Il mondo del vino autoreferenziale

Il vino è ormai diventato un prodotto di moda, come la moda. Nato semplicemente come alimento e gioia del vivere, oggi rappresenta spesso uno Status, un modo di esssere.


Il marchio, il design, il packaging, l’etichetta e lo “Storytelling” sono la base per vendere la bottiglia di vino, molto oltre del vino in sè. In pratica si segue e si investe più nel marketing che non nella vigna, perchè tanto è più importante l’apparire che il contenuto. Inoltre, le produzioni intensive e industriali che nulla hanno a che fare con la qualità e la salubrità, sono i metodi per la maggior parte dei vini prodotti.

Il valore degli operai, dei veri vignaioli, insomma di chi si relazione in qualsiasi condizione estrema con l’essere vivente “vitis-vinifera” è spesso sottovalutato, sottostimato e spesso sottopagato.


Negli eleganti eventi, nelle riviste patinate e nelle fiere, sono tutti in giacca e cravatta, sorriddenti e attraenti, con le scarpe lucide e in cerca di lucro o bevute di lusso tra giudizi e prediche e punteggi, dimenticando l’origine di tutto, di chi deve lavorare sotto i 43 gradi all’ombra, al gelo, al fango o con le viti sempre bagnate (come questa annata 2023).

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