Nessuno ha la sfera di cristallo: il Covid e ora la guerra in Ucraina stanno cambiando o hanno già cambiato il Mondo, come lo abbiamo conosciuto negli ultimi 50 anni.
Le carte in tavola sono tante e ognuno ha il suo Asso, ma anche il rischio dell’imprevisto.
Per crescere i compromessi sono in definitiva alla base dei sistemi umani: le mediazioni, dove ognuno secondo visione cala la propria carta e giustifica azioni e comportamenti, sono l’unico strumento per scovare le migliori soluzioni per la convivenza tra comunità anche molto diverse.
Nel conflitto odierno tra Ucraina (e Nato) e Russia si moltiplicano gli intrecci politici, economici e culturali: la Cina, l’UE, gli USA, l’Asia e perchè no l’Africa, e poi gli armamenti che una volta fabbricati devono essere utilizzati, insomma un gran calderone dove ognuno rivendica la propria giustizia nei confronti del nemico hanno e avranno effetti sui modelli sociali ed economici del Pianeta Terra.
Sostenazialmente però tutto è riconducibile, semplificando, al controllo dell’energia e dell’acqua.
Nel campo energetico è stato fin qui scelto l’indirizzo di mega centrali di produzione, facilmente controllabili dai poteri centrali e facilmente adoperabili per i condizionamenti delle popolazioni. Lo scotto di queste scelte sono le crescenti tensioni tra le diverse Nazioni con notevoli impatti ambientali, meglio dire impatti ambientali globali, che modificano gli ambienti naturali a scapito della qualità e della felicità della vita umana e non solo, sul Pianeta Terra.
Favorire localmente le produzioni energetiche con tante micro centrali che si adattano ai luoghi e alle culture locali, più flessibili e sostenibili, potrebbe alleviare notevolmente le conflittualità globali che attualmente, ma direi più periodicamente, sfociano nelle guerre.