DioVino

 

Il Dio Vino. Sempre più spesso sento persone, giovani per lo più, che affermano: “Io credo nel vino”. Un po’ inquietante. Capisco che questo mondo del vino affascina: le persone, i luoghi e poi la leggerezza, ma sopratutto la salubrità del bere buon vino aiuta molto nella difficile vita che tutti dobbiamo affrontare, chi in un modo chi in un altro. Però, avendo oggi cinquantacinque anni e aver vissuto le ideologie, il post ’68 e avendo ricevuto una cultura contadina in cui la praticità e la verità delle cose è il fulcro di tutto, mi sembra eccessivo.
Ok., il comunismo è finito, il socialismo è finito, le dittature apparentemente sono finite… ma è mai possibile che il capitalismo globalizzato, quel che noi viviamo oggi, porti a enfatizzare un semplice bicchiere di vino portandolo agli altari dello spirito dell’esistenza? Il vino che riempie il vuoto delle persone? inquietante. Il vino può essere interpretato in molti modi, naturali, tecnologici, ognuno può scegliere, ma arrivare a idealizzarlo sostituendolo a valori che non sto qui ad elencare, mi lascia davvero perplesso. Mica c’entrerà il business in queste affermazioni…
Quindi a mio parere il vino può aiutare a vivere attimi di felicità ma solo lui, credere solo in lui, è una limitazione. Fare vino può essere anche insegnamento, alla stregua di un professore che insegna, non sò, ecologia, ma insegnare anche a rimanere con i piedi ben ancorati a terra sarebbe meglio… se la ci si fà!

 

Gli Artigiani del vino sono..

Maledetti dai tecnici. Disprezzati dai Menager. Improvvisatori. Istintivi. Passionali. Lavoratori. Farfalloni. Scostanti. Piccoli. Umili. Goduriosi. Non si fanno convincere dalle promesse. Pensano che la Natura sia sopra la comprensione umana. Vivono il vino. Non gli interessa il pollaio degli avvinazzati. Gli piace la concretezza. Gli piacciono i bambini. Amano la vita. Non sono egoisti. Creano. Sbagliano. Piangono. Soffrono. Ridono. Si fanno felici. Siamo noi… gli artigiani del vino.

Il Far West esiste ed è ora.

In questo periodo non sono riuscito a scrivere nulla. Pre-vendemmia, caprioli, burocrazia e vendemmia mi hanno assorbito. Tra l’altro sto ricevendo una abnorme massa di spam in questo blog e non sò se riuscirò a continuare a lungo con questa piattaforma. Mi scuso per quei ca**o di interventi che l’antispam non riesce più a contenere.

Ma veniamo alla riflessione che ho maturato in questo ultimo mese.

Il Far West esiste ed è ora.

Ho partecipato a un incontro tra Presidente Provincia di Siena, Capo della Polizia Provinciale di Siena, Sindaco di Radda in Chianti, Capitano della Stazione Forestale di Radda per la questione “caprioli” sfuggita di mano in Toscana (per inciso noi vignaioli abbiamo minacciato di arrivare ad invadere con i trattori piazza Piazza Duomo a Firenze per sollevare il problema, altrimenti nessuno si muove…). Ho poi avuto numerose discussioni con i vendemmiatori, con colleghi vignaioli, con la mia famiglia. Conclusione: troppe leggi, troppe norme, ognuno deve cercare da sè la soluzione dei problemi. E poi la questione della normale violenza della Natura che molti uomini e animalisti non riescono a comprendere e che credono che la salvezza di un animale sia più importante del Mondo intero; E poi l’incapacità di risposte veloci della politica; E poi l’assoluto egoismo sociale dove non c’è più lungimiranza nè ideali per operare meglio possibile; E poi si potrebbe continuare all’infinito con le tasse, per arrivare a dire che, oggi in Italia e forse nel Mondo intero, c’è Il Far West (ognuno per conto suo e poi si vedrà). E’ questo il sentimento dei vignaioli che accompagna questi giorni (piovosi).

L’importante è la salute, e questo ci deve bastare.