Qualche giorno fa mi è capitato che qualcuno al banchino di assaggio mi abbia detto che il vino è diventato un lusso, come a dire “io il tuo vino non me lo posso permettere”.
Per certi versi è vero: il vino lo si fa in vigna per produrlo e naturalmente i costi sono notevoli anche per la ricerca della qualità, per la logistica, per il confezionamento, per la pubblicità, per la distribuzione e qualcos’altro. Si, questo è vino di lusso dove una bottiglia può costare oltre 10/15/30 euro. (Certamente quando si superano i 100,00 euro allora è una pazzia.)
Ma attenzione: in generale il vino in Italia non è un lusso. Esiste ancora il vino sfuso, quello che una volta veniva venduto in damigiane da 54 litri! Molti se ne sono dimenticati. Una volta le famiglie andavano per fattorie, compravano una decina di damigiane (la quantità necessaria per un anno), lo si infiascava e i costi erano ridotti. Come lo sono ancora tutt’oggi se si continuasse a farlo. Io per esempio vendo il vino sfuso (diciamo il vino quotidiano) a euro 3,00 il litro. Questo significa che costa molto poco in confronto ad esempio a un pacchetto di sigarette.
Oggi però i comportamenti sono cambiati: in molti si sono abituati alla comodità. Guardiamo il caso del caffè: fino a qualche anno fa esisteva solo il caffè moka, oggi le capsule di caffè la fanno da padrone per la facilità d’uso e perché assomiglia al caffè del bar ma i costi sono altissimi, come e più la differenza tra vino in damigiana e imbottigliato.
Insomma, il vino non è obbligatoriamente un lusso.