carrozzone in arrivo?

L’indicazione Geografica Tipica è una categoria di ricaduta per tutti quei vini che superano le limitazioni delle Doc e Docg, ma anche è un serbatoio che comprende anche molti Super Tuscans e vini che non hanno nessun riconoscimento a Denominazione di Origine. Questa denominazione è dunque molto importante.

Alcuni anni fa i controlli erano praticamente assenti, per cui in Toscana abbiamo passato un lungo periodo in cui si imbottigliava tre volte il quantitativo prodotto rivendicato (!).

Recentemente il TCA (Toscana Certificazoni Alimentari), ha cominciato a controllare e a farsi pagare dai produttori il controllo. Non ho notizie riguardo alla attuale corrispondenza tra produzione e commercializzazione.

Da poco tempo è però notizia che il Consorzio Vino Chianti ha deliberato unilateralmente una modifica del proprio statuto sociale inserendo l’IGT Toscana tra le indicazioni che si prefigge di tutelare. Per ottenere questo deve avere l’adesione del 35% delle aziende e del 51% della produzione Igt imbottigliata.

Questa iniziativa sta creando molti disappunti, come facile capire. Infatti pare che da tanto tempo si parlava di creare un nuovo Consorzio di Tutela per i vini IGT.

Ieri ho incontrato Michele Braganti che recentemente ha tolto la DOCG Chianti Classico per il suo vino Baron’Ugo e iniziare il percorso a IGT, per eliminare tutta una serie di compromessi e complicazioni. Proprio qui a Radda la massima espressione dei vini IGT ce l’ha Montevertine che da sempre, pur potendo entrare nella DOCG Chianti Classico ha sempre usato l’Igt per vini come Pergole Torte o Montevertine.

Insomma ne vedremo delle belle.

La mia prima considerazione è quella racchiusa nel titolo di questo post

Gli Artigiani del vino sono..

Maledetti dai tecnici. Disprezzati dai Menager. Improvvisatori. Istintivi. Passionali. Lavoratori. Farfalloni. Scostanti. Piccoli. Umili. Goduriosi. Non si fanno convincere dalle promesse. Pensano che la Natura sia sopra la comprensione umana. Vivono il vino. Non gli interessa il pollaio degli avvinazzati. Gli piace la concretezza. Gli piacciono i bambini. Amano la vita. Non sono egoisti. Creano. Sbagliano. Piangono. Soffrono. Ridono. Si fanno felici. Siamo noi… gli artigiani del vino.

Agriturismo

Da oggi Caparsa apre il nuovo agriturismo. Un casina di 80 metri quadri tra trattori, vigne e vini. Dopo 8 anni di sospensione di questa attività causata dalla troppa burocrazia e dall’impossibilità di dedicare tempo a questa attività per la nascita dei quarti e quinti figli, ma sopratutto per dedicare le energie al vino e alle vigne, si ricomincia.

I ricordi tornano a venticinque anni fa quando nel Chianti c’erano moltissimi turisti che si raccomandavano di trovar da dormire, i pochi e primi agriturismi pieni zeppi, gli alberghi non c’erano (a Radda la Miranda e il Semplici) e molti costretti a dormire in macchina… Roba di altri tempi: in pochi anni al seguito del successo degli agriturismi, camere, alberghi, Bed and Brekfast, Case Vacanze si sono moltiplicati a dismisura fino a sentire le continue lamentele di questi anni difficili, di tutti. Ma noi italiani quando impareremo a operare con lungimiranza e con misura?

 

 

Ennesima burocrazia: nuova misurazione dei vigneti

Tante misurazioni sono state fatte, non passa qualche anno senza che qualcuno misuri gli stessi vigneti, con apparecchi GPS e con le foto aeree: la Provincia, il tuo agronomo, La Regione, AGEA, ARTEA.

In Toscana, proprio il sistema ARTEA sembrava quello definitivo, i rilievi di ogni genere hanno portato negli ultimi quattro anni a completare lo schedario dei vigneti non dico semplice, ma sempre aggiornato.

Pochi mesi fa la Giunta Regionale Toscana ha approvato il “Piano operativo per l’allineamento tra le superfici registrate a vigneto nello schedario regionale e le relative foto” alla data 2010. Sì perchè il SIAN, ma anche il SIGC, devono produrre il GIS! Roba da matti.

Da matti, perchè io ad esempio ho gli aggiornamenti del 2012, per cui ci saranno errori nell’allineamento dei dati 2010/2012!

A me sembra che in pratica è stato escogitato l’ennesima burocrazia per finanziare lavori inutili sulle spalle dei viticoltori. Infatti si verificheranno differenze anche di pochi metri quadri in più o in meno su superfici di tanti ettari, che i professionisti dovranno sanare anche se siamo più aggiornati di loro. Per la gioia di tutti quei funzionari della Regione, di Artea, delle Amministrazioni Provinciali e dai rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole e cooperative che finalmente hanno qualcosa da fare nella loro vita. E forse per la gioa di qualche grande azienda che si potrà ritrovare una superficie più grande di quella odierna.

Possibile che nessuno ci lasci in pace con i nostri sorrisi?

 

 

la bestemmia toscana aiuta a fare il vino?

Con queste considerazioni non voglio essere blasfemo, ma in effetti le bestemmie in Toscana sono famose in tutto Mondo. Un autentico Cult è questo breve pezzo su youtube. Posso dire di essere cresciuto tra i contadini bestemmiatori. Adoperavano la bestemmia come valvola di sfogo, come una sorta di antidepressivo. Per cui tra i bestemmiatori si annoveravano addirittura alcuni preti particolarmente vicini alla popolazione rurale. La bestemmia in Toscana non è mai stata intesa come una presa di distanza dalla Chiesa o da Dio, ma solo come un modo semplice di lavorare più serenamente. La liberazione da una oppresione interiore serve per operare meglio. Ecco perchè alcuni vini buoni che nascono in Toscana racchiudono intrinsicamente anche le bestemmie…. 😉 

Ma la pioggia?

Tutti qui in Chianti ormai guardano il cielo, nella speranza di trovare qualche avvisaglia di pioggia. Qualcuno comincia a pensare che bisognerà organizzare qualche danza propiziatoria. A parte gli scherzi, tutto l’inverno e in particolare Gennaio e Febbraio hanno visto mancare le precipitazioni tra il 30% e il 40% sopratutto nelle zone centro-settentrionali, con punte di oltre il 60%. A Febbraio le nevicate non sono state utili al trecupero del deficit idrico accumulato fino ad oggi. Anche Marzo si stà rivelando avaro di piogge. Probabilmente Aprile tornerà nella media delle precipitazioni del periodo, ma non sufficienti a colmare l’attuale deficit idrico.

Scenari: 1) Non cambierà nulla, tanto il tempo si rifarà prima o poi e il problema si potrebbe capovolgere per la troppa pioggia in autunno 2) La siccità sarà così devastante da compromettere qualità e produzione delle uve in Toscana 3) Si fa finta di nulla e si va avanti il meglio possibile, cercando di apprezzare quotidianamente quelle piccole gioie che fanno la differenza tra felicità e depressione 4) Una bottiglia di acqua da 0,5 litri costerà quanto una bottiglia piena di vino…

Un evento tranquillo

Ecco, tra qualche giorno in Versilia, a Lido di Camaiore l’11 e il 12 Marzo ci sarà “Terre di Toscana”, un’occasione di ritrovare la propria tranquillità in una degustazione dei più rappresentativi vini e produttori Toscani. Vorrei sottolineare questo aspetto: la quiete del luogo dove si svolge la manifestazione: senza problemi di parcheggio, senza file, con la professionalità degli organizzatori e la passeggiata in riva al mare, insomma tutto il contrario di quanto di solito le analoghe manifestazionin offrono.

Anche il patron, Fernando Pardini, a vederlo emana subito questo spirito di tranquillità, umiltà e tanta passione tanto è vero che il titolo della sua pagina recita: “L’AcquaBuona, in rete dal 1999 per amor di Terra” . Sottolineo: “Amore di Terra”, poichè spesso si dimentica che la Terra è la madre dei vini e dei suoi vignaioli…

Non mi dilungo, aggiungo che questa è una delle poche manifestazioni a cui partecipo. Porterò la mia nuova annata 2008 Caparsino Riserva e Doccio a Matteo Riserva ma sopratutto il sorprendente “Bianco di Caparsino 2010, Igt Toscana”, realizzato col Trebbiano e la Malvasia Bianca, non filtrato, forse unico nel suo genere, dove si dimostra come non è importante il vitigno, ma il cuore e la terra per fare “pezzi unici”… Laughing

Nuove tendenze per bere il buon vino

Non parlo dei vini commerciali, parlo di quei numerosi vini che hanno qualità superiori e che per questo motivo costano un po di più. La crisi economica, insieme a un proibizionismo sempre più accentuato anche nel nostro Paese, sta modificando lentamente le forme del consumo ma sopratutto il modo della conoscenza di questi vini.

Si stanno affermando in tutto il mondo, e anche in Italia, associazioni e Club dove una cerchia di soci e simpatizzanti si ritrovano a cena, in una azienda vinicola, o a casa di qualcuno, spesso organizzati in programmi fitti fitti per scambi di bottiglie o per degustazioni alla cieca, o per degustazioni a tema.

Nel Nord europa questi club annoverano migliaia di membri, addirittura lo Stato mette a disposizione gratuita strutture dedicate, in Italia il numero è indubbiamente ridotto, ma significativo.

Davide Bonucci, presidente dell’enoclub di Siena, rappresenta in Toscana un’avanguardia di questa tendenza. In continuo movimento tra vignaioli, cene, bottiglie di ogni genere e annata, con la sua disinteressata passione, e con una comunicazione attenta e innovativa annovera nel club centinaia di appassionati di tutta Italia. Le iniziative, fin troppo numerose, lo stanno portando verso una conoscenza così profonda di questo mondo, che tanti giornalisti del settore più blasonati gli fanno un baffo…