I vini di territorio sono rivoluzionari


Pochi anni fa i territori vitivinicoli erano di esclusivo appannaggio di poche persone.
La maggior parte dei vini conosciuti erano espressione degli enologi. Pochi giornalisti veicolavano le informazioni e avevano il potere di esaltare a loro discrezione le realtà vinicole.
 Con l’avvento di internet e le tecnologie, i piccoli produttori, che sono gli alfieri di questa tipologia di vino, ma anche numerosi appassionati di ogni genere, stanno vivendo una vera rivoluzione.
I vignaioli stessi che vivono e lavorano nelle zone vitivinicole, SONO il territorio, l’indole e il carattere delle zone geografiche. E’ anche attraverso Facebook, Twitter, Blog, che oggi si riconosce l’identità di un territorio: la comunicazione diretta rende un valore aggiunto sconosciuto fino a qualche tempo fa.
Naturalmente nel vino delle diverse zone geografiche ci sono le influenze dei Suoli, del Clima, dei Cloni della vite, della Storia, della Cultura e della Tradizione, ma oggi possiamo dire anche che la comunicazione tecnologica può esaltare di più o di meno, secondo la qualità dell’insieme dei vignaioli di un determinato luogo, il valore di una tipologia di vino.
Questo è un concetto rivoluzionario, poiché costringe a far unione. E l’unione è forza.

Zone svantaggiate: tasse raddoppiate

Caparsa ricade in zona svantaggiata. Riporto la definizione di zona svantaggiata:

“In base al Reg. CE 1257/99, sono definite “zone svantaggiate” le zone di montagna, caratterizzate da una notevole limitazione delle possibilità di utilizzazione delle terre e da un notevole aumento del costo del lavoro (Art. 18), le zone minacciate di spopolamento e nelle quali è necessario conservare l’ambiente naturale (Art. 19) e le zone nelle quali ricorrono svantaggi specifici e nelle quali è opportuno che l’attività agricola sia continuata (Art. 20).”

Molti luoghi sono così difficili da abitare e da coltivare che basta un niente che la situazione agraria precipiti.

Ebbene, da Agosto 2010 i contributi (LAS) pagati per gli operai (e che prevedevano una riduzione del 50% per le zone svantaggiate), raddoppiano.

Bene, avanti così: tassiamo la manodopera e tassiamo chi sta peggio! Poi si vedrà.