Io, Coltivatore Diretto, Vignaiolo di Radda in Chianti, questo penso, oggi.

Il Tempo scorre e i tralci della vigna si allungano rapidamente in questo periodo primaverile, fresco, del 2020.

Il Coronavirus ha lasciato segni profondi che costringono a continui slalom tra cambiamenti ancora da scoprire. Parole nuove come Webinar o fatturazioni di eventi cancellati o il crollo delle vendite tradizionali stanno, insieme a mille altri motivi scombussolando i piani di imbottigliamento, le programmazioni degli eventi e tutto ciò che riguarda questo mondo (del vino).

Chiaramente le preoccupazioni sono molte, ma ogni periodo ha in fondo le sue…. per cui non mi preoccupo poi così tanto (scusate il gioco di parole). Il fatto è che navigo a vista ma siamo tutti sulla stessa barca e questo è di conforto.

L’unica cosa da fare è proseguire con l’impegno di produzione di qualità: quando il prodotto è buono prima o poi si vende sempre, quando il vino è scadente le difficoltà sono tante. Cerco di stare alla finestra e osservare attentamente ciò che accade senza far passi più lunghi della gamba. La demoralizzazione va scacciata in tutti i modi, nonostante ogni tanto faccia capolino. Fare quindi molta attenzione a non fare passi falsi potrebbe significare la sopravvivenza, ma non sarà facile.

Le Guide dei vini d’Italia saranno costrette a saltare l’uscita?

Non ho la sfera di cristallo ma sicuramente cambiamenti in questo settore ci saranno, eccome. Io come penso altri vignaioli in questo tempo di Coronavirus stiamo posticipato le uscite dei vini, almeno alcuni vini, per cercare di affrontare il probabile e terribile crollo di liquidità necessario per gli stipendi, per proseguire i lavori in vigna e altro. Anche Caparsa ha rimandato il previsto imbottigliamento di primavera dell’annata 2017 Chianti Classico Annata e Riserva in attesa di tempi migliori, cioè il prossimo autunno o addirittura molto dopo. Riconosco che il vino Chianti Classico è una tipologia che può facilmente invecchiare per cui non risentirebbe in termini di qualità lunghi slittamenti. Però non permetterà alle guide di recensire in tempo i vini. Per lo meno alcuni.
E’ anche vero che ci sono vini che sono già stati imbottigliati per conservare le loro caratteristiche di freschezza, oppure imbottigliamenti già effettuati poco prima dello scoppio della guerra Coronavirus.
Dunque, le domande mi sorgono spontanee: le guide 2021 saranno costrette a recensire prevalentemente i bianchi, i rosati, insomma i vini giovani? E per i vini importanti, come faranno? Rischiano di uscire in autunno guide un po’ incomplete… sempre che cerchino di proseguire nel solco del passato.

Le vigne dei coltivatori diretti sono ben assistite

Nel tempo del coronavirus gli appassionati di vino possono domandarsi: ma come procedono i lavori in vigna? Posso rispondere per me, ma mi sono accorto da telefonata di un collega stamani che le cose stanno andando più o meno allo stesso modo qui in Chianti.
Chiusi in casa, noi (pochi) coltivatori diretti che prevalentemente coltiviamo con le forze familiari, non ci stiamo. Ora che non c’è bisogno di viaggiare per cercar di vendere, non c’è bisogno di star dietro ai turisti, non c’è fretta nella burocrazia, addirittura non riceviamo più neanche le telefonate pubblicitarie inutili, abbiamo tempo. Tempo che dedichiamo alla cura del vigneto, per sistemare, per riparare, per sentirsi vivi e finalmente quel senso di contatto vero con madre Natura, senza frenesie, che mi vede ormai da quaranta anni qui a Caparsa.
Detto questo è probabile addirittura che l’annata qualitativa sia eccezionale proprio per il privilegio che noi coltivatori diretti (alias contadini) abbiamo in questo periodo storico per la cura individuale del podere.
Naturalmente le ombre commerciali sono molto lunghe, ma per il momento possiamo andare avanti meglio di tante altre categorie che, riconosco, non hanno la stessa “fortuna”.