L’inganno italiano del DAA telematico

La conclusione è questa: i Piccoli Produttori di vino sono stati ingannati per favorire i Grandi Produttori.

Lo Stato Italiano ha dato la possibilità di continuare a emettere bolla di accompagnnamento cartacea, ma ciò non è possibile. Tutte le dogane europee, in particolar modo i Paesi che applicano accisa come Francia, Finlandia, Svezia, ecc. pretendono il DAA telematico. Per emetterlo occorre dotarsi di una serie di adempimenti particolarmente onerosi, oppure servirsi di una Ditta che, con il proprio deposito fiscale, può produrre il DAA.

Esempi come una piccola enoteca, un piccolo ristorante europeo che vuol acquistare direttamente, in azienda, non lo può più fare secondo le procedure fin qui seguite poichè occorre passare da un magazzino fiscale. Costo del”operazione Euro 150,00 (compreso le bestemmie). Oppure, un piccolo importatore che non si rivolge a un autotrasportatore con magazzino fiscale, capace di emettere il DAA, non può ricevere il vino a meno che il piccolo produttore stesso non si rivolge alla Ditta predisposta a 150 euro (compreso le bestemmie).

Dunque la possibilità che lo stato Italiano ha dato secondo le norme comunitarie (direttiva 2008/118 art. 40) e la norma italiana (D.Lgs 504/95 art. 37) è carta straccia. La CEE ha stabilito che tutte le spedizioni devono essere eseguite elettronicamente mentre l’Italia, solo l’Italia, dice di no. Ma tutti ridono. Abbiamo una spada di Damocle.

Quindi, è come dire che l’Italia si salva la faccia nei confronti dei Piccoli, ma in realtà fa il gioco dei Grandi: se ci avessero detto, OK, tutti i grandi e piccoli devono emettere DAA, ci avremmo messo l’anima in pace, e ci saremmo messi d’impegno (come è successo in Francia). Ma in questo modo già alcuni importatori rinunciano ad acquistare dai Piccoli. Chi trae vantaggio da questa situazione?