Il valore dei vigneti

Recentemente, in un seminario condotto da Antonio Boco e Paolo De Cristofaro a Radda in Chianti su i vini e territorio del Barbaresco, ho appreso che il valore medio di un ettaro di Barbaresco è di due milioni di euro, con punte di 4 milioni, mentre in media un ettaro nel Chianti Classico vale duecentomila euro.
In effetti dal punto di vista dei numeri, il valore di dieci volte corrisponde a circa dieci volte l’estensione dei vigneti del Chianti Classico (682 ha in Barbaresco, 7200 ha nel Chianti Classico).

La mia considerazione su questi dati è però questa: nei passaggi generazionali, come può un erede di famiglia rilevare con simili cifre questi valori? Non saprei rispondere, ma credo che oltre certe cifre si può parlare di speculazione, speculazione in mano ai fondi di investimento o grandi gruppi internazionali che, solo loro, possono permettersi tali cifre. Se questo accade, se questo accadrà sempre più spesso, il tessuto sociale di alcuni luoghi rurali vitivinicoli rischierà di sgretolarsi, alterandosi sotto la spinta della speculazione finanziaria priva di valori sociali che alimenta bolle virtuali e non reali.

Probabilmente esiste proprio una cifra oltre la quale si potrebbe parlare di speculazione dove i passaggi generazionali non sono più gestibili.
Voi cosa ne pensate?

Speculazione nel vino Chianti Classico

In questi giorni il valore reale del vino Chianti, ha superato il valore del vino Chianti Classico. Le quotazioni del vino Chianti si aggirano su 90/100 Euro x Hl, mentre le quotazioni del vino Chianti Classico si aggirano su 70/80 Euro X Hl. (Ricordo che per produrre 1 Hl di Chianti Classico occorre circa 3 Euro X Hl.)

E’ la prima volta che succede, storicamente il vino Chianti ha un valore di circa la metà del vino Chianti Classico. Dunque, i Signori del vino hanno definitivamente spostato le attenzioni sul Chianti. Le ragioni di questa strategia, senza peli sulla lingua sui potrebbe parlare di accordo, possono essere molteplici. A mio parere principalemente c’è interesse che i vigneti “Chianti” siano rinnovati, in quanto generalmente obsoleti, mentre ormai non c’è più interesse per i vigneti a Chianti Classico ormai quasi completamente rinnovati negli ultimi dieci anni. Probabilmente i produttori attirati da un valore così relativamente alto del vino Chianti, rinnoveranno massicciamente i vigneti salvo poi tornare a valutazioni abbondantemente sotto i costi di produzione quando l’operazione di rinnovo sarà completata, come nel caso del Chianti Classico.

Una regola di mercato dirà qualcuno, una speculazione dico io.

 

Questione di prezzo

Quando si offre un euro a bottiglia di vino, quando il prezzo del vino sfuso non vale nulla, quando i prezzi di marketing, di burocrazia e di ricarico rappresentano oltre l’80/90% del costo finale, quando in una situazione così il produttore tenta di sopravvivere questi è destinato a soccombere.

Tanti discorsi naturalistici, di vigna, di personalità del vignaiolo… ma poi se la speculazione ha il sopravvento, che fare per resistere? Sciopero. Sciopero. Sciopero. Bisognerebbe non produrre, fermarsi un po e riflettere, insieme, cosa fare.