Vino: bevanda con proprietà curative

Sappiamo che la molecola dell’alcool è tossica, ma è anche vero che nel vino oltre a questa molecola si trovano tante proprietà benefiche e curative.
Solitamente si cita il resveratrolo (con proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e vasoprotettive), le vitamine e la quercetina (antiossidante e usata in campo oncologico. Addirittura uno studio internazionale cui partecipa l’Istituto di nanotecnologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha scoperto che la quercetina funge da inibitore specifico per il virus responsabile del COVID-19, mostrando un effetto destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine fondamentali per la replicazione del virus. Lo studio è pubblicato sull’International Journal of Biological Macromolecules).
Detto questo, aggiungo che le quantità contenute nel vino sono sostanzialmente omeopatiche, ma esistono e questo è importante.

Però le altre proprietà benefiche che vorrei esaltare in questo post, dimenticate ma usate nel mondo contadino, sono le proprietà cicatrizzanti e balsamiche e ve le spiego.
Proprietà cicatrizzanti:
I mei primi tre figli sono nati in casa con una Ostetrica Condotta, professione scomparsa, e lei usò come cicatrizzante nel dopo parto il vino rosso, impacchi di vino che hanno velocemente risarcito le ferite provocate dal parto. Comprensibile: il tannino del vino rosso nella degustazione ha la funzione di astringenza, contrae e restringe le cellule e dunque anche sulle ferite il vino contrae le cellule e rimargina (oltre naturalmente alla funzione dell’alcol come disinfettante): tutti i vendemmiatori sanno che i piccoli tagli sulle mani in epoca vendemmiale si risarciscono velocemente, grazie al tannino contenuto nell’uva (le mani nere…).
Proprietà balsamiche:
nei raffreddori, nelle malattie respiratorie, si usava cuocere il vino rosso con i semi di lino: Raffreddandosi si ottiene una pasta calda e densa che si avvolge in un fazzoletto da mettere sul petto, come l’unguento Vicks VapoRub: ebbene i vapori alleviano la tosse e i raffreddori.

Ecco, forse ogni tanto ricordiamoci anche questo: il vino nella nostra cultura è anche una bevanda curativa, oltre che alimentare.

Il Bio- sotto attacco

Ho sempre creduto che il cibo bio-dinamico o bio-logico fossero una forma alternativa alle produzioni dominate dalla scienza, un “dogma” troppo spesso motivato da interessi economici, seppur fondamentale e utile.

Nel mio campo tanti fattori stanno ostacolando l’idea bio-, che è soltanto un’idea in effetti. Ultimamente, ci sono difficoltà crescenti di produrre cibo in modo bio tradizionale e culturale causate dai cambiamenti climatici.

Inoltre ci sono difficoltà di produrre prodotti “simili” a quelli convenzionali, (dato che sono questi ultimi quelli che condizionano i gusti e le scelte alimentari). Ci sono difficoltà di comunicare le imperfezioni organolettiche e/o fisiche, spesso appunto intrinseche nelle produzioni bio-. Ci sono difficoltà a far capire che i prodotti antiparassitari di contatto usati  in vigna non hanno impatti devastanti come i prodotti di sintesi.

E per continuare a far esempi nel mio campo: la quercetina  e il brettanomyceto sono problemi che, fino a una decina di anni fa non esistevano in questo mondo ma che oggi sono sempre più “pesanti”. (Ma anche in vigna!: il Mal del L’Esca, vendemmie sempre più precoci, PH innaturali o alcol esagerati).

In conclusione, si parla oggi di produrre cibo senza terra, e sicuramente sarà possibile, ma mi suona come una rassicurazione per chi in futuro prossimo
non potrà permettersi cibo prodotto con la terra. 

La Quercetina nel Sangiovese: pregio o difetto?

Da alcuni anni, una preoccupazione si aggiunge a tutte le altre tra i produttori sopratutto artigianali di sangiovese. A causa dei cambiamenti climatici, si manifesta nel vino un precipitato in sospensione o sotto il tappo filamentoso e vaporoso che è appunto una sostanza chiamata quercetina. E’ un flavonoide prodotto dalla frutta. Viene venduta anche su Amazon ad un costo che supera anche i 70 euro per 200 capsule. E’ usata come antiossidante e come anticancro.

Mentre generalmente i precipitati tartarici nel vino sono accettati tra i consumatori evoluti, nel caso della quercetina non esiste una sufficiente informazione per cui il rischio è di vedersi tornare indietro il vino per questo difetto, che non altera né il sapore né il gusto. Al momento solo il PVPP, molecola di sintesi vietata nel biologico, ne assicura l’eliminazione o il contenimento ma ad un costo organolettico pazzesco.

In particolare i vini del 2014 possono manifestare la quercetina in bottiglia ma il fenomeno lo si registra anche in alcune annate precedenti e successive. Pare che la formazione fuori misura di questa sostanza, partendo dall’uva fino ai processi di fermentazione, si origini dalla luce, dalla radiazione solare, ma naturalmente tanti altri fattori entrano in gioco come la conduzione agronomica, i cloni, la composizione del suolo, e tanti altri motivi. Anche i chimici enologici per ora brancolano nel buio e la soluzione migliore sembra al momento quella di ritardare l’imbottigliamento.

A me piace invece sottolineare come questo fenomeno debba essere semplicemente comunicato per aumentare la conoscenza e la cultura del consumatore, oltretutto quando si parla di una sostanza…. benefica.

Dunque, nella scheda del vino Caparsino 2014 ho scritto: “Questo vino può manifestare dei precipitati in bottiglia di quercetina (un flavonoide molto salutare per le sue proprietà antiossidanti e anticancro), in sospensione o sotto il tappo, senza compromettere la qualità del vino.” e in inglese: “This wine can show precipitate in bottle of quercetin (a very healthy flavonoid for its antioxidant and anticancer properties), in suspinsion or under the cap, without compromising the quality of the wine.”