Recentemente, in un seminario condotto da Antonio Boco e Paolo De Cristofaro a Radda in Chianti su i vini e territorio del Barbaresco, ho appreso che il valore medio di un ettaro di Barbaresco è di due milioni di euro, con punte di 4 milioni, mentre in media un ettaro nel Chianti Classico vale duecentomila euro.
In effetti dal punto di vista dei numeri, il valore di dieci volte corrisponde a circa dieci volte l’estensione dei vigneti del Chianti Classico (682 ha in Barbaresco, 7200 ha nel Chianti Classico).
La mia considerazione su questi dati è però questa: nei passaggi generazionali, come può un erede di famiglia rilevare con simili cifre questi valori? Non saprei rispondere, ma credo che oltre certe cifre si può parlare di speculazione, speculazione in mano ai fondi di investimento o grandi gruppi internazionali che, solo loro, possono permettersi tali cifre. Se questo accade, se questo accadrà sempre più spesso, il tessuto sociale di alcuni luoghi rurali vitivinicoli rischierà di sgretolarsi, alterandosi sotto la spinta della speculazione finanziaria priva di valori sociali che alimenta bolle virtuali e non reali.
Probabilmente esiste proprio una cifra oltre la quale si potrebbe parlare di speculazione dove i passaggi generazionali non sono più gestibili.
Voi cosa ne pensate?