Il vino è come un viaggio

La vita è un viaggio e come quando viaggiamo l’istinto è quel sesto senso che ci accompagna nel conoscere persone, luoghi e situazioni.  C’è chi ne ha di più chi meno. Ma le strade, i bivi della vita, sono esclusivi e irripetibili per quella persona poichè ogni individuo è unico.

Ai miei interlocutori, quando si parla di vino, parlo sempre di istinto per riconoscere la qualità. Non importa sapere o pensare di sapere, l’importante è riconoscere istintivamente la qualità di un vino che si mostra non solo nel liquido, ma anche attraverso i luoghi, le persone e il tempo come in un viaggio.

Molti assaggiatori di professione peccano di presunzione quando cercano di insegnare in una stanza un qualcosa che in fondo è personale, la risultante di un percorso che può essere diverso da un individuo a un altro.

Tutto dunque dipende dal contesto, dal momento, da quanta strada è stata percorsa, dall’età, da chi ci circonda, dal carattere e dalle emozioni che un vino può regalare in quel preciso istante.

Come un viaggio.

 

Istinti

L’istinto negli animali è fondamentale per la sopravvivenza, nell’uomo la scienza ha sostituito gran parte di questa virtù. La scienza e la tecnica hanno trasformato l’arte del fare il vino. In qualche modo solo la biodinamica e la biologica hanno conservato, o meglio tentano di conservare, un’idea di enologia in cui la spontaneità e l’istinto del vignaiolo/vinificatore ha un’importanza decisiva. L’Arte di far vino proviene anche da culture, ma spesso l’istinto del vignaiolo è decisivo per una buona qualità. Lo sviluppo di questa virtù dipende da continue osservazioni, giudizi, sintesi, conoscenze, esperienze, stati d’animo, decisioni nel tempo, che la sola tecnica non può offrire perchè… perchè sono convinto che non siamo fatti di solo materia…