…e se Caparsa sparisse?

Sarebbe una sconfitta. Ma sicuramente qualcuno gioirebbe, vedrebbe aumentare i propri spazi, meno concorrenza, un piccolo produttore rompicoglioni in meno.

Trentatre anni fa io e la mia compagna Gianna facemmo una scelta verso la Terra, che a parere di molti era sbagliata, poiché l’agricoltura e il vino non permettevano redditì soddisfacenti. Ma eravamo felici poiché i bisogni erano minori, il territorio del Chianti era più sobrio, i contatti umani erano semplici e sempre pieni di nuove esperienze, sopratutto con gli stranieri che cominciavano a venire nel Chianti. L’agriturismo nasceva in quegli anni e ci assicurava un reddito complementare alla produzione di vino, per continuare quella scelta di vita e di passione. Il vino si vendeva, non si vendeva, ma non era fonte di grande stress se non si vendeva. Oggi occorre comunicare sempre più e meglio, occorre passare un tempo infinito in ufficio, si passano ore davanti al computer e poi di corsa in vigna per fare il più velocemente possibile i lavori, e poi si rincorre la qualità e il mercato, e poi c’è la burocrazia da affrontare sempre più asfissiante, e poi le tasse e le scadenze, e poi gli innumerevoli eventi vinosi che portano via tempo, risorse e salute, e poi le permanenze turistiche ormai ridottissime che fanno forse felici gli albergatori, ma non certo i piccoli agricoltori, e poi le troppe regole sul lavoro… insomma una continua rincorsa per continuare a fare e vivere quel sogno che iniziammo tanto tempo fa. Ecco: il tempo, di tempo, oggi, c’è né sempre meno per la quantità di operazioni che occorre fare nel più breve tempo possibile.

Ma non crediate che ceda, resisterò con Gianna, come resisteranno quelli come me che hanno seminato tanto in questi decenni. Ormai siamo abituati a stringere i denti.