La geografia dei migliori vigneti è cambiata

Potremo risalire al 2003, annata particolarmente calda con temperature di 43 gradi per un paio di mesi e oltre, l’inizio evidente del processo in corso. Da allora sempre più frequenti annate si succedono con ondate di calore, ma soprattutto l’innalzamento della temperatura media ha modificato la geografia delle migliori vigne.
Qui in Chianti fino alla fine del millennio le migliori esposizioni erano nelle zone sud, dove il sangiovese si esprimeva meglio in quanto vitigno tardivo, per cui le maturazioni erano ottimali. Ritengo anche che la zona di Montalcino, a Sud di Siena, zona molto più calda del Chianti sia stata baciata da quel clima che permetteva di esprimere annate memorabili in finezza, eleganza e equilibrio. Non dico che oggi in quella zona non ci siano vini anche oggi altrettanto fini, ma dico che sicuramente gli interventi in cantina sono molto più necessari rispetto al passato a causa dei cambiamenti climatici.
Dunque la geografia delle migliori vigne è cambiata radicalmente, come anche la visione delle conduzioni agronomiche, come la resa per vite che, quando troppo scarsa, produce vini molto alcolici e con concentrazioni che valevano negli anni duemila ma che oggi fanno fatica a imporsi.
Quando si voleva fare vini concentrati e opulenti nelle zone più fresche era un’impresa, oggi che si vuol fare vini eterei, fini e freschi è più semplice in quei vigneti.
Forse qualcuno si arrabbierà per quel che dico, ma chi non si è accorto che le grandi calure penalizzano una parte considerevole del vigneto Italia e che la geografia dei migliori vigneti è cambiata?

Scelte energetiche

Nessuno ha la sfera di cristallo: il Covid e ora la guerra in Ucraina stanno cambiando o hanno già cambiato il Mondo, come lo abbiamo conosciuto negli ultimi 50 anni.

Le carte in tavola sono tante e ognuno ha il suo Asso, ma anche il rischio dell’imprevisto.

Per crescere i compromessi sono in definitiva alla base dei sistemi umani: le mediazioni, dove ognuno secondo visione cala la propria carta e giustifica azioni e comportamenti, sono l’unico strumento per scovare le migliori soluzioni per la convivenza tra comunità anche molto diverse.

Nel conflitto odierno tra Ucraina (e Nato) e Russia si moltiplicano gli intrecci politici, economici e culturali: la Cina, l’UE, gli USA, l’Asia e perchè no l’Africa, e poi gli armamenti che una volta fabbricati devono essere utilizzati, insomma un gran calderone dove ognuno rivendica la propria giustizia nei confronti del nemico hanno e avranno effetti sui modelli sociali ed economici del Pianeta Terra.

Sostenazialmente però tutto è riconducibile, semplificando, al controllo dell’energia e dell’acqua.

Nel campo energetico è stato fin qui scelto l’indirizzo di mega centrali di produzione, facilmente controllabili dai poteri centrali e facilmente adoperabili per i condizionamenti delle popolazioni. Lo scotto di queste scelte sono le crescenti tensioni tra le diverse Nazioni con notevoli impatti ambientali, meglio dire impatti ambientali globali, che modificano gli ambienti naturali a scapito della qualità e della felicità della vita umana e non solo, sul Pianeta Terra.

Favorire localmente le produzioni energetiche con tante micro centrali che si adattano ai luoghi e alle culture locali, più flessibili e sostenibili, potrebbe alleviare notevolmente le conflittualità globali che attualmente, ma direi più periodicamente, sfociano nelle guerre.

Radda come Montalcino di 30 anni fa

Lungi da me fare contrapposizioni o confronti astrusi è certo però, per me, che i cambiamenti climatici stiano dando una mano ai vini prodotti nelle zone più interne e fresche del territorio Chianti, in particolare a Radda in Chianti. A Radda si vendemmiava a ottobre inoltrato e nonostante questo non ovunque si raggiungevano gradazioni di alcool di 12,5° e sempre nei vigneti esposti a sud, le zone più calde e quindi con maturazioni ottimali.
Dagli inizi degli anni 2000 assistiamo a una maturazione precoce del Sangiovese e le maturazioni avvengono molto anticipatamente rispetto al passato, tanto che e la vendemmia inizia a settembre ormai sempre più regolarmente con gradazioni che superano i 13,5° superando a volte i 15°.
Questo fatto suggerisce che le condizioni climatiche in zone notoriamente più calde, come Montalcino dove il sangiovese maturava con equilibri fantastici che hanno reso famoso il Brunello di Montalcino, oggi favoriscono eccessi di alcool rispetto agli equilibri del passato. Mentre zone fresche come Radda ne beneficiano. E’ come se a Radda si facessero oggi i vini di 30 e oltre anni fa a Montalcino.
Queste mie considerazioni non devono essere intese come dire che i vini di Radda sono più buoni di quelli di Montalcino, ma devono essere intese come denuncia ai Cambiamenti Climatici, che stanno scompigliando il mondo che conosco, quello del vino

Gesù è morto: che significa qualità?

Immagine free presa da Internet

Cosa significa qualità?

E’ inutile che mi vengano a dire che qualità nei vini, o nel cibo in generale, significa più speziatura, oppure più finezza, oppure varie cazzate, oppure Gesù morto, oppure quelle ragioni commerciali che fanno la differenza a scapito della salubrità.

La salubrità di un vino, del cibo, che spesso è espressione di un territorio con tradizioni millenarie in Italia se ben interpretate, di cultura,  espressioni locali sane, magari semplici, significa per me e spero non solo, espressione di un modo di vedere la vita e il mondo che contrasta con le culture dominanti. Culture dominanti dove il farmaco, il fitofarmaco di sintesi, protocolli applicati ad ogni situazione risolvono le sintomatologie, temporaneamente, ma che alla lunga creano contraddizioni in termini di difesa immunitaria, per tutti.

La difesa immunitaria è la base di qualsiasi organismo vivente. Difesa immunitaria significa che lo stile di vita, la felicità del momento, la reazione, magari dettata  da condizioni ambientali estreme, è alla base di ogni organismo vivente nella difesa dello sforzo comune della vita di preservarsi.

Difesa immunitaria, che significa nel nostro tempo lotta al deficit immunitario  derivante da abusi di farmaci o fitofarmaci (nel mio caso specifico come produttore di vino), oppure da condizioni igieniche precarie o stili divisa estremi, oppure da stress psicologici derivanti dai modelli sociali, sono la base della comprensione della “psicologica” della vita.

Se il business farmacologico (fitofarmologico nel mio caso specifico come produttore di vino) può migliorare da un lato alcune situazioni difficili, può peggiorare le situazioni della vita quando l’uso indiscriminato risulta eccessivo per l’ambiente in cui la vita vive.

L’immunodepressione è la malattia del nostro tempo. L’immunodepressione si può combattere solo con culture sgombre da TROPPI interessi economici che spesso dettano leggi proprie, ma svincolate dal bene collettivo.

Amen.

 

 

Ottenere il massimo spremendo il massimo (anche la Natura)

Mi è arrivata all’orecchio che a volte alcuni addetti ai lavori (io parlo qui di agricoltura) si fanno dare percentuali sulle vendite delle macchine, sugli acquisti dei diserbanti, dei prodotti, dei lavori, e che sia un sistema normale. Non so se sia vero. Non posso verificare, io non conosco queste cose, mi sembrano bestemmie, perché io lavoro autonomamente: se voglio, se ho bisogno di comprare un trattore lo faccio direttamente, come quando compro il rame o lo zolfo, oppure se devo far riparare una macchina, una manutenzione, cerco di farlo in economia. Ma sembra che sopratutto nel sistema delle grandi imprese dove è la finanza che conta e non l’economia vera, insomma dove girano molti soldi, vi sia una sorta di “percentuale” sugli acquisti o sui lavori. Ottenere il massimo spremendo il massimo.
Forse tutto il Mondo è Paese, nessun Paese è immune dalla corruzione e forse in Italia lo siamo molto meno di quanto si possa pensare solo perché siamo popolo pettegolo, voglio essere positivo. Ma il problema è che la Natura ne soffre in quanto questo sistema, se esiste e penso esista, oltre a favorire realtà poco competitive o qualitative, favorisce sistemi e prodotti non necessari, a volte nocivi all’ambiente. E il pensiero và ai diserbanti, impiegati perché magari garantiscono profitti illeciti.
E tutto questo mi fa schifo.

I vini complementari

La natura è nostra madre, per cui come tutte le mamme insegna nella buona e nella cattiva sorte. Annate come questa la natura ci dice che occorre abbandonare la fissazione di fare solo ed esclusivamente quei vini che siamo abituati a fare, ma occorre sforzarsi di allargare gli orizzonti. Significa dare valore a quei vini minori, a volte considerati sottoprodotti, che possono però ritmare quelle variazioni così care ai musicisti, rendendo un senso di completezza a questa annata, considerata mediamente di scarsa qualità. E così produrre anche spumanti, bianchi, rosati e addirittura vendemmie tardive, può dare un grande significato al lavoro di chi, lottando ogni giorno, ha messo in condizioni la vite di esprimere complessità nel frutto sacro dell’uva.

Vino, Lombrichi e Natale…

Il lombrico è un essere che non ispira schifezza a nessuno, come invece i ragni o i serpenti, anzi ispira simpatia ed anche una umiltà riconosciuta. In effetti ha un’importante funzione nell’ecologia del suolo. I lombrichi scavano mangiando il suolo (il “lombricus terrestris” in particolare perché raggiunge oltre 25 cm e lavora fino alla profondità di due metri), il materiale organico viene decomposto e lasciano permanentemente le loro gallerie nel suolo, arieggiandolo: insomma sono animaletti utili, anzi utilissimi.

Quando si parla di ecosistema, così importante nella vigna per la produzione dei vini di territorio, spesso ci si dimentica di loro. Si pensa prevalentemente al clima, ai cloni, alla struttura del suolo, ai funghi, ai batteri, alla flora e alla fauna, agli insetti, tutti collegati tra loro coordinati e sinergici.

Ma il buon vignaiolo di territorio ogni tanto si deve ricordare di loro, che se ci sono, non li vedi quasi mai, ma se non ci sono proprio un motivo ci sarà.

Questo post vuol ricordare i lombrichi, a tutti.

(Bello il commento di Anita Catinari su Facebook :

Nudi come vermi su una strada asfaltata, cerchiamo la terra fresca, buia e profumata, piena di vibrazioni. Spegnere la luce e ritrovarsi in una giornata di sole…Se non troverò la terra, il mio ultimo desiderio sarà quello di essere portata via da un merlo dal becco giallo)

Buon Natale!!

Ecologia e Uva

L’uva è il risultato di interazioni tra sfere di ecosistemi che interagiscono tra di loro. I suoli, i vitigni, gli insetti, i vegetali, i funghi, i lieviti, i batteri, le temperature, l’altitudine, l’uomo con il suo lavoro, temperamento e con tutti i suoi macchinari, le condizioni meteo, gli uccelli, i caprioli… tutto si interseca e, combinandosi, ottengono come risultante la qualità dell’uva, espressione di quel particolare e unico ambiente. Le uve che si trasformano in vino seguono le stesse regole precedenti.

Più è alta la complessità delle intersezioni di queste sfere, più l’ambiente è salubre, più il vino è unico e salubre e quindi di qualità superiore.

Per questo motivo ritengo che un vino ottenuto con scelte iper-rigorose, dunque troppo selettive dei componenti naturali non possa evere troppo fascino.

Ma questa è una mia opinione, mentre vendemmiavo.

 

I Pomodori e il Cosmo

Chi fa l’orto, sa bene come ogni annata è diversa, ogni annata favorisce o sfavorisce uno o un altro ortaggio. Quest’anno a Radda, per unanimità, abbiamo una annata mediocre per il pomodoro.

L’andamento stagionale ha visto una notevole siccità invernale. Per fortuna a Maggio e fino a metà Giugno le precipitazioni sono state nella norma. Successivamente il caldo sopra la media si è fatto sentire e in questi giorni in particolare si raggiungono temperature molto elevate, con una quasi assoluta assenza di precipitazioni.

Non si sà perchè ma il pomodoro ha ritardato molto l’inizio della maturazione dei frutti sia per chi aveva piantato all’inizio della primavera, sia per chi aveva piantato nella tarda primavera. La quantità è decisamente ridotta nonostante l’irrigazione e il gusto non è delle migliori annate. Si dice che quando c’è scarsità di produzione la qualità è più alta, questa volta la cosa non si è avverata per il pomodoro.

Gli esseri viventi reagiscono a molti fattori, climatici e ambientali, ma a volte ci sono delle influenze difficili da decifrare. Viene da pensare come l’universo, le stelle, i pianeti, la materia visibile e invisibile, insomma il cosmo influenzi più di quanto si possa immaginare.

Utilità della Stazione Meteo in viticoltura

Sono un pò orgoglioso di presentare la mia nuova Stazione Meteo digitale. Ammetto di essere un po’ pazzo, in quanto di questi tempi potrebbe essere meglio star fermi, ma la mia vecchia Stazione Meteo computerizzata, installata una quindicina di anni fà, non funzionava più bene o per lo meno cominciava ad essere obsoleta. Ho quindi deciso di acquistarne una nuova, la quale si sintonizza col mio computer telefonandogli. Qualsiasi persona che conosce il numero di telefono della centralina e possiede il software, può scaricare i dati di Caparsa che registra: temperatura, umidità relativa, bagnatura fogliare e pioggia. Questi dati sono utili per intervenire con i trattamenti in vigna con una certa precisione, indispensabile sopratutto per il bio e per il risparmio del denaro. Funziona un pò come quando si va dal medico e ci ordina delle analisi, che noi poi gli portiamo, li legge spesso moooolto velocemente e conferma, oppure no, quello che già pensava di sapere.

Ecco sì, i vignaioli a volte diventano come medici…

Comunque, per curiosità la temperatura più alta registrata a Caparsa nell’ultimo mese e mezzo è di 39,4° C il 01/07/2012 alle ore 16. Di seguito il grafico; come si può notare l’escursione termica tra notte e giorno è davvero notevole. Un buon augurio per una produzione 2012 di eccellenza!