E’ l’amore che contraddistingue molti vignaioli nell’approccio che hanno verso le viti.
Tutti gli esseri viventi sono intrecciati in infiniti collegamenti tra milioni di sistemi ecologici che interagiscono in un vigneto, i quali risentono delle pratiche e dei tempi che il vignaiolo sceglie secondo le tradizioni, le sue concezioni, il luogo di produzione e la sua personalità.
E’ ormai risaputo come i boschi e non solo, hanno una rete comunicativa non solo a livello fogliare, ma anche attraverso la rete del micelio, che fa sì che i sistemi abbiano una sorta di conoscenza di ciò che accade intorno a loro. Come esseri umani abbiamo altri tipi di comunicazione ma la realtà non è solo la nostra, esisteranno moltissime altre realtà che i nostri sensi non possono percepire.
In un vigneto le viti comunicano attraverso il suolo, le foglie e tutto il resto: ci sarà chi opera bene e chi provoca danno, ma il sistema è quello.
Se porto per esempio l’amore verso i propri cari malati, verso il nostro partner ma pure i cani e i gatti, chiunque si rende conto che esso rappresenta, con azioni o parole a volte apparentemente semplici una forza per lottare e cercare di contribuire alla buona reciprocità, migliorando le probabilità di sopravvivenza e qualità.
Dunque, a mio parere, anche nei vigneti alcuni interventi o azioni considerati carenti dal punto di vista scientifico possono però avere dei risvolti positivi, poiché l’amore le piante, le viti, e tutto ciò che vive, lo conosce: la scienza difficilmente potrà anche con un super-computer calcolare gli effetti dell’amore degli esseri viventi, che rimane e sarà sempre una forza.