Riflessioni sull’informazione sul vino in Italia

vino in bicchiere

1 – A mio parere esiste un problema di ricambio degli operatori
giornalistici, che porti a nuovi attori e nuove idee.

2 – Il proliferare di blog, siti, nonché di “esperti” nei social network, è molto positivo. Aiuta l’informazione sul vino ed anche se qualche volta manca professionalità, vi è una grande capacità di migliorare e reagire in modo virtuoso, superiore e veloce di qualsiasi altra forma giornalistica.

3 – Oggi l’agroalimentare sta conoscendo  un momento di grazia sopra tutto per i programmi televisivi di cucina di recente successo. Questi programmi, generalisti, potrebbero aiutare moltissimo la cultura generale: saper abbinare il cibo col vino sarebbe operazione davvero interessante.

4 – La qualità dell’informazione sul vino nel suo complesso, in Italia, mi
pare buona tutto sommato, perché recentemente l’informazione non è
troppo veicolata come nel passato, anche se in alcuni casi è troppo impegnata ad assecondare i voleri di qualche potere forte, pur di sopravvivere. In sostanza si fanno troppi compromessi.

5 – A mio avviso l’informazione dovrebbe assecondare l’orgoglio
dei 400.000 produttori di vino italiani; invece di considerarli un
handicap per il loro numero elevato, è invece una risorsa che nessun Paese al Mondo possiede. In Australia sono solo poche decine… loro devono studiare le nostre tradizioni e culture sul vino  e seguire noi, non il contrario!. Il fatto di avere luoghi e persone così
differenti dal Nord al Sud Italia, cucine diverse, vini diversi, abbinamenti
diversi, è una ricchezza che va comunicata e saputa comunicare: le riviste patinate belle servono solo all’autoreferenzialità di pochi produttori e per i soliti addetti ai lavori, e non fanno un bene comune.