La folla intorno al vino

Una grande folla si aggira, ruota, in modo spesso folle nel mondo del vino.

Io che sono abituato alla solitudine del lavoro in vigna o in cantina, mi disorienta un poco ultimamente. Probabilmente anche l’internettizzazione di questo mondo con migliaia di informazioni, di inviti, di richieste, di obblighi che ogni giorno arrivano sulla casella elettronica, ma anche la velocità vorticosa del giro di questo tipo di mondo, è ciò che mi disorienta.

Questo per esempio è il tempo dei corsi obbligatori, di chi organizza i corsi e chi li conduce. Corsi per fare tutto, per guidare il trattore (dopo 45 anni che lavoro col trattore), corsi per i i collaboratori, corsi per acquistare i prodotti, corsi di quà, corsi di là, corsi, corsi e corsi, un fiume di corsi. Ed è anche il tempo dove tutto deve essere regolato, legiferato ogni respiro, ogni angolo di questo mondo, dove nessuno più si carica o si vuol far caricare di responsabilità.

Ecco, sono le responsabilità che tutta la collettività, noi, stiamo rifiutando: come dire, io, noi, non vogliamo e non possiamo più applicare il Buon Senso; il Buon Senso è perso, morto, e le leggi, le troppe leggi, hanno sostituito il Buon Senso.

E così nel mondo del vino ruota una folla fatta di persone spesso con le scarpe lucide o incravattate, alcune in nome della legge, per cercare spazi vitali disponibili. Ma gli spazi sono sempre più piccoli ormai, spazi dove si aggirano gli onesti e i disonesti, chi cerca solo profitti, chi cerca possibilità, chi cerca di bere bene gratis o chi idealizza questo mondo e vive solo di questo mondo.

Insomma una gran folla che finsce per diventare un buco nero ai miei occhi dove, dietro le quinte, regna solo la regola del business. Capisco, senza quello è difficile andare avanti per noi tutti, produttori, rappresentanti, distributori, ristoratori, blogger, giornalisti, notai, avvocati, banche, enti, addetti vari. Ma è come se questo mondo si sia definitivamente allontanato dalla realtà pratica della campagna e sia diventato pericolosamente populista, eccessivo, di troppo, dove appunto il Buon Senso è svanito.

La semplicità nel godere di un bicchiere di vino, in silenzio o in compagnia, sono ancora intimi attimi preziosi da non farsi rubare.