Il colore del vino è fuorviante?

Il colore del vino fa parte di un insieme di sensazioni che questo liquido fortunatamente offre. Nelle schede di valutazione dei conocorsi il colore è una parte essenziale della valutazione. Troppo.

Quando il vino è troppo colorito è ultimamente oggetto di discredito. In rete si legge che i vini troppo “rossi” sono simbolo di tecnicismi spinti, oppure sono sinonimo di grassezze, morbidezze, elevata alcolicità e via dicendo. Ma non sempre è così.

Vorrei spezzare una lancia a favore del colore. Per mia esperienza, il suolo calcareo, basico, favorisce il colore, come l’elevata acidità fissa il colore.

Ma sopratutto pochi grappoli di razze autoctone come il Colorino o l’Ancelotta, possono dare dei colori molto forti e intensi anche a vitigni naturalmente poco pigmentati.

Vorrei riportare un recente giudizio del mio caro amico Andrea Pagliantini a proposito: “Una percentuale di Colorino nel Sangiovese  può influenzare il vino, ma essendo un vitigno neutro lo può fare solo nel colore, non nella beva e nella struttura”.

Dunque in sostanza: se un’amante è bianco/a o nero/a o mulatto/a, ed è bello/a che cosa me ne importa del colore della pelle? Così il vino.

Bisognerebbe iniziare a valutare i vini anche con bicchieri neri…

Nella foto: foglia di Sangiovese

 

10 pensieri riguardo “Il colore del vino è fuorviante?”

  1. Beh, il colore e’ soprattutto la Cianidina ,la Delfinidina,Peonidina e la Malvidina che in alcuni casi e’ bassa vedi il Nebbiolo ed e’ per questo che ha un colore cosi’ tenue ma e’ ricco di Cianidina che purtroppo perde durante la fermentazione,invece come dici tu l’Ancellotta e la Barbera sono ricchissimi di Malvidina che sono chiamate uve " Tintore",il colore e’ anche influenzato dal Terreno dalla sua Tessitura e Granulometria,e infine dal tipo di Vinificazione adottata.Ciao a presto e grazie…

  2. Sergio, auguri! Aggiungo nel segnalare l’enocianina che racchiude un po tutto, viene estratta dall’uva e usata come colorante in enologia.
    Il punto dove vorrei riflettere è quanto il colore, all’insù o all’ingiù, influenza il giudizio qualitativo complessivo di un vino.

  3. Piu’ che il Colore sarebbe la Limpidezza che con le particelle in sospensione ( sempre che il produttore non voglia imbottigliare il proprio vino con i propri lieviti ) potrebbe compromettere la Qualita’, dal Colore si puo’ capire se e’ giovane vedi un Bianco Paglierino con riflessi Verdolini ,o un vino Rosso Rubino con riflessi Porporei e Violacei,dal colore Dorato magari Ambrato si tratta sicuramente di un vino con uve stramature o affinato in Barrique e così per un vino Rosso Aranciato il vino dice che ha avuto un percorso lungo in Legno , ( dove il Tannino del vino si e’ Polimerizzato con i Tannini Gallici del legno )per quanto riguarda la qualita’ il colore ci trasmette la sua Tipicita’ e ci dice piu’ o meno la sua eta’…per cui il colore per quanto mi riguarda non influenza in particolar modo la qualita’….Ciao Paolo. Auguri di Buon Anno…

  4. Buon giorno, concordo con la tua analisi;ormai se un vino supera i 13% di alcool ed leggermente più scuro di una "buccia di cipolla" il vino passa già in serie B. La critica del settore…guide varie, ormai sono in questa direzione da un po’,se cambiano loro bene altrimenti se vogliono il mio vino è così.Qui da noi l’Ancellotta ce nè in ogni luogo e se trattata bene può dare bei risultati…ogni vino ha il suo colore ed è giusto apprezzarne le sue diverse sfumature,un Lambrusco di Sorbara sarà quasi un rosato ma un L. Salamino è quasi nero cercare l’uno nell’altro è un errore.Ciao ora vado a potare e buon Anno Gian Paolo

  5. Mi ricordo quando facevo il cantiniere agli inizi degli anni novanta in una cantina del Chianti Classico che cambiò la direzione tecnica della cantina con l’assunzione un’enologo che sarebbe diventato poi uno di quelli che contano davvero.Ebbene i nostri vini che prima erano considerati "discreti" diventarono quasi subito "ottimi", proprio per le "migliorie" estemporanee del nuovo consulente. I vini infatti erano già stati vinificati dal vecchio enologo gli anni precedenti,e grazie soprattutto alle crescenti quantità di rossissimo che via via il nuovo enologo mi faceva aggiungere alle vasche da imbottigliare ad ogni sua visita in cantina, devo dedurre, che il vino riuscì come per miracolo a fare un salto "qualitativo" strepitoso. Pensa, io tenevo il conto annotandomi ogni aggiunta in un quaderno perchè studiavo enologia e vedere come effettivamente un tecnico di grido lavorava era un’opportunità troppo ghiotta! Ebbene, appena prima dell’ approvazione da parte della commissione di degustazione dellla DOCG, che ottenne senza problema alcuno e non senza un certo stupore calcolai che la vasca da imbottigliare era rappresentata da oltre il 20%in volume proprio di rossissimo: un enormità !!

    Pochi giorni dopo s’imbottigliò, Il vino andò "a ruba" e la critica lo lodò per il colore intenso ! …"già dal colore s’intuisce che"….

    Sono passati quasi 18anni da allora, il mondo del vino sta lentamente maturando, e finalmente si sta (perlomeno) liberando dall’ assioma colore intenso=concentrazione elevata=qualità elevata.E’ già qualcosa .Grazie a Dio.

  6. Cristiano , vedi la cantina sociale di Campogalliano ,paese dove vivo e lavoro ,aveva moltissimi clienti in Toscana e Piemonte dove spediva vagonate di Rossissimo …ancellotta,e la pagavano 100 mila lire il quintale con rese da fare arrossire Cicciolina tanto erano grosse!Buon Anno di nuovo a tutti.ciao Gian Paolo

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