Un mio precedente post parlava della carenza di trattoristi in agricoltura. Sicuramente la carenza di personale per i lavori manuali è sempre più un problema. Ma oggi vorrei rilevare quanto la progettazione di un trattore influenzi l’operatività.
I trattori, sopratutto nelle zone svantaggiate e più difficili, sono quei mezzi che dovrebbero assicurare affidabilità, durata, efficienza e praticità per condurre quegli attrezzi che servono per fare agricoltura.
Però negli ultimi tempi i nuovi trattori assomigliano sempre più a automobili: confort, computerizzazione, automatismi, sistemi elettronici e tanto altre innovazioni tecnologiche MA CHE SI SCONTRANO CON LA REALTA’ DELLE COSE.
I trattori operano in situazioni spesso molto estreme: sassi, declivi, agenti atmosferici difficili, operatività a temperature ambientali elevatissime o bassissime, fango, ricoveri in ambienti esterni, ecc., insomma si rompono. Fino a qualche tempo fa si potevano riparare in campo, con la meccanica. Oggi si devono riparare con i computer. Le tempistiche delle lavorazioni sono essenziali per una buona agricoltura e se le riparazioni devono attendere settimane o mesi perché occorre trovare l’informatico che individui il problema e poi trovare qualcuno che lo possa risolvere, questo è un problema enorme.
C’è chi dice che la tecnologia ci salverà, ma non credo che i trattori ipertecnologici ci salveranno.
Questo è un invito a progettare trattori più pratici, più terra – terra. I trattori non possono essere automobili.