La felicità di fare il vino

dsc_0041-2Ci sono tanti modi di fare il vino: chi ricorre ai consigli dell’enologo, chi si affida alle tradizioni, chi ci mette solo l’impegno, chi opera in solitario, chi si affida all’esperienza, chi agli studi, chi lo fa per affari. Ma alla base di tutto è la passione, che va al di là dei responsi delle guide, del business o dei risultati economici.
Alcuni si limitano a comprare uva per fare il vino, altri affittano un filare per fare il vino, altri costruiscono vigne per fare il vino, altri comprano le vigne per fare il vino, molti fanno il vino come secondo lavoro.
Ma perché, qual’è il motivo per cui molti si fanno il mazzo per fare il vino? (In Italia pare che 400.000 siano i produttori)
E’ questo forse un dono della natura che stimola la ricerca della felicità?
In effetti penso che sia più gratificante fare il vino che giudicarlo. Il giudizio è spesso infatti condizionato dalla ricerca di un profitto, mentre produrlo tra mille difficoltà e magari consumarlo solo tra amici offre gioia autentica.
Spero tanto che in Italia il numero dei produttori aumenti e non accada il contrario.

Produzioni scarse, qualità alte, prezzi in aumento, vendemmia 2016

img_1303La vendemmia 2016, senza avere dati certi in mano e quindi lo dico a sensazione, è stata generalmente scarsa per molti vini di alta qualità non solo in Italia, ma secondo certe informazioni anche in Francia, in Austria e probabilmente anche in altri Paesi EU. Ricordate le gelate primaverili? (le foto che circolavano sui Social erano impressionanti). Ricordate le diffuse grandinate dalla tarda primavera e poi in estate la siccità? Insomma tutto questo dovrebbe aver ridotto le produzioni. Attenzione, parlo di quantità non certo di qualità che sarà elevata grazie anche alla scarsità.
Dall’altra parte le uve e i vini prodotti in zone poco vocate hanno probabilmente prodotto tantissimo, poiché quelle uve vengono prodotte in zone più semplici dal punto di vista climatico.
I fenomeni sempre più estremi sopratutto in zone vocate dove la viticoltura è più difficile ma proprio per questo più qualitativa sono a mio avviso semplicemente i primi risultati negativi dei cambiamenti climatici in atto: le temperature medie si sono notevolmente alzate, l’umidità anche, i fenomeni atmosferici più estremi sono sempre più frequenti.
Il mio ragionamento mi porta ad affermare che avremo un sostanziale aumento dei prezzi per i vini di qualità, mentre per i vini di bassa qualità i prezzi rimarranno stabili. Dico male?