Contadino, nel medioevo, era l’abitante del contado, feudo di un conte. Ma il termine contadino, più genericamente lavoratore della terra, è anche stato usato come spregiativo: persona dai modi rozzi, grossolani e villani. Oggi il termine può descrivere efficacemente ancora qualcuno?
Premesso che tutti i lavori hanno pari dignità e valore, la domanda è chi oggi si può definire contadino. Molti imprenditori agricoli no: hanno modi gentili, garbati e non si sporcano le mani: forse i veri contadini sono gli operai che lavorano per lui; Altri si alzano tardi la mattina e fanno finta di esserlo; Altri ancora sono più signori che contadini, ma fa chic dirlo, magari con la speranza di andare a finire nel dating show “Il contadino cerca moglie”; Altri son sempre a zonzo per il mondo a cercar di vendere. Insomma tutti generalmente hanno una gran fretta, frenetica, e definire contadini qualcuno di questi è arduo.
Quindi, la parola contadino può essere nella maggior parte dei casi sostituita da artigiano.
Chi allora può essere definito contadino? Secondo me alcuni punti saldi per essere veri contadini sono quando qualcuno lascia raramente il fondo coltivato e si alza presto la mattina e va a letto presto la sera perché stanco, poi quando resiste sotto il sole cocente o sotto la pioggia, quando combatte le avversità della natura e mangia molto di quel che produce, e poi quando fa tanti figlioli, quando lavora in economia e sa far tutto. Poi si è contadini quando, anziani, si raccontano storie, si racconta il passato, si racconta fatti leggendari anche al limite del vero, quando accanto al fuoco d’inverno si sonnecchia senza televisione con intorno i bambini che fanno baccano. Si è contadini quando l’orsaggine del carattere prevale e quando l’epica contadina fa dire: li manderei tutti a zappare. Ma esistono ancora i contadini, oggi?