Trattoristi cercasi

Non so se la situazione è simile in ogni dove, certo è che a Radda in Chianti mancano i trattoristi. ma non solo loro. Addirittura c’è chi “ruba” gli operai agli altri, per mancanza di manodopera. Certo che vivere a Radda in Chianti non è facile: bello il posto in vacanza, ma caro arrapanato e senza servizi di alcun genere per chi ci vive.

Occorre un’auto di propietà, perchè per spostarsi i bus non esistono (qualche rara corsa per Firenze o Siena), gli affitti delle case sono alti a causa dell’offerta verso gli stranieri che assicurano prezzi più alti, senza parlare dei negozi di alimentari, anche la Coop, con prezzi molto superiori alla media delle città.


Inoltre i Raddesi non fanno figlioli, l’immigrazione da Paesi extra europei si è da tempo fermata, addirittura molti extracomunitari residenti hanno lasciato Radda per raggiungere luoghi con più servizi, come la Germania. La popolazione locale sta progressivamente diminuendo; a fronte di diverse aperture di ristoranti e accoglienze turistiche, anche loro, hanno difficoltà di reperimento di manodopera sia perchè il lavoro è stagionale, sia per i motivi sopra accennati.


La formazione dei trattoristi è inoltre difficoltosa, perchè l’incombenza e i rischi sono del datore di lavoro ma sopratutto perchè chi ci prova non ha “orecchio” col motore, non ha nessuna preparazione della fisica (intendo un minimo di conoscenza scolastica di massa, baricentro, pendenze, contropendenze, gravità, valutazione delle tempistiche, ecc) e della meccanica (oltretutto i nuovi trattori 4.0 sono ormai irriparabili senza essere ingegneri informatici…). In pratica non c’è più nessuno che “nasce” sul trattore e gli arrosti e i danni ai trattori e alle macchine relative sono numerosissimi (l’unico meccanico di Radda Dicet), ma anche arrosti e danni nei vigneti…. e con questo chiudo l’esternazione perchè altrimenti sono troppo brontolone.

Vivere in una casa sparsa a Radda in Chianti (e non solo)

Tutti guardano alla vita in campagna come un idillio, senza stress e ansie a differenza dello stress cittadino.
Si, per certi versi è vero, ma ci sono tante problematiche che solo la caparbietà e la natività riescono a superare.
La spinta a scrivere questo post mi viene da quanto accaduto per l’ennesima volta oggi. Come sapete chi mi legge, io con Gianna abbiamo costruito quasi quaranta anni fa una famiglia con cinque figli di cui gli ultimi nati sono gemelli che, quest’anno, hanno scelto di frequentare la scuola superiore che si trova a Firenze, nel comune di Bagno a Ripoli.
Se la scelta fosse stata Siena, nulla sarebbe cambiato. Infatti Radda in Chianti si trova esattamente a metà strada tra le due città, difficilmente raggiungibili: ci sono solo due collegamenti, una la mattina e una la sera con la Sita.

Tanto per intendersi i miei figli, tutti da chi oggi ha trenta anni a chi ne ha quattordici, si sono alzati o si alzano alle sei del mattino per poi ritornare a casa alle 15 o alle 15:30 del pomeriggio per raggiungere le stazioni della Sita.

Oggi, come altre volte è accaduto, la ressa all’uscita della scuola ha impedito di riuscire ad entrare nella Sita di ritorno, zeppa fino all’inverosimile, per cui morale della favola il figlio è riuscito a ritornare alle ore 18:00 grazie a mamma Gianna Uber. Si, perché è lei che ogni giorno li portata la mattina e li riprende la sera a Panzano in Chianti (frazione distante 12 km) in quanto non esistono coincidenze per arrivare a Radda.
Insomma, le vie di comunicazione sono estremamente difficoltose, particolarmente qui a Radda in Chianti: chi ha percorso le strade per visitare Caparsa si rende ben conto di quante curve e strade impervie occorre percorrere per arrivare!
Dunque il primo punto di difficoltà sono i collegamenti, che badate bene, non fanno tanto paura per chi ha scelto di fare la vita in campagna magari automuniti tra i 25 e i 50 anni, ma fanno paura quando l’età avanza e non è più possibile guidare oppure quando si è in giovane età per raggiungere la scuola o gli amici.
Per carità tutto è possibile, anzi le difficoltà forgiano il carattere!
Ma c’è un’altro punto di difficoltà che sono i costi per spostarsi: per un abbonamento Sita occorrono 7/800 euro l’anno a persona (calcolate per 3 che sono i miei figli che ne usufruiscono). Da considerare poi i costi per i mezzi di trasporto in famiglia che devono essere proporzionali ai membri in funzione del lavoro.

Insomma, bellissimo posto la casa sparsa a Radda in Chianti, ma vivere annualmente non è cosa facile.
Il pensiero corre verso quei posti rurali, quelle case sparse in luoghi d’Italia impervi più poveri e ancor più difficili da raggiungere.

Ebbene, non ci si meravigli che le campagne si spopolano. I giovani vanno verso la città, i lavori moderni sono lì, i vecchi rimarranno finche possono, ma la vedo sempre più bigia sta vita in campagna.

Paolo Cianferoni, Case Sparse Caparsa, 47 – Radda in Chianti (Siena)

Dove si ammette che gli artigiani del vino fanno tendenza

 

 

 

In questo video, in un twitter di oggi 23/5/2018 del Consorzio Chianti Classico, https://twitter.com/chianticlassico/status/999320471563882503
un curatore del Gambero Rosso, Antonio Boco, ammette che i piccoli produttori, gli  artigiani del vino che operano nel territorio del Chianti Classico hanno tracciato un percorso d’avanguardia con i loro vini, ormai seguito e imitato anche da aziende che posseggono i “grandi” numeri.

Bisognerebbe allora che le grandi aziende riconoscessero il lavoro dei tanti bravi piccoli vignaioli che operano nei territori, che si mettono in gioco in prima persone, divulgando, comunicando e che si impegnano per esaltare la specificità dei luoghi dove operano, pagando il giusto prezzo per la qualità dei vini sfusi ma anche favorendo la nascita delle Menzioni Geografiche Aggiuntive.

 

I 2014 di Radda in Chianti mi fanno ritornare giovane

13686702_10153663834116771_6483482154348693750_n

Alla Stazione Leopolda, in occasione della Chianti Classico Collection del 13 Febbraio 2017, ho assaggiato numerosi vini Chianti Classico 2014. Ho davvero necessità di esprimere qui quali emozioni ho avuto perché la 2014 è stata un’annata difficile, in molti posti del Paese una tragedia, ma a Radda, miracolosamente, i bravi produttori sono riusciti, con tanto lavoro che voi umani non potrete mai capire 😉 , a produrre vini che mi rimandano a quando ero bambino e ragazzo.

Tempi molto diversi da oggi, il motorino Malanca era un miraggio per pochissimi ragazzi privilegiati, contadini che coltivavano ancora qualcuno c’era, nel paesaggio di Radda c’erano i campi di grano, di erba medica, di avena e le barche di covoni, i tanti vigneti promiscui, con i frutti e gli olivi, ma sopratutto c’era la gente schietta e abituata al lavoro, le donne ben sode, pratiche, senza trucco e senza tacchi e poi si andava per vigne a lavorare cantando col Beta tre marce 48 cc.

In quegli anni, che ho vissuto a Radda in Chianti, il vino assomigliava moltissimo al 2014 di oggigiorno, vini beverini, FINI, un piacere berli accanto al focolare con le castagne o con gli arrosti (magari di passerotti che all’epoca nidificavano in ogni tetto di casa colonica), senza fronzoli.

Insomma gli assaggi dei 2014 di Radda mi hanno ringiovanito.

Radda in Chianti Superstar per il Gambero Rosso

radda-in-chianti

Si può essere daccordo oppure no sulle scelte, ma il Gambero Rosso ha premiato con i tre bicchieri ben 10 vini di aziende di Radda in Chianti nella prossima guida 2017, su 80 tre bicchieri in Toscana. Borgo Salcetino, Brancaia, Castello di Albola, Castello di Radda, Castello di Volpaia, Montevertine, Monteraponi, Poggerino, Istine, Val delle Corti.

Un record, credo.

Degustazioni troppo popolari, quali soluzioni?

raddanelbicchiere2016

Ultimamente ho ascoltate diverse lamentele sulle modalità di svolgimento di alcuni eventi di vino: troppa gente, troppo popolare, troppi ubriachi, vogliamo solo operatori, troppo caro. Da una parte produttori e giornalisti e operatori, dall’altra appassionati o semplicemente curiosi.

In effetti, per esempio, Terre di Toscana o Radda nel Bicchiere sono visitate da migliaia di persone che “intoppano” la normale funzione di promozione del vino ma che garantiscono l’incasso, il successo e la sopravvivenza degli organizzatori. Per cui molti produttori si lamentano dell’ elevato numero di bottiglie aperte o quanto i veri operatori siano disturbati dal pubblico, o l’inutilità di versare il proprio vino a chi intende solo bere o l’impossibilità di offrire calma sufficiente; dall’altra parte il pubblico si lamenta che alcuni vini, tra i più prestigiosi, “finiscono” come per magia, altri si lamentano del prezzo elevato del biglietto di ingresso. I giornalisti e gli operatori si lamentano che non possono svolgere il proprio lavoro per l’ammucchiata ai banchini.
Sono questioni molto delicate in quanto le soluzioni non sono facili. L’aumento del prezzo di ingresso, (quest’anno mi dicano che il biglietto al Vinitaly costerà 80 euro!) potrebbe essere una soluzione per limitare pubblico “indesiderato” ma per me non molto democratica; altra soluzione sarebbe quella di separare la tempistica dell’affluenza: un giorno dedicato agli operatori, l’altro al pubblico, ma questa opzione è impossibile per esempio a Radda nel Bicchiere che si svolge all’aperto. La soluzione estrema che sta serpeggiando tra alcuni produttori è quella di rinunciare alla partecipazione alle manifestazioni più popolari, come ad esempio quest’anno Monteraponi e Montevertine a Radda nel Bicchiere, riservandosi solo per manifestazioni dove la selezione è rigida, attirandosi, però, l’ironia della “puzza sotto il naso”. Che fare?

La Casa del Chianti Classico: male su Trip Advisor

Mi sono imbattuto sulle recensioni della community di Trip Advisor sul Convento di S. Maria Novella, sede della Casa del Chianti Classico, dove alcuni commenti sono a dir poco catastrofici.

Un ambiente stupendo ma che ancora non riesce a decollare evidentemente per mancanza di un preciso spirito imprenditoriale ed entusiamo oltre che per mancanza di indicazioni chiare, come risulta chiaramete dalle recensioni. E’ infatti un po tutto approssimato. Quale la causa? Forse la burocrazia? Forse l’incapacità? Forse il solito carrozzone?

E’ il Consorzio Chianti Classico che si sobbarca di mantenere la struttura, evidentemente in gran passivo, dato che viene utilizzato anche scarsamente. Siamo dunque noi Soci che ce ne sobbarchiamo il mantenimento. E noi si paga.

Da una breve ricerca sembrerebbe che la struttura sarà rilanciata quest’anno sotto il nome di Gallo Nero Expo 2015 da MIlano a Radda, ma contemporaneamente la pagina Facebook è ferma al 1 Dicembre 2014. Non sarà mica un’altro flop, dove all’eventuale arrivo di finanziamenti pubblici il funzionamento della struttura sarà affidata a Godot?

A queste domande non posso certo rispondere io, ma posso solo sollecitare risposte tramite questo spazio…

Insulto a Radda in Chianti: il prato artificiale sulla rotonda

Alcuni anni fà Radda in Chianti si è dotata di una rotonda alle porte del paese di Radda in Chianti.

Oggi è stata ricoperta di un prato di plastica! Un bellissimo welcome a Radda in Chianti con un prato artificiale, nel cuore delle colline del Chianti.

Siccome la rotonda è di competenza della no-Provincia (in quanto la Provincia di Siena non esiste più), siccome sono soldi spesi da tutti noi con le nostre tasse, l’indignazione che provo è davvero grande come l’oceano della stupidità umana.

Gli Artigiani del vino sono..

Maledetti dai tecnici. Disprezzati dai Menager. Improvvisatori. Istintivi. Passionali. Lavoratori. Farfalloni. Scostanti. Piccoli. Umili. Goduriosi. Non si fanno convincere dalle promesse. Pensano che la Natura sia sopra la comprensione umana. Vivono il vino. Non gli interessa il pollaio degli avvinazzati. Gli piace la concretezza. Gli piacciono i bambini. Amano la vita. Non sono egoisti. Creano. Sbagliano. Piangono. Soffrono. Ridono. Si fanno felici. Siamo noi… gli artigiani del vino.

Percorsi di Vino

Ho partecipato  alla festa dei tre anni del Blog di Andrea Petrini “Percordi di Vino“, a Roma domenica scorsa, con Roberto Bianchi (Val delle Corti) e Michele Braganti (Monteraponi). Un trio Raddese affiatato, sembravamo i tre moschettieri, difensori di un territorio, quello di Radda, che comincia ormai ad essere universalmente riconosciuto. Una bella giornata. Il momento più divertente per noi è stato quando Davide Bonucci ha condotto un laboratorio dei vini di Radda e noi abbiamo parlato.

Abbiamo parlato, parlato e riparlato, (si spera solo che qualcuno abbia capito il nostro toscanaccio) mentre gli “allievi” degustavano i nostri vini. E alla fine… gli applausi, come fossimo delle star. Ma noi non siamo star, siamo semplici produttori che lavorano col cuore in un territorio difficile davvero, ma incantevole: Radda in Chianti.