A ognuno il suo giornalista: come scegliere

L’affollamento di giornalisti, comunicatori, nel mondo del vino e delle guide in questo ultimo periodo stà causando seri problemi. vedi gli occhi dei produttori sempre più in pena.

Ogni produttore si merita il suo giornalista di riferimento ed ogni giornalista, ma anche blogger, tenta di ritaglarsi uno spazio tra le numerosissime aziende produttrici di vino. E, in parole povere, siccome ormai tutti producono vini corretti è naturale che si promuove ciò che poi alla fine è di tornaconto.

Tra i produttori, scegliere e inviare campioni tra le guide di Veronelli, Espresso, Vini Buoni D’Italia, Daniele Cernilli, Luca Maroni, Pierpaolo Rastelli, Gambero Rosso, Slow Food, (solo per citarne alcune) e poi tutte le riviste italiane e estere, Decanter, Wine Spectator, Falstaff, Gilbert&Gaillard (solo per citarne alcune), senza parlare poi delle guide online dove numerosi giornalisti pubblicano classifiche o giudizi sui vini (Carlo Macchi, Luciano Pignataro, Ziliani e numerosi altri) sta letteralmente disorientando i produttori di vino (o per lo meno io).

Alcuni anni fa proposi la la realizzazione di una pubblicazione col nome “Guida ai Giornalisti dei Vini D’Italia”, con tanto di premi… e a tutt’oggi ricevo richieste di questa guida…

Oggi ancor più di ieri i produttori disorientati sono numerosissimi. Come districarsi in questo mondo di matti? Con la Guida ai Giornalisti dei Vini D’Italia. Chi si offre per la realizzazione di questa guida innovativa?

Chianti Classico: che succede a Giugno?

Fino a Giugno sarà possibile vendere il vino “Atto a divenire Chianti Classico” agli imbottigliatori o alle Aziende a cui non è sufficiente la propria produzione di vino Chianti Classico.

Dopo Giugno, si potrà vendere solo “Vino Chianti Classico”, vale a dire certificato.

E’ un passaggio ricco di incognite. Ma epocale.

Il mercato in questi giorni è molto attivo, in quanto molte aziende vendono e comprano all’ultimo momento, prima che scatti questa variazione: comprare e vendere ancora il “Vino Atto a divenire Chianti Classico” ha i suoi vantaggi.

Questo significa infatti che il vino può essere modificato, tagliato, sistemato nei mille modi che ogni buona cantina sa fare.

Chi produce senza tanti cazzi, chi fa tutt’erba un fascio, dopo Giugno potrebbe avere qualche problema in quanto per vendere il vino dovrà certificarne l’idoneità.

Occorre riconoscere che chi ha sempre prodotto con ottime qualità, il vecchio sistema “atto a divenire” era un sistema penalizzante in quanto il prezzo del vino sfuso Chianti Classico non si è mai basato sulla qualità del vino, ma si è sempre basato sulla “carta”, cioè dai “carichi” dei vigneti, indipendentemente dalle qualità.

Da Giugno i giochi cambiano. Per lo meno si spera.

Sicuramente dall’annata 2014, questa in corso, assisteremo a un’impennata di vendite di Uve a Chianti Classico e ad una marcata diminuzione di vinificazioni a vino Chianti Classico dei piccoli produttori: azzardarsi a vinificare e vedersi rifiutare l’idoneità costringendo la vendita del vino a IGT, non vale la pena, meglio vendere l’uva.

Chi possiede l’arte di vinificare buoni vini, potrebbe trarne beneficio con un consistente aumento del prezzo.

Non sò se sarà in effetti così, perchè la burocrazia aumenterà a dismisura per chi vinifica, perchè molti piccoli produttori saranno costretti a chiudere se non saranno in grado di fare buoni vini, perchè se faranno gli accordi tra i “grandi” a scapito dei “piccoli” sarà l’ennesimo modo di inchiappettare i soliti deboli… comunque… staremo a vedere.

(La foto mostra un muro di sassi di Alberese in una casa di Radda in Chianti, tipico suolo dove si produce vino Chianti Classico tra i più pregiati e fini).