Burocrazia: il piacere perso del lavoro

E’ come un tarlo che consuma e che distrugge. E’ fatta a strati, a livelli, dove ogni strato riceve istruzioni dall’alto, per cui nessuno è responsabile. Ogni strato risponde sempre allo stesso modo: “sono solo un impiegato, non dipende da me.” Strato dopo strato il peso aumenta, tutto sulle spalle di chi lavora.

Si vocifera che lo strato più alto in effetti non esiste, vive nel Regno dei Cieli, poi sulla Terra, forse in America o in Cina, poi in Europa, poi in Italia dove il terreno è fertile, poi giù vive nel Governo, nelle Regioni, nelle Provincie, e poi nei Comuni e negli uffici di ogni ente e genere. Un esercito di personale, retribuito, che non conosce esattamente cosa sta facendo.

Nel nostro lavoro, in Toscana, recentemente si sono abbattuti su di noi i poligoni. Sembra impossibile ma è stata fatta una nuova misurazione automatica delle vigne, basate da foto aeree eseguite con aerei stranieri qualche anno fa, e sono stati tracciati i poligoni automaticamente, che naturalmente non corrispondono con le misurazioni GPS a terra, e così cespugli che diventano fabbricati, vigne dove non c’è vigna, oppure non risulta vigna dove c’è vigna… in sostanza ARTEA, Provincie e singoli che parlano, parlano, e poi si incontrano con i Sindacati, con i Geometri e gli Architetti, con i Funzionari e dicutono tra loro, discutono, prendono il caffè… e noi? Noi siamo sempre i responsabili, noi dobbiamo sobbarcarci delle spese, noi dobbiamo alimentare questi tarli. Ma vadino a zappare…

Ma vaffanculo tutti!

15 pensieri riguardo “Burocrazia: il piacere perso del lavoro”

  1. Bravo Paolo, bella descrizione della realtà!!!
    Bisognerebbe però trovare il modo di mandarli a ffanculo…! Perchè se non si fa niente con questi poligioni, poi ci schiacciano, [b]non si può più vendere[/b] perchè non esistiamo non esiste la nostra produzione, o peggio esistiamo ma solo per le multe…

  2. ….e un continuo senso di inadeguatezza perseguita permanentemente chi è onesto o perlomeno ci prova a fare le cose perbene per cui ha l’impressione che non si può essere mai in regola veramente perchè c’è sempre qualcosa che non va, qualche dettaglio che sfugge, vero o presunto che sia, insomma diventa una paranoia continua.

    Invece per il furbo, la burocrazia diventa un’ottima occasione per apporre una garanzia sulle proprie malefatte, strato dopo strato può crearsi degli alibi inattaccabili. La burocrazia infatti crea solo un ‘astruso surrogato della realtà, spesso del tutto indipendente dalla verità.

    Vaffanculo ? Si, vaffanculo !!

  3. Zitti… non protestate… altrimenti:
    1) non vi fanno rivendicare la prooduzione
    2) non vi danno più nemmeno 1 euro
    3) verrete messi alla gogna sulla pubblica piazza con tanto di pubblica fustigazione come impiantatori di vigneti abusivi e fabbricatori di vino con il bastone!

  4. Come zitti, noi non vorremo più rivendicare niente, nemno protestare! ci basta esistere sai…. Per ora non dobbiamo provare che esistiamo ma ci stiamo arrivando, e non basterà essere presente per esistere!
    Non troviamo la strada per esistere, ma confidiamo che ci aiuterai ;o)

  5. Forse dovrei dire che non siete abbastanza incazzati… tanto quando necessario a fare "rumore" davvero. Mi stupisco come certe cose del resto vengano supinamente accettate con solo un sommesso brontolio da parte della maggioranza. Finchè non ci sarà davvero chi scenderà in piazza (ma dovranno essere molti….) le cose non cambieranno affatto. W maximilen (?)

  6. Su questo hai raggione, però è sull numero che non siamo abbastanza, perchè mi vien sempre più la nausea, in senso litterale! quando scopro quello che mi vien chiesto di "nuovo" come adempimento…
    Ma quando abbiamo proposto di incazzarci, siete li a dire che non è il caso….. e per mottivi, a me oscuri, la maggioranza vi crede!

  7. Gianni, siamo incazzati neri naturalmente, e mi fa piacere che tu capisca la situazione. Però è anche vero che noi s’ha da lavorà e pensà a produrre (o almeno credo). Ma il Sindacato che dovrebbe tutelarci che fà? Non è che dalla burocrazia anche il Sindacato ci guadagna? (dubbuio amletico).
    Sò che molti di voi sono in buona fede naturalmente e forse anche il Sindacato è preso nel vortice della sopravvivenza finanziaria, ma una bella campagna mediatica potrebbe aiutare: più che scendere in piazza come negli anni ’70, ma quegli anni son finiti da un pezzo!

  8. Ciao Paolo,
    te che sei sempre informato su burocrazia e palle simili…
    …un produttore della mia zona mi ha telefonato ieri chiedendomi se sapevo qualcosa sul fatto che per qualsiasi documento che accompagna il vino (DDT, DA, DAcc, etc), nel caso sia DOC,DOCG, IGT/IGP adesso occorrono anche in allegato i dati della certificazione rilasciati dall’ente preposto; nonchè il catasto viticolo anch’esso in allegato da dove risulta il vigneto usato per produrre quello specifico vino.
    Ne sai qualcosa?
    Io, sinceramente, mi sono parecchio stracciato i maroni (si può dire qui? 🙂 )…
    Ma come?
    Non bastava aggiungere tutto il "noircir du papier" dell’art. 62 valido come contratto tra le parti, adesso bisogna aggiungere altre cose?
    A questo punto, se la cosa fosse vera, si rasenterebbe il ridicolo.
    Mi piacerebbe che tutte le persone che sono state messe a controllare l’attività di noi piccoli produttori si mettessero al nostro posto, nei nostri panni, per capire come va sul serio il mondo!
    E poi…
    possibilie che ci siano persone (centinaia e centinaia e centinaia) a non produrre niente?
    Ma per chi?
    Per cosa?
    Almeno noi, con la nostra piccola attività diamo lavoro a parecchie persone, che non sono necessariamente, direttamente, quelli che vengono in azienda assunti per prestare mandopera; ci sono i vari consorzi agrari, i produttori di fitofarmaci, i produttori di sugheri, di capsule, le tipografie, i "poltronari" dei vari consorzi, le vetrerie etc etc…
    Questi qua che producono?
    A chi danno lavoro?
    Ecco dov’è finito il famoso "milione di posto di lavoro"!
    A dar lavoro a gente che produce solo carta…niente!
    Solo fuffa e aria fritta che non porta utilità a nessuno; anzi crea un danno alla comunità intera e in primis a noi produttori artigianali che con la ns. attività diamo il pane a ‘sta gente!

    Mi associo al sempre bravo Cristiano…

    Vaffanculo?
    Si! Vaffanculo, vah!

    Scusate lo sfogo.

    Gabriele

    PS1
    Ci si vede alla Leopolda (se riesco ad accreditarmi)…

    PS2
    Come vi sembrano i vini di quest’anno?

  9. A quanto ne sò nelle fatture dal 1 Gennaio 2013 occorre scrivere:
    PER I VINI DOC/DOCG (DOP)
    Il Presente documento vale quale attestato di Denominazione di Origine Protetta PDO-IT-XXXXX (mettere il numero di riferimento della denominazione)
    Certificato di idoneità n. xxx/xxxx *
    Organismo di Controllo incaricato: (Toscana Certificazione Agroalimentare srl email: info@tca-srl.org) oppure (Valoritalia srl email: info@valoritalia.it)

    *(mettere il numero di approvazione della DOC/DOCG rilasciato dalla CCIAA o dall’organismo di controllo incaricato facendo attenzione, in caso di approvazioni più approvazioni dellpo stesso vino, a indicare il numero corretto così come comunicato all’O.D.C. e relazionato alle fascette o al numero di lotto)

    PER I VINI IGT (IGP)
    Il Presente documento vale quale attestato di Indicazione Geografica Protetta PIG-IT-XXXXX (mettere il numero di riferimento della denominazione)

    PER I VINI VARIETALI CON INDICAZIONE DELLA VARIETA’ DI VITIGNO
    Il Presente documento vale quale Certificazione della/e varietà di uve da Vino (vino varietale), a norma dell’art. 118 septivices del reg CE 1234/2007

    PER I VINI VARIETALI CON INDICAZIONE DELL’ANNATA DI VENDEMMIA
    Il Presente documento vale quale Certificazione della annata di raccolta , a norma dell’art. 118 septivices del reg CE 1234/2007

    PER I VINI VARIETALI CON INDICAZIONE SIA DELLA VARIETA’ DI VITIGNO che DELL’ANNATA DI VENDEMMIA
    Il Presente documento vale quale Certificazione della/e varietà di uve da Vino (vino varietale) e dell’annata di raccolta delle uve, a norma dell’art. 118 septivices del reg CE 1234/2007

    L’elenco degli organismi e-bacchus (Cioè il PDO-IT-XXXXX) lo trovi su internet oppure ti mando io il file dell’elenco.

    Insomma, si sta creando un sistema per uccidere noi piccoli produttori, come teorizzato da alcuni professori e giornalisti, per aiutare solo pochi grandi che così controllano il mercato, magari esigendo i vini sfusi da noi al prezzo che decidono loro. Nota che Cernilli si è candidato nelle lista Monti, e questo sta a significare emblematicamente qual’è l’orientamento per lo meno di una precisa linea di pensiero…

  10. Sai che ti dico Paolo?
    Mi vien voglia di non mettere proprio una bella cippa di niente…
    Che cosa può interessarne a chi mi compra il vino di tutte quelle palle?
    Se gli interessa il certificato della DOC (o DOCG o IGT/IGP) me la chiede, altrimenti cosa gliela scrivo a fare?
    Basta!
    Mi sono davvero rotto i maroni…dobbiamo fare dei DDT o delle fatture che sono delle mezze bibbie…
    Giuro che se mi rompono le balle su sta cosa, do loro le chiavi del cancello, della cantina e di tutti i trattori…che se la cavino loro! Mi piacerebbe davvero che si mettessero nei nostri panni….
    Ma va a ciapà d’i ràtt…

    Comunque ti ringrazio per il chiarimento 😉

  11. Scusa Paolo se insisto sull’argomento, ma ho chiamato il mio sindacato (confagricoltura ndr; ma tanto è tutto uguale) e mi dicevano che gli scritti che tu hai prontamente indicato, sono obbligatori non solo per le fatture ma anche per i DDT e i DACC (e in quest’ultimo caso voglio vedere dove si mette tutto sto papier) e quindi, in pratica sempre.
    Ora, io mi chiedo, ma bisogna tenere il CPU anche in cantina…
    …e poi…
    Io di DOCG non ne faccio (da me ci sarebbe l’Albana, ma tanto non cambia niente), ma cosa va indicato anche il n. riportato nella fascetta di ogni bottiglia?
    Quindi uno che dovrebbe fare? Aprire il cartone ed indicare ogni volta bottiglia per bottiglia il n. delle relative fascette?
    Ma siamo all’inverosimile!!
    Tutto questo poi, sia ben chiaro, perchè aumentando le cose che uno deve scrivere, aumenta il rischio di errore e quindi la contravvenzione è sempre dietro l’angolo…
    …che poi, in sostanza, è di quello che han bisogno; della moneta!

    Ti vien voglia di smettere e andar a lavorare sotto padrone…senz’altro si è più tutelati…

  12. Una cosa mi sfugge, ma nel caso di vini DOCG, con fascetta dotate di codice alfanumerico, che cosa serve tutto questo ?
    Se ci fosse la volontà di farlo, i Consorzi di tutela potrebbe mettere tutto on-line, dalla fascetta chiunque potrebbe verificare dove e quando il vino ha ottenuto l’idoneità. Si potrebbero addirittura renedre pubbliche le analisi chimiche relative…Invece no !
    Perchè dobbiamo noi garantire, (si fa per dire), qualcosa che dovrebbe venire effettuato dallo Stato e che già paghiamo ?

  13. Roba da pazzi. L’osservazione di Cristiano è sacrosanta. Capisco anche la voglia di lasciar tutto, ma noi dobbiamo resistere, resistere, resistere. Scriviamo letteracce, facciamoci sentire!

  14. Giusto, l’osservazione di Cristiano è sacrosanta…
    La stessa cosa si potrebbe fare anche per i DOC (dove, ovviamente non c’è la fascetta):
    io comunico il lotto di imbottigliamento (operazione obbligatoria per legge); a tale lotto viene associata l’analisi chimica che è stata fatta per l’approvazione e si mette tutto on-line…
    …che difficoltà ci sarebbero?
    Mi sembra un assurdo che io debba certificare una cosa per la quale ho pagato per far sì che sia certificata precedentemente dall’ente preposto…

    Siamo all’assurdo…

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