Le dimensioni delle aziende vinicole

Esiste una campagna denigratoria contro i piccoli produttori. Chi produce sotto i due milioni di bottiglie viene considerato quasi un pezzente. Oggi poi qualcuno dice anche che la media della qualità dei piccoli è bassa, anzi scarsa….

Che dire? Non dire nulla, oppure ribattere che i piccoli, sopratutto quando riesciono a fare sistema, sono economicamente più flessibili, che possono aggredire il mercato da più punti, in modo più soft certo rispetto a chi si permette di investire milioni di euro, ma con quella bella qualità delle “differenze”, che secondo me è vincente? E poi che dire sulla qualità? Certo che alcuni piccoli producono male, a volte per lo strozzinaggio di chi compra all’ingrosso, a volte per incuria, a volte per presunzione, ma molti piccoli produttori (tantisssimi!) producono una qualità di eccellenza; i grandi produttori? Magari 1/10 di qualità e 9/10 di scarsa qualità. E allora come la mettiamo? Smettiamo di dire ca**ate e cominciamo a saper apprezzare i piccoli e i grandi.

Questi burberi produttori di vino…

Spesso noi produttori siamo scontrosi o burberi con chi ci visita. In effetti le visite dei turisti, degli enoappassionati o dei giornalisti si verificano a volte all’improvviso, magari quando hai il boccone in bocca, oppure mentre ti trovi in cantina dentro un tino, oppure dopo una stanca giornata di lavoro. Anche su appuntamento, ripetere spesso le solite cose, può diventare noioso. E così produttori di fama come Valentini o Soldera, a volte possono essere stati un poco scontrosi.

Anche a me succede. Vi racconto la storia con Irene Grandi. Alcuni anni fà, 6/7, arriva un’auto quì a Caparsa, ora di pranzo, io col boccone della pastasciutta dopo una levataccia e una lunga lavorata… potete immaginare la fame. Grido dalla finestra parolacce… ma poi Gianna, la mia compagna, mi calma e mi dice di uscire a vedere. Nervoso, esco e trovo una coppia, gentile, io estremamente seccato rispondo che sì si può visitare la cantina…. mentre andiamo in cantina guardo meglio e dico “… ma lei assomiglia… assomiglia a una cantante, non ricordo il nome…” e la fanciulla risponde “…. si, sono Irene Grandi…”, insomma immaginate che figuraccia abbia fatto. Ho cercato di cambiare il tono, ho anche chiamato mio figlio Filippo per un autografo… ma intanto il burbero Paolo si era rivelato!