Altra mazzata sui produttori di vino

 

A breve, piccoli e grandi produttori di vino dovranno spostare dal cartaceo al telematico i registri di cantina. (I birrifici no…)

Orbene, questa manovra si sta rivelando un grande business per società, organizzazioni sindacali, studi di agronomia che, sule spalle di chi produce, succhieranno quanto possono per mantenere uno stato di dematerializzazione complesso, poichè se fosse semplice tutti potrebbero sostenerlo.

Si mormora di un giro di miliardi di euro.

Anche grandi realtà produttive dovranno incrementare il numero degli addetti, ma la mazzata sarà soprattutto per i piccoli produttori che dovranno sobbarcarsi questa ulteriore incombenza praticamente OGNI GIORNO.

Se il modello telematico fosse come è stato realizzato per l’olio, e le premesse ci sono poiché la piattaforma del SIAN è la medesima, complesso e quasi incomprensibile, il caos avrà il sopravvento e i costi di produzione aumenteranno sensibilmente solo per l’ennesima burocrazia calata dall’alto senza che nessuno abbia avuto da ridire.

Ripeto, soprattutto i piccoli produttori subiranno danni incalcolabili…. Ah già, dimenticavo, ma loro devono sparire…

In Francia non hanno neanche i registri di cantina, loro fanno solo la denuncia di produzione e una denuncia di vendita periodica, perché in Italia si sta sempre zitti? Tra l’altro questa volta non è stata una direttiva Europea ma un’iniziativa tutta italiana.

Il problema è che ogni poco si aggiungono mazzate su mazzate: le ultime è la grafica su ARTEA sui piani colturali per redigere il PAP, oppure il patentino per i fitofarmaci, oppure la revisione dei trattori, oppure la conformità per le macchine irroratrici, oppure il modello 21… sta minchia.

In Francia i produttori riescono a fare fronte comune, scaricano merda per protesta, noi vediamo dove si arriva.

Nel frattempo per questa ragione mi toccherà aumentare il vino, e se non lo vendo perché insostenibile me lo berrò tutto io.