La competizione tra vini leggeri, beverini, meglio con le bollicine e vini importanti, concentrati, molto alcolici vedono al momento vincitori i primi per tre a zero come Brasile-Cile 3-0.
Le tendenze cambiano, i momenti di bere vino anche. I vini con le bollicine si bevono a tutte le ore, si bevono negli “spritz” (spumante, aperol, ghiaccio, limone) in compagnia, come aperitivo, al bar. I vini rossi, strutturati, concentrati, speziati, si berrebbero con una buona bistecca, una grigliata, durante i pasti; ma mangiare al ristorante costa, l’impegno nel preparare una buona cena è troppo. Ecco che allora, semplicemente, le quotazioni di vini spumanti sono alle stelle, mentre le quotazioni dei vini rossi Docg alle stalle. Errori ne sono stati fatti molti con i soliti giornalisti compiacenti: concentratori, tannini, osmosi inversa, hanno creato mostri di vino, che dopo due bicchieri ti stendono per troppa consistenza e invadenza.
Occorrerà tornare a vini rossi più semplici, fini, con gradazioni alcoliche moderate. Ma andatelo a dire agli assaggiatori “professionisti” che negli ultimi diieci anni hanno solo premiato i vini ciccioni, extra-large, ipercalorici, iperalcolici. Come faranno a cambiare rotta e giudicare secondo parametri molto diversi da quelli finora conosciuti?