la ripetitività

Tornato dalla Stazione Leopolda per l’evento Chianti Classico Collection, dove ho trovato ottimi risultati per i miei vini presentati, mi sono chiesto quanto la ripetitività delle azioni umane siano opprimenti. Ho visto infatti molti volti conosciuti che dopo molti anni che ripetono le solite azioni esprimevano sofferenza. L’entusismo che si esprime nell’affrontare le novità sono sempre positive e trascinanti, mentre l’abitudine e la ripetitività esprimono un senso negativo. Questo accade sopratutto dopo una certa età. Partecipare per molti anni a eventi come la Chianti Classico Collection, ma sopratutto il Vinitaly, può provocare una sorta di insofferenza. Addiritura plateale tra alcuni giornalisti “costretti” a una maratona di degustazioni di oltre 230 campioni di vino alla Collection.

Come risolvere la questione? Innanzitutto credo che dare spazio ai giovani è la prima condizione, ma credo anche che il rinnovamento e la sperimentazione di nuovi modi di svolgimento degli eventi, possa restituire un po di entusiasmo in un comparto che, diciamo la verità, comincia a saper di vecchio (… oh! Mi ci metto anch’io è… ). L’esperienza della cena da Burde del lunedì, con una sorta di competizione tra alcuni vini di Montalcino e del Chianti Classico (Guelfi contro Ghibellini) può essere una delle tante idee che si potrebbe applicare per dinamizzare la presentazione dei vini nelle anteprime.

Affollamenti di eventi vinosi

Sarà che con le nuove tecnologie tutte l’informazioni le riceviamo con la forza di una cascata, sarà che in tempo di crisi ognuno inventa un evento esclusivo, imperdibile, necessario, sarà stanchezza ma il flusso di eventi legati al vino è davvero enorme. Alla faccia dello “Slow”, tutto mi sembra accellerato: occorre confermare, occorre prenotare, occorre viaggiare, occorre pagare, occorre partecipare, occorre scegliere, occorre organizzare la logistica e i figli ma sopratutto occorre affrontare la moglie che deve rimanere a casa con i figli…

Io mi sto perdendo, davvero. Comunque, a quanto ho capito e se non sbaglio, questo è il calendario che mi riguarda nei prossimi giorni:

Partecipazione Lunedì prossimo alla Stazione Leopolda per Anteprima Chianti Classico, in serata cena al Ristorante da Burde per l’evento “Guelfi contro Ghibellini” organizzata da Enoclub Siena, il giorno dopo altra cena organizzata dal Consorzio al Ristorante Cammillo con i giornalisti, il giorno dopo altra giornata piena alla Stazione Leopolda; poi ci sarà l’evento Terre di Toscana a Lido di Camaiore l’11 e il 12 Marzo…

Insomma per me un tour de force, abituato a stare a casa a potare, a piegare, a travasare, a risolvere burocrazia, ma anche a far degustazioni qui a Caparsa… chissà se resisterò quest’anno. Una cosa è certa però: al Vinitaly non ci vado!

Abolite le Zone Svantaggiate

Le zone svantaggiatre, in agricoltura sono quelle caratterizzate da disparità strutturali e naturali.

I nostri nonni conoscevano bene la differenza tra queste zone e le zone agricole “privilegiate”, poichè per esempio le famiglie che lavoravano a mezzadria nei poderi svantaggiati stentavano, mentre nei poderi normali le famiglie potevano vivere dignitosamente. Ad oggi, poco è cambiato.

La pratica è evidente: chi cerca di produrre cibo in zone difficili, sassose o impervie, o declive o in situazioni di isolamento, quelle montagnose, quelle collinari esposte male, quelle insomma dove il costo di produzione di qualsiasi prodotto agricolo è alto, dove la produttività dell’ambiente è notevolmente inferiore alla media (magari il paesaggio bellissimo, ma viverci e lavorarci è dura..) è penalizzato. Queste zone che spesso hanno svantaggi specifici, e l’agricoltura è il solo mezzo per assicurare la conservazione dell’ambientre naturale, tutto questo non è più tutelato.

Oggi, con le recenti leggi, è stato abolito il riconoscimento di tali differenze.

AMEN, ma ricordiamoci tutti le conseguenze negative che potrebbe comportare questa decisione.