L’altro ieri ho spedito centocinquanta bottiglie al mio importatore finlandese. Dopo un giorno, mi scrive allarmato che occorre compilare il DAA elettronico e che ci vuole il numero accisa e se conosco qualche produttore che ce l’ha. Cavolo! Faccio un giro di telefonate, trovo un produttore che ha dovuto rivolgersi a Mail Boxes, un altro non sapeva che fare, il ragioniere mi dice che i piccoli produttori non possono avere il numero accisa; telefono al mio amico daniele Ciampi (www.monterinaldi.it) che gentilmernte mi da il suo numero accisa. Giro il numero all’importatore, ma il giorno dopo sostiene che la Dogana finlandese vuole che io compilo il DAA. Allora mi dico: Cavolo!
Telefono a Carlotta Gori del Consorzio Chianti Classico e finalmente mi gira la legge che esonera i piccoli produttori dal DAA elettronico e che basta la bolla di accompagnamento cartacea. Sospirone di sollievo. Quando il Consorzio è efficiente, occorre dirlo!
Giro il tutto al’importatore che mi risponde: “I will send the documents to the customs but they are stupid…”
In ogni caso, se a qualche piccolo produttore capita una storia infinita, fatemi un cenno che vi giro la documentazione CEE 118.2008 di esonero!
Siamo nel 2011 ma mi sembra ancora piu’ complicato che qualche anno fa….Mah…
Stessa storia, due settimana fa ma sulla Francia, ho chiesto alla CIA e ho avuto probabilmente i stessi documenti… con in più copia del modulo da mandare all’ufficio doganale di zona il sotto bla bla bla [i]COMUNICA CHE
il documento citato ad oggi NON è stato restituito a questa ditta.
La presente comunicazione segue solleciti operati dal sottoscritto verso la ditta acquirente.
Pertanto, essendo trascorsi i termini massimi per il ritorno di detto documento debitamente vistato dalle autorità doganali, esonerandomi da qualsiasi responsabiltà, resto in attesa di Vostre indicazioni in merito.[/i]
Solo che, tu fai sforzi per trovare un cliente e siccome le dogane del [u]suo[/u] paese non accetano la legge italiana (basato su quella CEE) lo denunci alle dogane ????? Certo si migliorano le relazioni commerciali!
Qui ci vuole qualcuno, che informi, con voce autorevole e rumorosa, – ci sarà qualcuno a Bruxelles che campa con le nostre tasse (?) -, le dogane DEGLI ALTRI PAESI membri.
A me il cliente francese mi ha già detto che non intende importare più se non faccio come dice il loro ufficio doganale…..!!!! Certo li mando copia della normativa CEE, più la egge italiana, ma se i nostri clienti devono diventare avvocati nelle loro dogane …..
Un gran casino, si. Uno a produrre e cento a far scartoffie.
Ah!, già, certo, in europa non si deve più produrre, conviene far produrre in Asia…
Antoine, dammi un suggerimento a quanto mi è capitato:
Ho spedito in Rep Ceka, caricando il vino nella macchina dell’importatore, il quale ha dimenticato il documento di accompagnamento compilata. Naturalmente è passato dalla dogana senza dir nulla. Quindi io gli ho inviato la bolla con preghiera di restituirmela timbrata dalla dogana. Naturalmente dopo tre mesi ancora non ho visto nulla, nonostante le mie solecitazioni. Domanda: a questo punto faccio una lettera come la tua alla dogana, oppure è meglio stare zitti e magari rischiare la sanzione di migliaia di euro per frode fiscale, per una vendita di seicento euro?
Cavolooooooooo!
…e meno male che siamo associati..a varie ”organizzazioni( che campano anche e soprattutto di burocrazia)…ce ne fosse solo una che funzionasse..forse andrebbe creata tra produttori ” veri e sinceri..” (e antiburocrati)
Ma dogane al passaggio non ce ne sono più, ed è per questo che c’è tutto questo casino, accisa telematica etc, tu trasporti il vino nel tuo veicolo nel tuo negozio se sei importatore o te lo porta il fornitore (come ho fatto io per la Francia) poi con il nostro DA_DOCGO_DOCO-chenonsisacomesichiama l’importatore va in dogna assolve l’accisa timbra il foglio e te lo rimanda (qualcuno te lo rimanda con il proprio timbro aziendale….. a me basta! però non so se ho raggione a farmelo bastare!!!).
Per cui se temi problemi mandali prima una copia di questo documento (ti rigiro la mail della CIA) dicendoli che sei costretto a segnalare il fatto alle dogane. Il rischio è che in un prossimo controllo delle fatture da parte dell’agenzia delle entrate o della finanza ti chiedano la copia timbrata…
Riesci ad andare in vigna o in cantina, quando ai finito le scartoffie ??? ;o)
Ormai, come sai, ho trent’anni di scartoffie alle spalle. Quello che mi fa soffrire di più è il permanente stato di precarietà, poichè non è possibile assolvere tutto (haccp, sicurezza, contabilità, previdenza, dogana, uffici, norme su tutto e poi tasse, bolli, denunce…). Noi ce la mettiamo tutta a fare le cose come si deve, ma in pratica non è possibile e quindi dobbiamo arrenderci alla fatalità e sperare che nessuno controlli, perchè se c’è un controllo dobbiamo pagare anche i controllori. E allo stato attuale pagare tutto e tutti ‘un ci si fa più! Rivoluzione.., ma sì, facciamo una rivoluzione, così si azzera tutto e si ricomincia da zero…
Consiglio da uno svizzero ad un italiano!
la prima cosa che ho dovuto imparare volendo vivere qui da contadino è che bisogna solo cominciare ad essere in regola, intanto non si finisce mai, per cui cominci e ti metti l’anima in pace ;o)
Sulla burocrazia, il Consorzio non avrebbe la possibilità di darvi una mano? Che so, cercando di ottimizzare le procedure per le piccole aziende che non possono permettersi una segreteria, dandovi un vademecun passo per passo sulla burocrazia da adempiere, facendo pressione politica per agevolare chi non ce la fa… non si può fare niente?
Ciao Paolo,
a proposito di rivoluzione, riguardatevi la splendida analisi di Rod Steiger/Miranda in "Giù la testa" esposta al bombarolo irlandese James Coburn/Sean. Un passo/capolavoro del cinema che non ha eguali in verità.
http://www.youtube.com/watch?v=0fGYgYd_oik
La domanda è: serve poi fare una rivoluzione?
Tanto se tutto poi torna come prima…..
Rivoluzione è una parola provocatoria.
…ricordo,diversi anni fa, che chiedere,semplicemente, un indirizzo di una tipografia…..fu un quasi dramma..”nessuno voleva osare”… figuriamoci se ….
Era chiaro, ma non sarebbe poi così male….. 🙂
A presto.
Io non credo sia il ruolo del consorzio, loro già hanno un ufficio che ci dice cosa e come fare. Qui si tratta di legge comunitarie, e sono i nostri raprensentanti politici, e di categoria che ci devono lavorare! Un po lo fanno, ci provano "lobbyscono" con i soldi che hanno…
Ma ci vorebbe una CEE politica e fiscale….
Per dirvi non è solo il vino, ci sono le accise sulle mandorle, un mio importatore danese quando importa vino importa anche panforte..(cavoli suoi direte) be deve calcolare la percentuale in peso delle mandorle a pagare le accise sulle mandorle…. è ovvio che i nostri rapresentanti non possono fare tutto se non c’è la volontà degli stati di semplificare.
PURTROPPO la soluzione è politica….!
La storia non finisce…. infatti sembra che anche i piccoli produttori devono (ma non possono!) compilare il Documento di Accompagnemento elettrionico per spedire vino in Finlandia, poichè altrimenti l’importatore non può fare magazzino. Mi rendo conto che tutta la questione favorisce solo chi PUO’ (i grossi) e non certo i piccoli produttori… in Europa ormai siamo visti come carne da mecero.
Mandare tutti al diaviolo?
Ma io avevo pensato forse alla fine conviene sicriversi all’accisa e fare come i grossi….
devo approfondire il problema… ma i primi contatti mi hanno [b]caldissimamente [u]S[/u]consigliato [/b]di farlo!!!?
Ovvia quanto siete polemici…. rivoluzionari.. poi dopo le rivoluzioni ritorna tutto come prima se non se ne fa una globale!
Sentiamo direttamente a Bruxelles. C’è un ufficio apposta con uno che di vino ci capisce… Sentiamo lo Scalacci!
Le discrepanze CEE sono purtroppo all’ordine del giorno, e ormai da anni la pubblica amministrazione scarica sulle spalle dei contribuenti sia una buona parte del lavoro che spetterebbe a loro. E, ovviamente, vengono rimbalzate anche le responsabilità.
Noi siamo oltre i 1000Hl, quindi obbligati alla compilazione del DAA. Fino all’anno scorso facevamo i DAA manualmente: in 10 minuti erano compilati e tutto filava liscio. Adesso occorrono un pc con il software apposta, 40 minuti per ogni DAA, e parecchi giramenti di scatole. Oppure ci si può rivolgere all’ennesimo consulente che te lo prepara contro 40 euro. Tutto questo per far risparmiare il lavoro alla pubblica amministrazione e/o ingrassare i consulenti.
Pensa te che la nostra impiegata è arrivata a dirmi che preferiva pagare lei di tasca sua i 40 euro piuttosto che compilare il DAA telematico…
Ovvia ora ci siamo messi in moto e vediamo dove si arriva… certo non si arriva domani ma intanto abbiamo smosso le dogane a Roma e qualcuno lo sentiamo a Bruxelles. Il problema è di fondo, di interpretazioni data dai vari paesi per cui occorrerà forse una risoluzione da Bruxelles. Intanto però tengo a dire che i regolamenti CE sono reciproci, per cui se la possibilità viene offerta da una norma comunitaria TUTTI i paesi devono applicarla. Certo, in quasta fase iniziale è tutto più complicato.
Che poi la semplificazione sia fatta solo per i burocrati quello è verissimo! Diffidate da chi parla di semplificazione… di solito comporta che occorre un foglio in più di prima 😉
Forza Gianni Brandani, uniti forse si fa qualcosa. Io ho inviato proteste in dogana ai seguenti indirizzi:
dogane.tributi.regimi@agenziadogane.it
e
dogane.helpdesk@agenziadogane.it
e invito tutti i lettori e coloro che intervengono a scrivere il disappunto. Forse servirà a qualcosa, forse no, ma è interessante osservare come la comunicazione in un piccolo Blog, possa muovere qualcosa. Piccole soddisfazioni della vita.
Il problema era già venuto fuori, ma pensavamo di averlo risolto in quanto il corriere Hillebrand mi aveva detto di fare quella dichiarazione che ho dato a Antoine. Purtroppo pare che ancora non sia risolta… vediamo.
Ti rispondo qui per il DAA elettronico: NO, non è possibile farlo in quanto il tutto è gestito attraverso una connessione con l’agenzia delle dogane, previa apertura del deposito fiscale, e previa registrazione sl loro sito.
La cosa è però molto pallosa e difficile da gestire anzi lo sconsiglio di entrare in quel sistema finchè non necessario
Allora, in sintesi il vino è fermo in dogana in Finlanda. L’importatore senza
il numero di accisa per la spedizione, generato dal sistema elettronico in un e-document, non può prelevare il vino dal magazzino della dogana.
Bella situazione. Tutti i piccoli produttori sono nella medesima situazione poichè non hanno deposito fiscale e ca**i vari con l’agenzia delle dogane.
Qualcuno mi suggerisce di rivolgermi a una Azienda di Logistica specializzata… che dici Gianni? Ma la Cia ci si può rivolgersi e fare una azione sindacale? Forse sogno…
Ciao a tutti.
Faccio parte anch’io della schiera di PICCOLI PRODUTTORI in Piemonte.
In questi ultimi giorni, dovendo fare delle spedizioni in EU, Inghilterra inclusa, ho avuto queste notizie da un trasportatore in zona che ha sempre fatto groupage per il vino e che si é attivato nell’avere informazioni in merito.
Le notizie che mi ha dato sono: al momento DANIMARCA, INGHILTERRA e SUD della Francia NON ACCETTANO IMPORTAZIONI CON DOCUMENTI NON TELEMATICI e non accettano quindi lo status di PICCOLI PRODUTTORI.
Ora da Paolo scopro che anche la FINLANDIA si comporta così, facendo delle ricerche su Internet INCLUDIAMO anche la SPAGNA.
Se va avanti così la mia paura é che nei prox mesi anche i paesi con accisa zero, come la Germania, che per ora non sta facendo opposizioni, si comporteranno nello stesso modo.
Ieri ho spedito IN SVEZIA e nei prossimi giorni in GERMANIA. Vi farò sapere……
Da parte mia ho contattato tutti i trasportatori, fra cui compagnie molto grandi, che l’importatore in Danimarca mi mandava per il trasporto.
TUTTI, DICO TUTTI, SONO CADUTI DALLE NUVOLE quando ho esposto il problema.
La risposta é stata quasi sempre: MA SE SIETE PICCOLI PRODUTTORI, SIETE ESONERATI, CHE PROBLEMA SI FA?
Ho sempre risposto che la mia paura era di spedire e che il vino mi tornasse indietro, come é successo a Paolo dalla Finlandia.
Ho anche contattato con il dente "molto avvelenato" la COLDIRETTI di ALBA, alla quale sono associata, dicendo al Direttore quello che sta succedendo e che si muovano perché ci sarebbe veramente da fare una rivoluzione. E’ l’Associazione di categoria più grande a livello nazionale, possibile che dobbiamo solo pagarli e AUTODIFENDERCI in casi come questi?
Oggi contatterò l’agenzia delle Dogane di ALBA e andrò avanti anch’io a "rompere le scatole" a tutti quelli che ci dovrebbero dare delle risposte chiare.
Se avrò novità mi risentirete, buona giornata e buon lavoro……… se riuscite ancora a lavorare
A quanto capiso dopo alcuni gironi, questa la situazione:
in Francia e in Finlandia, non accettano bolla cartacea poichè per chiudere la transizione, cioè che il cliente possa rititrare il vino dal magazzino fiscale occorre farlo telematicamente tramite un numero ottenuto con la procedura DAA. Tu mi aggiungi altri Paesi, sicuramente sono quelli dove c’è accisa, dove l’accisa è zero è tutto tranquillo (per ora).
E’ quindi obbligo di spedire ad un soggetto autorizzato (deposito fiscale o destinatario registrato). Ad esempio se l’acquirente non ha il deposito fiscale
occorre intestare il Doco alla ditta acquirente e la destinazione ad un deposito fiscale autorizzato che alcune compagnie di trasporto hanno.
Ci sono società che fanno il DAA elettronico per chi è esente (come noi), naturalmente a pagamento.
Alcune considerazioni: se viene da noi un piccola enoteca dell’europa che abitualmente compra il vino direttamente, fino ad ora gli si faceva il Doco. Ma ora? Mi sà che ora non è più possibile…
COMUNQUE TUTTI QUESTI PROBLEMI SI VERIFICANO PER LA SUPERFICIALITA’ DELL’ITALIA CHE NON HA AFFRONTATO SERIAMENTE QUESTI PROBLEMI DEI PICCOLI PRODUTTORI. IN FRANCIA HANNO OBBLIGATO TUTTI AL DAA ELETTRONICO, NOI CON QUESTA ESENZIONE (DI DIRITTO), ABBIAMO DIFFICOLTA’ INVECE DI VANTAGGI.